A B C D E F G H I J K L M N O P R S T U V W X Z

Cash, William

image_pdfimage_print

“Bill” C. (Londra 1940) è un politico britannico conservatore e deputato per il collegio elettorale di Stone.

Di confessione cattolica, ha studiato al Collegio gesuita di Stonyhurst nel Lancashire e al Lincoln College a Oxford. Nel 1967 ha ottenuto il titolo di avvocato e da allora ha esercitato la professione a Londra. Nel 1984 è stato eletto per la prima volta al Parlamento britannico come deputato per il collegio di Stafford, incarico che ha mantenuto fino al 1997, quando è diventato deputato per il collegio di Stone, situato sempre nella Contea dello Staffordshire, nella regione di West Midlands.

In qualità di deputato di distretti agricoli, C. si è interessato alle questioni riguardanti le comunità rurali, ma anche ai problemi dell’Africa e alla cancellazione del debito, al commercio e all’industria, ai media e alle piccole imprese.

Per quanto riguarda la carriera parlamentare di C. alla Camera dei Comuni, nel 2001 Iain Duncan Smith, diventato leader del Partito conservatore e pertanto anche dell’opposizione, lo nominò procuratore generale ombra e quindi portavoce per gli Affari costituzionali, incarichi che C. perse nel 2003 quando Smith fu costretto a dimettersi e Michael Howard prese il suo posto. Nel corso della sua carriera di deputato, C. ha fatto parte di diverse commissioni parlamentari. Nutre un interesse forte e di lunga data soprattutto per gli affari europei, materia su cui ha scritto ampiamente, pubblicando numerosi articoli e tenendo conferenze in tutto il mondo. Il suo particolare approccio al tema dell’Europa e delle relazioni britanniche con la CEE/UE (v. Comunità economica europea; Unione europea) lo ha reso noto come accanito euroscettico (v. Euroscetticismo) che si è battuto contro il Federalismo in Europa, sebbene sostenga ancora l’Adesione britannica all’UE e l’uso del voto a Maggioranza qualificata in seno al Consiglio dei ministri nel settore del libero scambio. Tale orientamento si riflette anche nel suo sostegno a vari gruppi euroscettici nonché nel suo ruolo attivo all’interno di essi, sia dentro che fuori del Parlamento britannico.

C. si è impegnato attivamente e per lungo tempo in questo settore e continua tuttora a sostenere la sua causa, anche se senza dubbio il periodo di maggiore influenza è stato agli inizi e a metà degli anni Novanta, quando era al potere il governo conservatore guidato dal primo ministro John Major e quando gli affari europei occupavano un posto prioritario nell’agenda politica del paese, anche a seguito della Conferenza intergovernativa Conferenze intergovernative (CIG) di Roma che portò al Trattato di Maastricht e alla sua successiva ratifica. Sebbene certamente non fosse né il primo né l’unico deputato euroscettico (il secondo voltafaccia del Partito laburista sulla questione europea era iniziato soltanto a metà degli anni Ottanta e tra i suoi membri rimanevano forti posizioni euroscettiche, mentre all’interno del Partito conservatore, nel novembre del 1980 si era formato il Conservative European reform group – CERG, il più vecchio gruppo antieuropeista) è diventato ben presto uno dei protagonisti dell’euroscetticismo sia alla Camera dei Comuni che al di fuori di essa.

Al Parlamento, C. ha assunto sin dall’inizio incarichi relativi agli Affari europei, diventando membro della commissione Affari europei della Camera dei Comuni nel 1985. Ha anche presieduto la Commissione backbench del Partito conservatore sugli Affari europei dal 1989 al 1991, divenendone vicepresidente aggiunto nel 1997. Nel contesto più generale dell’euroscetticismo britannico, per molti versi la principale organizzazione è stata il cosiddetto “Gruppo di Bruges”, un think tank extraparlamentare indipendente fondato nel febbraio 1989 a seguito del discorso che l’allora primo ministro Margaret Thatcher tenne al Collegio d’Europa di Bruges, in Belgio nel settembre 1988. In esso, la Thatcher notoriamente si oppose al conferimento di poteri a uno Stato europeo dopo aver appena smantellato lo statalismo nel Regno Unito. Nel marzo 1989, dopo alcune discussioni con il direttore della campagna del gruppo, C. Fondava un gruppo parlamentare, il gruppo degli “Amici di Bruges” (Parliamentary backbench Friends of Bruges Group, PFOB), che è diventato uno degli unici tre gruppi alla Camera dei Comuni che si occupano esclusivamente della questione europea. Il PFOB presieduto da C. ha presto accolto nelle sue file 130 deputati a maggioranza tory.

