Dini, Lamberto

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D., economista e uomo politico italiano, è nato a Firenze nel 1931. Laureatosi con lode in Economia e commercio all’Università di Firenze con una tesi in Scienza delle finanze, nel 1956 e 1957 è assistente presso le Università di Roma e di Firenze. Dopo studi di perfezionamento negli Stati Uniti, nel 1959 entra nel Fondo monetario internazionale (FMI), intraprendendo una carriera che lo porta a ricoprire la carica di condirettore centrale. Dal 1976 è nominato direttore esecutivo dello stesso Fondo in rappresentanza di Italia, Grecia, Portogallo e Malta. Dal 1979 al 1994 è direttore generale della Banca d’Italia, impegno in seguito al quale ricopre altre importanti cariche in organismi internazionali.

Nel 1994, dopo la vittoria elettorale dello schieramento di centrodestra, D. entra nel primo governo guidato da Silvio Berlusconi come ministro del Tesoro. Nell’inverno successivo, a seguito delle dimissioni di Silvio Berlusconi, riceve l’incarico di formare il nuovo governo e dal 17 gennaio 1995 al 17 maggio 1996 è Presidente del Consiglio dei Ministri e ministro del Tesoro ad interim in un governo tecnico costituito esclusivamente da non parlamentari. Dall’ottobre 1995 assume anche l’interim del ministero di Grazia e giustizia.

Nelle dichiarazioni programmatiche che accompagnano la costituzione del suo ministero, D. pone l’attiva appartenenza dell’Italia all’Unione europea come uno dei punti qualificanti dell’azione di governo. Il contenimento del disavanzo pubblico per il rientro della lira nel Sistema monetario europeo (SME), da cui era uscita a seguito della svalutazione dell’autunno 1992, viene considerato uno dei principali obiettivi di politica economica da perseguire, mentre l’inclusione dell’Italia in Europa ed il rispetto degli impegni previsti dal Trattato di Maastricht è considerato un traguardo essenziale della politica estera.

Alle elezioni dell’aprile 1996, D. si presenta con l’Ulivo, la coalizione di centrosinistra guidata da Romano Prodi, con una propria sigla (Lista Dini). Dopo la vittoria dell’Ulivo, gli viene affidato il ministero degli Affari esteri, incarico in cui viene riconfermato nei successivi governi D’Alema e nel secondo governo di Giuliano Amato, fino al termine della legislatura.

Durante la sua permanenza alla Farnesina, il fulcro della politica estera italiana si definisce sempre più in direzione della “vocazione europea” e del rinsaldamento del legame transatlantico. Nel primo semestre del 1996, l’Italia è alla presidenza dell’Unione europea e il 29 e 30 marzo dello stesso anno, a Torino, si tiene la Conferenza intergovernativa (v. Conferenze intergovernative) per la prima revisione del Trattato di Maastricht. I lavori condurranno al Trattato di Amsterdam, firmato il 2 ottobre 1997.

Nel novembre 1996 viene raggiunto l’obiettivo del rientro della lira nello SME, mentre l’ottobre 1997 sancisce l’ingresso operativo dell’Italia nel sistema di Schengen.

Coerentemente con l’intento del governo di tessere una serie di relazioni privilegiate in ambito mediterraneo dirette a superare definitivamente retaggi negativi del passato, nel 1998 D. e il suo collega libico firmano un accordo bilaterale nel quale si affrontano i temi irrisolti tra i due paesi: tra gli altri punti la Libia rinuncia alla pretesa del pagamento dei danni della colonizzazione e della guerra, mentre l’Italia si impegna a fornire alla Libia un sostegno speciale in campo economico, tecnico e culturale.

Sempre in qualità di ministro degli Affari esteri, D. dovrà fronteggiare la drammatica situazione nei Balcani. In Albania l’intervento italiano si impegna a promuovere il ritorno alla democrazia, quale premessa per la ricostituzione dell’ordine pubblico e per il risanamento economico e finanziario del paese. Successivamente, in seguito all’aggravarsi della crisi in Kosovo e all’inizio delle operazioni aeree dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (North Atlantic treaty organization, NATO), nel marzo 1999, l’Italia interviene per la prima volta dal dopoguerra in azioni militari in un paese europeo, affiancando a questo intervento l’assistenza umanitaria.

Eletto al Senato nel maggio 2001, dal febbraio 2002 al luglio 2003 D. opera come rappresentante del Parlamento italiano alla Convenzione europea per la preparazione della bozza di Costituzione europea. Riconfermato senatore nel 2006, il 6 giugno 2006 è eletto presidente della Commissione esteri del Senato.

Nunzia Guardigli (2007)