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Accordi di Fontainebleau

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Gli Accordi di Fontainebleau, raggiunti durante il Consiglio europeo del 25 e 26 giugno 1984, operavano modifiche al sistema di finanziamento comunitario degli Stati membri contestato dal Regno Unito. La soluzione emersa a Fontainebleau, nonostante fosse provvisoria, pose fine alla lunga disputa relativa all’entità della contribuzione britannica al bilancio comunitario (v. Bilancio dell’Unione europea).

Già il Consiglio europeo di Lussemburgo dell’aprile 1970, avente all’ordine del giorno il raggiungimento di una progressiva emancipazione finanziaria dai trasferimenti degli Stati membri, aveva introdotto per la prima volta un sistema di risorse proprie per il bilancio della Comunità. Gli strumenti finanziari introdotti erano i dazi doganali e i prelievi agricoli, affiancati da una risorsa fondata su una base IVA, le cui necessità d’armonizzazione però ne ritardarono l’introduzione fino al 1979. Di fatto le difficoltà registratesi nelle entrate del periodo 1975-1987 e l’incapacità di contenere le spese del settore agricolo, parallelamente al rafforzarsi delle politiche comunitarie, portavano a una scarsa disponibilità di risorse. Le continue rimostranze del Regno Unito, relative al proprio contributo di bilancio, finirono per condizionare seriamente le questioni finanziarie comunitarie. Londra chiedeva con forza una riduzione dell’importo del proprio contributo di bilancio, in considerazione dello squilibrio esistente tra quanto versato e le cifre ottenute come finanziamenti comunitari. Il Consiglio europeo di Fontainebleau, svoltosi il 25 e 26 giugno 1984, offrì in questo senso una soluzione provvisoria ai problemi di bilancio. Gli accordi sottoscritti in tale occasione stabilirono un aumento del tasso massimo di prelievo sulla quota IVA, portato all’1,4%, e contemporaneamente un meccanismo di correzione degli squilibri di bilancio in base al quale ogni Stato membro che dovesse assumersi un onere finanziario eccessivo rispetto alla propria prosperità relativa poteva accedere a una correzione relativa in grado di salvaguardarne le necessità finanziarie.

Nonostante l’apparenza, questa norma fu specificatamente prevista per il solo Regno Unito, cui veniva infine concessa una riduzione dei contributi che era tenuta a versare. L’accordo fu successivamente riconfermato nel Vertice di Edimburgo del 1992, nell’ambito della riforma delle disposizioni finanziarie comunitarie contenute nel “pacchetto Delors II” (v. Delors, Jacques): il nuovo sistema prevedeva una compensazione percentuale del suo saldo netto. Il finanziamento di quella che fu presto definita la “compensazione britannica” andava a carico di tutti i membri comunitari, in base alle rispettive quote di finanziamento IVA, a eccezione della Germania, il cui contributo venne ridotto ai due terzi. Queste modifiche al finanziamento comunitario rivelarono ben presto la propria inadeguatezza, non essendo in grado di garantire un equilibrio rispetto alla continua diminuzione degli introiti generali. Si venne ben presto a configurare un effettivo problema d’insufficienza e di mancanza d’equità nelle entrate, che veniva ad aggravarsi a causa dei crescenti impegni di spesa, su cui influiva anche la situazione economica internazionale. Nella sessione di Fontainebleau venne inoltre adottato il principio della soppressione delle formalità doganali e di polizia per le persone che circolano all’interno della Comunità economica europea (CEE).

Il Consiglio europeo di Fontainebleau riconosceva la possibile esistenza di squilibri di bilancio, da risolversi attraverso una politica di spesa, prevedendo quindi la possibilità di un meccanismo correttivo per gli Stati membri che si trovano a dover sostenere un onere di bilancio eccessivo rispetto alla loro prosperità relativa. Per la prima volta venne ammessa l’azione sugli squilibri di bilancio di vari fattori, quali il livello globale di spesa, il contenuto delle riforme nelle politiche economiche e la struttura stessa delle risorse proprie degli Stati. Tuttavia, non andrebbe taciuto il carattere provvisorio di un intervento che, nonostante il testo, si caratterizza per essere nel solo interesse del Regno Unito. Per quanto al momento del suo varo si sia rilevato particolarmente utile per permettere il proseguimento dei normali lavori della CEE, col passare del tempo esso è venuto ad assumere le caratteristiche di un privilegium, cui Londra non sembra disposta a rinunciare neanche in presenza di un mutato scenario economico.

Andrea Carteny  (2008)