Banca Nazionale Polacca

La Banca nazionale polacca (Narodowy bank Polski, NBP) è la banca centrale della Repubblica di Polonia. I suoi compiti sono stati stabiliti dalla Costituzione della Repubblica di Polonia, dalla Legge sulla Banca nazionale polacca e dalla legge sul sistema bancario. L’obiettivo fondamentale della NBP è quello di mantenere un livello stabile dei prezzi. Inoltre, la NBP è responsabile della stabilità della valuta nazionale. Per adempiere a questo obbligo costituzionale essa sviluppa e applica la strategia e le linee guida annuali della politica monetaria. Attraverso la gestione delle riserve ufficiali, la NBP garantisce un livello adeguato di sicurezza finanziaria per lo Stato. In qualità di emittente di valuta, mantiene la liquidità dei pagamenti in contante. La NBP controlla anche la stabilità del sistema finanziario. Per raggiungere tale obiettivo, la Commissione e l’Ispettorato generale per la supervisione bancaria (che fanno parte della struttura della NBP) controllano il settore bancario e garantiscono la sicurezza dei fondi affidati alle banche. Rientra nelle sue funzioni di vigilanza e di regolamentazione il compito di controllare la liquidità, l’efficienza e la sicurezza del sistema dei pagamenti, nonché quello di contribuire allo sviluppo di un’infrastruttura sicura del mercato finanziario.

La struttura istituzionale della NBP è guidata dal presidente, che viene nominato dal parlamento su richiesta del presidente della Repubblica di Polonia per un mandato di sei anni. Il presidente della NBP è responsabile dell’organizzazione e del funzionamento della Banca nazionale. Egli presiede il Consiglio della politica monetaria, il Consiglio d’amministrazione della NBP e la Commissione per la supervisione bancaria, e rappresenta gli interessi della Repubblica di Polonia nelle istituzioni bancarie internazionali alle nonché nelle istituzioni finanziarie internazionali, qualora il Consiglio dei ministri non decida diversamente. La carica di presidente non può essere ricoperta dalla stessa persona per più di due mandati (di sei anni ciascuno). Nel 1992, Hanna Gronkiewic-Waltz fu nominata presidente della Banca nazionale polacca e durante il suo primo mandato rafforzò l’indipendenza della banca centrale. L’incarico le fu rinnovato nel 1998, ma si dimise nel dicembre 2000. Nel gennaio 2001, il Parlamento designava come suo successore Leszek Balcerowicz, sostenitore di una rigida politica monetaria. Nelle vesti di vice primo ministro e ministro delle Finanze nel primo governo non comunista della Polonia dopo la Seconda guerra mondiale, e in quelle di presidente della Commissione economica del Consiglio dei ministri, Balcerowicz si guadagnò la fama di garante della stabilità monetaria. In questo importante periodo della transizione polacca egli pianificò e attuò una radicale stabilizzazione e trasformazione dell’economia polacca, nota come “terapia shock”.

La storia recente della banca centrale della Polonia inizia nel gennaio1989, quando nuove leggi facenti parte del pacchetto di riforme mirate alla creazione di una “economia socialista riformata” istituiscono in Polonia un sistema bancario a due livelli. Nel dicembre dello stesso anno un altro cambiamento giuridico trasforma la Banca nazionale polacca in una moderna banca centrale. L’obiettivo principale è quello di “rafforzare la valuta polacca” e di ottenere una sostanziale indipendenza dal braccio esecutivo del governo. Tuttavia, il Parlamento ha il potere di definire alcuni parametri importanti della politica monetaria, come ad esempio i limiti di credito diretto, verso il governo.

Fin dal 1989 gli analisti hanno individuato diverse fasi della politica monetaria della NBP. Nella prima fase dopo il 1989, quando la Polonia era sull’orlo di un’iperinflazione, la politica monetaria macroeconomia in senso stretto faceva parte di un programma più ampio di stabilizzazione dell’economia polacca. Questo programma consisteva nella creazione di alcune istituzioni di mercato di base volte a sviluppare il giusto contesto per una politica monetaria guidata da strumenti indiretti (v. Ugolini, 1996). Così la nascita della banca centrale polacca coincise con gli sforzi del nuovo governo di riportare l’inflazione a un livello tollerabile. Durante i primi anni di vita, la Banca nazionale si dedicò esclusivamente a perseguire tale obiettivo.

