Larsson, Allan

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L. (Bredaryd 1938) ha avuto una carriera professionale alquanto varia: ha lavorato nei media, ha svolto attività di ricerca in ambito economico, e ha avuto incarichi in ambito politico e nella pubblica amministrazione, sia in Svezia, sia nella Commissione europea.

Negli anni Sessanta L. lavorò per alcune testate svedesi, tra cui “Arbetet”, “Aftonblat” e “Dagens Nyheter”. Dal 1979 al 1982 fu capo redattore di una rivista settimanale (“Vi”). Fu anche giornalista televisivo e, dal 1969 al 1971, diresse il Dipartimento di Informazione nazionale della televisione svedese. Nel maggio 2000 L. divenne presidente del consiglio d’amministrazione della Televisione svedese e, nell’aprile 2002, della Società del dialogo transatlantico della telecomunicazione e dell’informazione.

Tra 1971 e 1973 fu l’amministratore del Dipartimento di ricerca del sindacato svedese dei metalmeccanici. Nel 1977 divenne consulente della Società siderurgica svedese. Fece parte del consiglio di tale società dal 1989 al 1990 e, nell’arco degli anni, fu anche membro o presidente di un certo numero di altri consigli d’amministrazione. Inoltre L. ha lavorato per lo Stato svedese in commissioni pubbliche, le quali preparano le decisioni del governo e del parlamento. Da 1979 al 1981 fu presidente di una commissione che si occupava della questione altamente controversa dei fondi dei salariati.

Il mercato del lavoro e le relazioni industriali sono le due principali sfere d’interesse di L. Fu sottosegretario di Stato del ministero del Lavoro dal 1974 al 1976. Nel 1983 fu nominato direttore generale della Commissione nazionale del mercato del lavoro.

L. aveva lavorato in un ufficio governativo alla fine degli anni Sessanta come segretario politico del primo ministro, Tage Erlander. Nel febbraio del 1990 il primo ministro Ingvar Carlsson convinse L. ad assumere l’incarico di ministro delle Finanze, ruolo per il quale inizialmente si dimostrò riluttante.

In seguito alla sconfitta nelle elezioni generali del 1991, i socialdemocratici divennero il partito d’opposizione. L. fu eletto deputato al Parlamento (Riksdag), un incarico che ricoprì fino al 1995, e rappresentò i socialdemocratici nel Comitato della Finanza, nella Delegazione Comunità economica europea (CEE)/Unione europea (UE), nella Delegazione al Consiglio nordico e nel consiglio d’amministrazione della Banca centrale. L. ebbe un ruolo centrale nella risoluzione della crisi finanziaria del 1992 quando i tassi d’interesse crebbero drasticamente. Per affrontare la crisi, l’opposizione e il governo negoziarono un pacchetto di misure di austerità. Rispecchiando lo stile consensuale della politica svedese, lo schieramento dell’opposizione fu anche invitato a esprimersi riguardo ai negoziati in merito all’adesione del paese alla CEE/UE. Quella di L. era stata una figura decisiva nel preparare la strada della candidatura svedese, svolgendo in particolare un ruolo importante all’interno del partito socialdemocratico. Insieme al primo ministro Carlsson, L. espresse il proposito di intraprendere relazioni più strette con la CEE e ciò si avverò nell’ottobre 1990, nel mezzo di una grave crisi economica. Per ambedue l’adesione alla CEE/UE era un modo per raggiungere un obiettivo, ovvero quello della piena occupazione.

L. fu nominato presidente della Iniziativa europea dell’occupazione (IEO). Questo gruppo di lavoro si riunì nella seconda parte del 1993 sotto gli auspici del Partito socialista europeo (PSE). Il gruppo era formato da rappresentanti personali dei leader dei partiti membri del PSE, dai presidenti del PSE, dal Gruppo PSE nel Parlamento europeo e nella Commissione europea (Jacques Delors), e dalla Confederazione europea dei sindacati (CES). Il rapporto finale della IEO venne denominato Put Europe to work, lo stesso titolo di un’iniziativa simile del Movimento nordico dei lavoratori, nella quale anche L. era coinvolto. Grazie alla IEO, le reti personali e politiche di L. si estesero sempre più.

