Bonino, Emma

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B. (Bra 1948) rappresenta una delle principali figure politiche italiane che ha legato la sua esperienza e attività politica e istituzionale all’Europa.

Esponente di spicco del movimento radicale e delle battaglie per i diritti civili in Italia, nel 1976 fu eletta deputata al Parlamento italiano per la prima volta a soli 28 anni, nelle liste del Partito radicale, ruolo che ricoprirà con continuità per le legislature successive, in seguito alla sua rielezione avvenuta alle elezioni politiche del 1979, 1983, 1987, 1992 e 1994. Verrà rieletta nelle elezioni del 2006 nelle file della Rosa nel pugno e nel 2008 tra quelle del Partito democratico.

Dopo aver concluso gli studi presso l’Università Bocconi di Milano, dove consegue la laurea in Lingue e letterature moderne nel 1972, B. muove i suoi primi passi nei movimenti per la difesa dei diritti civili e lega il suo nome a significative battaglie, in particolare a quelle legate alle tematiche dell’aborto, contribuendo nel 1975 alla nascita del Centro informazione sulla sterilizzazione e l’aborto (CISA), che si renderà promotore del referendum per la regolamentazione legislativa in tema di aborto, svoltosi in Italia nel 1981.

L’attività referendaria rappresenterà una peculiarità dei primi anni dell’esperienza politica di B., la quale ricoprirà un ruolo di primo piano nella promozione, e la conseguente vittoria, dei referendum sul finanziamento pubblico dei partiti (1978) e sul nucleare (1985).

Nel 1979 sarà eletta al Parlamento europeo per la prima volta, e successivamente nel 1984, nel 1999 e nel 2004. Convinta federalista e sostenitrice degli Stati Uniti d’Europa (v. Federalismo), la sua esperienza europea coinciderà con un forte impegno sui temi dei diritti dell’uomo a livello internazionale. Nel 1981 fonda l’associazione Food and disarmament international, volta a sensibilizzare i governi nazionali sul tema della fame nel mondo, promuovendo la realizzazione di un Manifesto sottoscritto da 113 premi Nobel. L’attivismo di B., fondato sulla pratica della non violenza, la porterà nel 1986 a intraprendere iniziative per la difesa dei diritti civili e politici nei paesi dell’Est europeo facenti parte della sfera d’influenza sovietica. In particolare, significativa sarà la campagna condotta a favore dei refuznik, gli ebrei sovietici ai quali era negato il diritto di emigrazione in Israele, e le manifestazioni di protesta contro le dittature comuniste promosse dal movimento radicale nelle principali capitali dei paesi aderenti al Patto di Varsavia, e che ne determinarono nel 1987 l’arresto a Varsavia e l’espulsione dalla Polonia in occasione di una manifestazione contro la dittatura del generale Jaruzelski e a favore del movimento democratico Solidarność.

L’impegno per la difesa dei diritti civili sarà una peculiare dell’attività politica di B. Il suo interesse e le sue iniziative si concentreranno sulla proposta di istituire il Tribunale penale internazionale sui crimini commessi nella ex Iugoslavia, attraverso la raccolta di 25 mila firme in tutto il mondo e consegnato nelle mani del segretario generale delle Nazioni Unite, Boutros Ghali nel 1993, nonché, nell’anno successivo, sulla proposta di realizzazione del Tribunale penale internazionale permanente per i crimini contro l’umanità.

Il 1995 rappresenterà un anno di significativa importanza nella carriera politica e istituzionale di B. Il governo di Silvio Berlusconi la designerà quale rappresentante italiana nella Commissione europea presieduta da Jean Jacques Santer, e B. ricoprirà, pertanto, per cinque anni il ruolo di Commissario europeo, con delega agli aiuti umanitari, la politica dei consumatori e la pesca. Il lavoro svolto da B. nel quinquennio le varranno un’unanime approvazione internazionale per le sue capacità politiche e diplomatiche e per i risultati ottenuti, nonché riconoscimenti importanti quali il titolo di Personalità europea dell’anno, nel 1996, da parte del settimanale cattolico francese “Le Vie”, e nel 1997 il conferimento dell’European commmunication award, il premio rilasciato dalla rivista inglese “PR Week” al comunicatore europeo dell’anno.

Nel corso del suo mandato B. si ritroverà ad affrontare numerose e spinose questioni legate alle sue deleghe. Sul fronte degli aiuti umanitari, il suo impegno sarà rivolto in modo significativo alla situazione generata nella ex Iugoslavia dallo scoppio della guerra nei Balcani e dal dilagare di fenomeni di pulizia etnica nella regione, e alle questioni calde aperte sul territorio africano, dalle conseguenze del conflitto etnico in Zaire, alle vicende che flagellano realtà quali la Somalia, l’Eritrea e la Sierra Leone, coordinando e garantendo gli aiuti umanitari dell’Unione europea (UE) e la difesa delle minoranze etniche perseguitate. Di pari grado sarà il lavoro svolto a difesa dei diritti civili e politici in America Latina, in particolare l’iniziativa assunta nei confronti di Cuba, che permetterà nel maggio del 1995 la liberazione di sei detenuti politici da parte del regime castrista in seguito all’azione diplomatica di B. Nei Paesi arabi, B. ha svolto missioni umanitarie in Iraq e l’Afghanistan, promuovendo iniziative in difesa dei diritti delle donne in seno al Parlamento europeo, in particolare “Un fiore per le donne di Kabul”, volta a denunciare la condizione delle donne in terra afgana e consentire loro l’accesso agli aiuti umanitari.

