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Carrelli, Antonio

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C. nacque il 1° luglio del 1900 a Napoli. Fu professore di fisica sperimentale presso le Università di Catania e Napoli e autore di alcuni testi su argomenti scientifici e filosofici, quali Limiti e possibilità della scienza: considerazioni filosofiche di un fisico (1947) e L’universo e le particelle (1970). Nel secondo dopoguerra fu presidente del Comitato scientifico italiano presso l’United Nations educational, scientific and cultural organization (UNESCO).

Vicino alla Democrazia cristiana, nell’aprile del 1945 C. entrò nel Consiglio d’amministrazione della RAI; fu confermato in quel ruolo nel dicembre di quell’anno quando l’azienda fu unificata dal punto di vista giuridico su tutto il territorio italiano. Nel 1952 fu nominato vicepresidente della RAI-TV; nel 1954, anno d’inizio delle trasmissioni ufficiali, ne divenne presidente, incarico che ricoprì fino al 1965. La sua presenza in RAI fu a dir il vero molto discreta e la sua influenza piuttosto limitata (v. Chiarenza, 2002, p. 244).

La sua nomina alla testa della RAI, tuttavia, non lo allontanò dal mondo scientifico: nell’agosto del 1956 C. entrò a far parte del Comitato nazionale per le ricerche nucleari con il ruolo di commissario. Nell’aprile del 1965 fu scelto come vicepresidente della Commissione della Comunità europea dell’energia atomica (CEEA o Euratom) in sostituzione del dimissionario Enrico Medi. All’interno della Commissione europea – benché la ripartizione dei ruoli conservasse sempre un carattere provvisorio – si occupò principalmente di due settori: diffusione delle conoscenze; protezione sanitaria. Inoltre, presiedette il gruppo di lavoro interesecutivo dedicato alla ricerca e fece parte di quello consacrato all’energia; tali gruppi erano stati istituiti, assieme al gruppo “Trasporti e questioni sociali”, allo scopo di assicurare una certa cooperazione tra i tre esecutivi comunitari nel periodo precedente la loro imminente fusione. Nel luglio del 1967, quando tale fusione fu realizzata, il mandato di C., che aveva accettato la nomina all’Euratom solo per un breve periodo, non fu rinnovato.

Nella seconda metà degli anni Sessanta si levarono alcune voci di critica nei confronti dell’operato di C. alla Commissione Euratom, ritenuto scarsamente influente e poco attivo a difesa degli interessi italiani (v. Silvestri, 1968, p. 373). In realtà, il commissario italiano si trovò ad agire in un quadro comunitario che si era progressivamente degradato, tanto che il secondo piano quinquennale della Comunità europea dell’energia atomica non fu rinnovato a causa degli aperti contrasti tra i membri della Comunità: cosicché durante i due anni di vicepresidenza di C. l’Euratom, stretta fra i veti opposti dei governi e incerta sul proprio destino nell’attesa della fusione degli esecutivi, lavorò al rallentatore fino alla paralisi.

Nel 1976 C. divenne presidente dell’Accademia dei Lincei, di cui era socio corrispondente fin dal 1936. Si spense a Roma il 25 novembre 1980.

Lucia Bonfreschi (2010)

Bibliografia

Chiarenza F., Il cavallo morente, Franco Angeli, Milano 2000.

Silvestri M., Il costo della menzogna. Italia nucleare 1945-1968, Einaudi, Torino 1968.