Nel 1995 la Svezia divenne membro dell’UE e L. fu nominato direttore generale nella Commissione europea, responsabile dell’occupazione e degli affari sociali. Durante gli anni 1995-2000, L. fu responsabile della preparazione e dell’implementazione della Strategia europea dell’occupazione. Agendo sulla base del capitolo sull’occupazione nel Trattato di Amsterdam, L. s’impegnò nei preparativi del cosiddetto “Vertice sull’occupazione”, tenutosi a Lussemburgo nel novembre 1997 (v. anche Politiche per l’occupazione). Il Processo di Lussemburgo poggia su quattro colonne portanti: l’idoneità al lavoro, l’imprenditorialità, l’adattabilità e le pari opportunità. Gli Stati membri sono impegnati nel processo di pressione dei pari allo scopo di raggiungere determinati obiettivi; la Commissione suo esercita un ruolo in tale direzione, specialmente nel coordinare i Piani nazionali d’azione. In linea di principio, questa strategia è rispecchiata nel Processo di Lisbona e nel Metodo aperto di coordinamento.

All’interno della Commissione, L. inizialmente collaborò con il Commissario irlandese Pádraig Flynn. Il successore di Flynn, Anna Diamantopoulou, pose l’accento in particolare sulla protezione sociale e la lotta alla povertà. Le differenti priorità furono forse la ragione principale per la quale L. venne sostituito, o si dimise, dalla carica di direttore generale.

L. divenne membro della Tavola rotonda dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) sullo sviluppo sostenibile, a Parigi, e del Gruppo di riflessione sulla politica economica e sull’occupazione a Bruxelles della Confederazione europea dei sindacati. Fu inoltre consigliere del direttore generale dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) a Ginevra.

Nel 2001 divenne membro e rapporteur del gruppo di esperti di alto livello sull’occupazione giovanile del segretario generale dell’ONU, Kofi Annan. Anche questa strategia si reggeva su quattro pilastri, ovvero: l’idoneità al lavoro, l’imprenditorialità, le pari opportunità e le politiche macroeconomiche che generano impiego. Questa strategia fu adottata dall’Assemblea generale.

L. ha anche stabilito stretti contatti con il mondo accademico. Il 1° gennaio 2004 divenne rettore dell’Università di Lund, l’ateneo con il più alto numero di studenti di tutte le università svedesi. Rivestì anche il ruolo di presidente del Consiglio del Centro universitario per gli studi europei. Nel giugno 2002 L. divenne il presidente del Centro di ricerca sul consumo all’Università di Göteborg. Nel luglio 2003 divenne un membro del Consiglio del Centro per lo sviluppo sostenibile a Göteborg.

Fin dal 1988 L. è membro dell’Accademia reale svedese delle scienze ingegneristiche (Ingenjörsvetenskapsakademin, IVA). Nel giugno 2001 gli fu conferito il titolo di professore dal governo socialdemocratico. Questo irritò in particolare i media non socialisti e i partiti d’opposizione i quali affermarono che si era trattato di un abuso da parte del potere governativo.

La posizione di L. per quanto riguarda la politica sull’occupazione e i suoi sforzi volti a costruire una sorta di Unione europea dell’occupazione negli anni Novanta furono svedese contestati in Svezia. Questo conflitto riflette i diversi fondamenti ideologici della politica. Sulla base dei principi, L. rappresenta il modello svedese del welfare ma, tra i socialdemocratici, viene ampiamente considerato di destra. Egli ha sottolineato la necessità di misure anti-inflazionistiche e di riforme strutturali, in considerazione dell’internazionalizzazione dell’economia. Diversamente da molti sostenitori socialdemocratici, L. si pone a favore di una adesione svedese a pieno titolo all’Unione economica e monetaria (UEM) e perciò al passaggio dalla corona all’Euro. Tuttavia, egli ha tenuto un basso profilo durante la campagna referendaria nel 2003.

L. è noto come una persona dalla forte disciplina ed energia, che svolge personalmente tutto il lavoro senza mai delegare. Come uomo politico, a L., ex giornalista, è parso disagevole stare dall’altra parte, dover, cioè, rispondere alle domande dei media, ad esempio la televisione, e partecipare a programmi televisivi. Tecnocrate per stile e per esperienza professionale, L. preferisce stare dietro le quinte. È lì che è stato un efficiente amministratore e uomo di fiducia, soprattutto per Ingvar Carlsson.

Karl Magnus Johansson (2012)

Bibliografia

Carlsson I., Så tänkte jag: Politik och dramatik, Hjalmarson & Högberg, Stockholm 2003.

Elmbrant B., Så föll den svenska modellen, T. Fischer & Co, Stockholm 1993.

Gustavsson J., The Politics of Foreign Policy Change: Explaining the Swedish Reorientation on EC Membership, Lund University Press, Lund 1998.

Johansson K.M., Tracing the Employment Title in the Amsterdam Treaty: Uncovering Transnational Coalitions, in “Journal of European Public Policy”, n. 6, 1999.