Sul fronte della politica dei consumatori, B. si troverà a fronteggiare la gestione della crisi generata dalla diffusione dell’epidemia della cosiddetta “mucca pazza”, esplosa nel marzo del 1996. In seguito a tale evento, il presidente Santer amplierà le competenze e le deleghe della B., conferendole quelle della protezione della salute dei consumatori e della sicurezza alimentare. B. promuoverà in modo incisivo le iniziative volte ad armonizzare e ampliare la consultazione tra i diversi soggetti coinvolti nella politica dei consumatori (v. anche Armonizzazione), attraverso la valorizzazione di nuovi strumenti comunitari, quale il Forum europeo la comunicazione e l’informazione del consumatore.

In merito alla delega sulla pesca, in qualità di commissario europeo, B. si renderà artefice della sottoscrizione di importanti accordi bilaterali con paesi quali Canada, Marocco e Norvegia, strategici ai fini degli interessi dei paesi comunitari, risolvendo contenziosi sorti nel corso del suo mandato.

Nel 1999, in occasione della elezione del Presidente della Repubblica italiana, il Partito radicale darà vita a una campagna per l’elezione a tale carica di B. L’iniziativa, intitolata “Emma for President”, sebbene non raggiungerà l’obiettivo fissato, rappresenterà un volano per le contestuali elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, tenutesi nel giugno del 1999, e alle quali i Radicali si presenteranno come Lista Emma Bonino e raggiungeranno lo storico risultato dell’8,5% dei voti, determinando l’elezione di sette deputati radicali.

Negli anni successivi, B. concentrerà il suo impegno politico principalmente sul fronte della difesa dei diritti civili nei paesi del Medio Oriente e in Africa. Trasferitasi al Cairo, dove si dedicherà allo studio della lingua e della cultura araba, si renderà promotrice della campagna internazionale “StopFgm”, contro le mutilazioni genitali femminili praticate in numerosi paesi africani e mediorientali.

Alle elezioni politiche del 2006 B. si candiderà e sarà eletta nelle liste della Rosa nel Pugno, alleanza politico-elettorale composta dai socialisti e dai radicali. In seguito alla vittoria della coalizione di centrosinistra, sarà nominata ministro delle Politiche europee nel governo presieduto da Romano Prodi. A questa delega, affiancherà anche quella di ministro per il Commercio internazionale.

Nuovamente B. incrocia la sua strada e il suo impegno istituzionale con l’Europa. Nel corso del suo mandato, durato due anni per il prematuro scioglimento della legislatura, B. si troverà a mettere in campo iniziative volte al perseguimento degli obiettivi fissati dalla cosiddetta Strategia di Lisbona. Sotto il ministero Bonino diventerà operativo il Comitato interministeriale per gli affari comunitari europei (CIACE), istituito nel 2005 con l’obiettivo di consentire l’approfondimento delle tematiche riguardanti la partecipazione dell’Italia all’Unione europea; sarà realizzato l’archivio informatico nazionale delle procedure di infrazione, chiamato EUR- Infra, al fine di rendere più efficiente la trattazione dei casi di non conformità dell’ordinamento italiano rispetto al diritto comunitario; infine, l’esperienza ministeriale di B. coinciderà con la ricorrenza del cinquantesimo anniversario della firma dei Trattati di Roma del 1957, e per tale circostanza B. promuoverà numerose iniziative e manifestazioni, tra le quali una campagna di sensibilizzazione per i cittadini italiani sull’importanza dell’Europa nella vita pubblica e istituzionale dell’Italia, intitolata “Vivi italiano. Cresci europeo”.

Alle elezioni politiche del 2008 sarà eletta senatore della Repubblica nelle file del Partito democratico e sarà nominata vicepresidente del Senato della Repubblica. Sarà, inoltre, candidata come capolista delle liste radicali alle elezioni europee del 2008, ma il mancato raggiungimento del quorum non le consentirà di essere eletta. Dal 2009 è componente del Board e del Council dell’European council on foreign relations.

Michele Affinito (2009)

Bibliografia

AA.VV., Rapporto sulle attività dei deputati radicali al Parlamento europeo, X-Press, Roma 2004.

Bonino E., Quanto sostegno popolare ha l'Ue?, Philip Morris Institute, Bruxelles 1997.

Bonino E., Perché abbiamo bisogno di più Europa: bilancio di venti mesi come ministro per le Politiche europee, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le politiche comunitarie, Roma 2008.