Una seconda fase della politica monetaria prese il via quando le autorità unirono alla politica di deflazione, basata sul controllo delle riserve di denaro e sul regime di crawling peg (regime di parità mobile), il tentativo di mantenere alcuni sviluppi positivi nella bilancia commerciale e nelle riserve di valute estere. Tuttavia, a metà degli anni Novanta, il surplus della bilancia dei pagamenti fu accompagnato da un forte aumento degli afflussi di capitale, e questi due elementi esercitarono una pressione eccessiva su tale strategia. Il governo riuscì a controllare l’entità del disavanzo fiscale ma non fu capace di adeguarlo agli afflussi di capitale, passando quindi dal disavanzo all’eccedenza.

L’inizio della terza fase fu quindi segnato dall’introduzione della crawling band (cambio variabile nei limiti della banda fluttuante) nel 1995, che consentiva una maggiore flessibilità del regime di cambio. Questo portò a un quadro di controllo dell’offerta di moneta unito a un regime di crawling band, a seguito dei crescenti costi della politica monetaria nel far fronte al maggior costo della sterilizzazione. L’altra riforma storica del sistema bancario polacco, messa in atto nel 1995, fu la riemissione dello zloty con nuovi valori facciali.

La quarta fase venne contraddistinta da una nuova legge sulla banca centrale e dalla ricerca di una coerente strategia di deflazione. Fortemente influenzato dall’acquis dell’Unione europea (UE) (v. anche Acquis comunitario) riguardante il sistema bancario centrale, nel 1997 il governo di sinistra propose una nuova legge sulla banca centrale. Questa nuova disposizione legislativa stabilì in maniera trasparente l’obiettivo ultimo della banca centrale e abolì l’influenza del Parlamento sugli obiettivi della politica monetaria. Le scelte strategiche nell’ambito della politica monetaria fu l’unica responsabilità del neoistituito Consiglio della politica monetaria (Rada Polityki Pieniężnej, RPP). L’RPP ridefinì la strategia della politica monetaria e il suo assetto definitivo portando nel 1998/1999 all’adozione di un strategia basata su un obiettivo di inflazione diretta (v. Gomulka, 2001).

Nonostante questi progressi, i mutamenti del regime di cambio, come ad esempio l’introduzione della fluttuazione pura, avvennero solo all’inizio del 2000. La strategia della politica monetaria a medio termine, adottata formalmente nel 1998, prevedeva di riportare l’inflazione al di sotto del 4% nel 2003. Questo obiettivo quantificato fu definito con l’intento di diminuire il gap inflazionistico tra la Polonia e l’Unione europea riportandolo a un livello tale da permettere alla Polonia di aderire senza intoppi agli AEC (Accordi europei di cambio) II. In conformità con la “Strategia della politica monetaria oltre il 2003”, redatta dalla MPC, l’obiettivo della NBP era quello di stabilizzare il tasso d’inflazione a un livello del 2,5%, con una banda di fluttuazione accettabile dell’1%. Di conseguenza, i tassi d’interesse furono bruscamente abbassati quando l’inflazione diminuì fino al 2% nel 2002.

Sebbene, fino all’ingresso della Polonia nell’Unione europea nel maggio 2004, i criteri europei non avessero «un ruolo dominante negli accordi specifici raggiunti in Polonia», le Banche centrali europee (insieme con la Banca federale e altre istituzioni finanziarie internazionali) svolsero un ruolo importante nel progetto di modernizzazione della Banca nazionale polacca (v. Kokoszczynski, 2002). Quando la decisione di aderire all’Euro divenne un obiettivo certo del governo, al fine di assicurare un’adeguata preparazione all’adozione dell’euro la NBP mirò ad avere tutti i requisiti di pertinenza delle banche centrali di quei paesi che avevano già introdotto l’euro. È quindi prevedibile che, negli anni a venire, l’adesione della Polonia all’area dell’euro determinerà in larga misura l’adempimento dei compiti della NBP. Tuttavia, gli sforzi polacchi per soddisfare i criteri di adesione stabiliti dal Trattato di Maastricht sono diventati più impegnativi a causa dell’aumento del disavanzo del governo che ha superato il tetto del 3% e per via dell’instabilità dei tassi di cambio nella seconda metà del 2003.

Madalena Pontes-Resende (2006)