Su queste basi, l’euroscetticismo britannico si è organizzato ed è divenuto attivo su vasta scala durante le due CIG sull’Unione politica e su quella monetaria (1990-1991) e sul successivo processo di ratifica del Trattato di Maastricht, uno sviluppo in cui C. ha svolto un ruolo chiave. Nel gennaio 1991, il segretario per gli Affari esteri lo invitò a scrivere una relazione sulla politica europea per il Manifesto del Comitato conservatore in vista della CIG; successivamente C. rifiutò un posto di governo, scegliendo invece di «orchestrare l’opposizione al Trattato di Maastricht e di organizzare una campagna referendaria contro Maastricht».

Nel frattempo, i negoziati di Maastricht venivano approvati senza grossi problemi nel paese e malgrado le posizioni euroscettiche dentro e fuori del Parlamento. Gli opt-out relativi all’Unione economica e monetaria e alla Carta comunitaria dei diritti sociali fondamentali dei lavoratori furono accolti favorevolmente in Gran Bretagna. Nel novembre 1991, durante un dibattito su tale questione alla Camera dei Comuni, la leadership tory bloccò il dissenso e ottenne una maggioranza di 101 voti con soli sei suoi deputati che votarono contro il governo.

Alle successive elezioni politiche della primavera del 1992, l’impatto euroscettico fu molto contenuto e Major, sostenuto ampiamente dalla stampa sulla sua politica di Maastricht, ne uscì vittorioso, la sua autorità fu riconfermata, mentre gli euroscettici dovettero riorganizzarsi. Il Gruppo di Bruges era in crisi e il PFOB, che nel 1991 aveva raggiunto il picco massimo di adesioni, era crollato nel periodo elettorale.

Di conseguenza, C. si concentrò su iniziative al di fuori della Camera dei Comuni fondando nel settembre 1991 un proprio think tank, l’Associazione democratica degli Stati-nazione in Europa. In quello stesso mese ci fu il “mercoledì nero”, quando la sterlina crollò e uscì dal meccanismo di cambio (Exchange rate mechanism, ERM) del Sistema monetario europeo (SME) dopo una forte speculazione, portando Major sull’orlo delle dimissioni e dando una notevole spinta al movimento euroscettico. Il think tank di C. divenne il Great college street group (GCSG), finalizzato a bloccare l’approvazione del Trattato di Maastricht, raccogliendo un considerevole sostegno e ampie simpatie dei media. Anche i contatti tra i vari gruppi euroscettici si rafforzarono in una fitta rete diretta dalla stessa cerchia ristretta di protagonisti, tra cui C. I legami internazionali sfociarono nel sostegno finanziario da parte del GCSG e di altri gruppi alla campagna danese del “no” in vista del secondo referendum danese del maggio 1993. Anche C. lanciò una petizione per il referendum britannico, raccogliendo 250.000 firme.

Tuttavia, tutti i tentativi compiuti per spostare il governo Major verso un approccio più euroscettico fallirono e il 20 maggio 1993, con 46 voti tory contrari, venne approvato dalla Camera dei Comuni in terza lettura il progetto di legge per il Trattato di Maastricht. L’importanza del voto, tuttavia, era stata sminuita dall’emendamento dei laburisti che aveva vincolato la ratifica finale all’accettazione della Carta sociale e dalle massicce campagne e manovre euroscettiche che avevano portato alla sconfitta del governo nelle prime due votazioni sul Capitolo sociale, sebbene al prezzo di una spaccatura tra i tory con la creazione di “un partito dentro al partito”. Solo quando Major impose il voto di fiducia sulla questione, la Carta sociale venne accettata nel luglio 1993, un evento che sottolineò l’importanza dell’influenza euroscettica all’interno del Partito conservatore e dimostrò che gli euroscettici erano diventati i guardiani della legislazione governativa su tutto ciò che riguardava l’Europa.

Di conseguenza, il GCSG assunse un ruolo pubblico più importante e nell’ottobre 1993 C. ne estese l’azione e lo rinominò European foundation; da allora si è evoluto in un importante think tank indipendente ed “euro-realista” che sostiene la rinegoziazione dei Trattati europei che istituiscono il governo europeo. Considerato che gli euroscettici hanno esercitato molta della loro influenza facendo leva sul partito tory, la fondazione è diventata un importante strumento per l’attivismo di C. dopo la sconfitta elettorale del 1997 dei conservatori a favore dei laburisti. Tuttavia, oltre alla presidenza della European foundation, C. è anche diventato segretario del CERG e membro della commissione Affari europei della Camera dei Comuni, i cui compiti includono la valutazione della valenza giuridica e/o politica dei documenti comunitari e la decisione sulla loro eventuale messa in discussione, il monitoraggio delle attività dei ministeri del Regno Unito nel Consiglio e l’analisi degli sviluppi giuridici, procedurali e istituzionali dell’UE.

Doreen Allerkamp (2009)