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Il Mondo

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“Il Mondo”, settimanale diretto da Mario Pannunzio, per l’intero arco della sua durata (1949-1966) ha seguito una linea europeista pienamente coerente con l’impostazione liberaldemocratica, atlantista e terzaforzista della testata. Va poi ricordato che fra i collaboratori si annoverano, sia pure con diversa intensità e impegno, alcuni dei più attivi fautori del processo di unificazione europea. Fra gli altri occorrerà rammentare i due autori del Manifesto di Ventotene, Ernesto Rossi e Altiero Spinelli. Europeisti convinti furono anche due dei più autorevoli commentatori di politica estera, Vittorio de Caprariis, titolare della rubrica tra il 1954 ed il 1956, e Aldo Garosci, attivo militante federalista (v. Movimento federalista europeo), che tenne la stessa rubrica per tutto il decennio successivo e fino alla chiusura del settimanale. Più in generale, poi, i più attivi articolisti della testata erano tutti di variegate ma salde convinzioni europeiste.

Naturalmente questa generale fedeltà alle politiche di integrazione europea (v. Integrazione, Teorie della; Integrazione, Metodo della) è andata specificandosi volta a volta nelle diverse stagioni rispetto all’effettivo svolgimento della congiuntura politica interna e internazionale. Inoltre, se il giornale esprimeva una posizione coerente dal punto di vista politico, essa non escludeva una dialettica fra opinioni non sempre coincidenti. All’interno di tali generali coordinate si può operare una schematica periodizzazione che scandisca in linea generale i diversi momenti dell’impegno europeista del settimanale.

Una primissima fase è quella che va dal 1949 alla nascita della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA), quando sui temi europei si registrano posizioni diverse. Spinelli, partendo da una posizione di federalista puro (v. Federalismo), è molto critico della nuova istituzione sovranazionale, mentre Ugo La Malfa è più possibilista, ritenendola comunque un primo passo nella direzione giusta.

La fase successiva, che arriva fino al 1954, vede una maggiore unità d’intenti, perché la prospettiva della Comunità europea di difesa (CED) e dell’assemblea ad hoc registra una convergenza tra posizioni federaliste e funzionaliste (v. Funzionalismo), tra atlantismo ed europeismo. Il settimanale sposa con convinzione la causa europea che in quella stagione coincide a pieno tanto con la linea di politica estera tenuta dai governi di Alcide De Gasperi (ampiamente appoggiata dal presidente Luigi Einaudi), quanto con quella dell’amministrazione americana, convinta che l’unificazione europea sia un necessario argine alla minaccia sovietica.

Il fallimento della CED segna una battuta d’arresto che disloca e riallinea le posizioni. Non casualmente in questo periodo Spinelli non collabora al settimanale, mentre Rossi, più legato al giornale, continua a scrivere soprattutto di argomenti economici, attenuando la sua fiducia nel raggiungimento dell’unità europea in tempi ravvicinati. Il settimanale, però, in nome di una coerente fedeltà all’alleanza atlantica, saluta con interesse la ripresa della politica europeista, all’inizio del 1956, con la nascita del pool dell’energia atomica tra i sei paesi della CECA. A partire dall’anno successivo, poi, ”Il Mondo“ segue con attenzione, pur non mancando di manifestare critiche e riserve per l’eccessiva timidezza e lunghezza del processo, la nascita e lo sviluppo del mercato comune (v. Comunità economica europea).

Su questa generale attenzione al tema europeo si innestano successivamente le esigenze legate all’evoluzione del quadro politico interno. Per preparare il centro-sinistra è necessario sollecitare l’evoluzione in senso europeista e atlantista del PSI (Partito socialista italiano). Tale obiettivo, nei primi anni sessanta, trova un punto di convergenza delle forze laiche e socialiste nella esigenza di contrastare il progetto gaullista di un’Europa delle patrie (v. Charles de Gaulle), promuovendo il rafforzamento delle istituzioni comunitarie e favorendo l’ingresso del Regno Unito. A questi temi sarà dedicato l’undicesimo e ultimo dei convegni del ”Mondo“, tenuto nel febbraio 1963. Negli ultimi e difficili anni della testata, il settimanale manterrà ferma l’opposizione alle richieste gaulliste di revisione dei trattati di Roma, richiedendo, invece, una maggiore coerenza delle politiche comunitarie (col rafforzamento della Commissione CEE) (v. Commissione europea) e soprattutto lo svolgimento in senso soprannazionale degli istituti europei esistenti, aumentandone la legittimazione democratica (v. anche Deficit democratico).

Maurizio Griffo (2012)