MacDougall, George Donald Alastair

Il 26 ottobre 1912, M. (Glasgow 1912-Londra 2004) frequentò la Kelvinside Academy fino a 14 anni. Dopo un periodo alla Shrewsbury School, si iscrisse al Balliol College dell’Università di Oxford, dove studiò filosofia, politica ed economia. Nell’anno accademico 1933-1934, decise di specializzarsi in economia. Dopo alcuni corsi postlaurea al Balliol, ottenne il primo incarico come professore ausiliario presso il dipartimento di economia dell’Università di Leeds. Nell’estate del 1939 venne assunto dalla Divisione Statistica dell’ammiragliato da Frederick Lindman, un fisico che fu anche consigliere di Winston Churchill (v. MacDougall, 1987, p. 20). Nel 1945, alla fine della guerra, divenne membro del Wadham College, dove insegnò economia. Tre anni dopo, andò a lavorare a Parigi per l’Organizzazione europea per la cooperazione economica (OECE), di recente istituzione, assumendo il ruolo di capo economista. Il suo primo compito fu contribuire alla produzione di una relazione interinale sul Piano di ricostruzione europea, richiesta dagli americani nell’ambito del Piano Marshall (v. MacDougall, 1987, p. 72).

Tra il 1952 e il 1957 effettuò numerosi viaggi, e si fermò in Venezuela per studiare il suo sistema fiscale, in Australia come visiting professor in Economia e Finanze presso l’Università nazionale australiana di Canberra e in India, dove collaborò al progetto del Centro di studi internazionali del Massachusetts Institute of Technology. Nel luglio del 1961 divenne il primo direttore economico dell’Ufficio nazionale per lo sviluppo economico (National economic development office, NEDO) che sostenne il neo istituito Consiglio nazionale per lo sviluppo economico. Questo ente tripartito riunì governi, management e sindacati ed esaminò i metodi per migliorare il rendimento economico e industriale del Regno Unito. Il compito di M. era quello di elaborare un programma dettagliato delle politiche necessarie per raggiungere l’obiettivo di crescita del 4% (v. Croham, 2005, p. 246). Dopo varie consultazioni con i soggetti interessati, furono pubblicati un Libro verde sulla crescita dell’economia del Regno Unito nel 1966 e un Libro arancione che descriveva dettagliatamente le politiche. Nel 1964, dopo le elezioni politiche, M. divenne direttore generale del Dipartimento degli affari economici, dove presiedette un gruppo di consiglieri che venivano consultati dal governo su questioni macroeconomiche. Alle elezioni politiche del 1966 il governo ottenne una maggioranza sicura alla Camera dei Comuni. Nel 1966 il governo di Harold Wilson attuò un pacchetto di misure deflazionistiche a cui seguì nel 1967 una svalutazione che secondo M. giunse con un ritardo di tre anni (v. MacDougall, 1987, p. 173).

Due anni dopo, M. lasciò il Dipartimento per dirigere il Government economic service e diventare consulente economico al Tesoro, sotto la guida del Cancelliere Roy Jenkins. La svalutazione era stata proficua, considerando che la bilancia dei pagamenti si era riequilibrata, la spesa pubblica era diminuita e gli investimenti privati e le esportazioni erano aumentati notevolmente (v. MacDougall, 1987, p. 177).

Nel 1973 M. accettò di partecipare a un gruppo di studio sull’Unione economica e monetaria 1980 della Comunità economica europea (CEE) formato da quindici economisti, avvocati e sociologi e presieduto da Robert Marjolin, ex vicepresidente della Commissione europea. Il rapporto che seguì giunse a due conclusioni principali. In primo luogo, un’unione economica e monetaria sarebbe dipesa da un bilancio comunitario (v. Bilancio dell’Unione europea) più consistente; secondariamente, era necessario valutare gli effetti dell’unione economica sulle finanze pubbliche. Sulla base di tali conclusioni, un gruppo più ristretto di economisti si riunì sotto la guida di M. per approfondire lo studio relativo agli effetti dell’integrazione economica europea sulle finanze pubbliche, soprattutto sulla spesa pubblica e sulla tassazione (v. MacDougall, 1987, p. 202). Rilevando gli squilibri del reddito a livello regionale e tra gli Stati membri, il Comitato suggerì spese comunitarie supplementari in modo da rafforzare gli interventi comunitari strutturali. Il rapporto M., pubblicato nell’aprile del 1977, affermava che il bilancio comunitario avrebbe dovuto raggiungere la dimensione del 2-2,5% del PIL degli Stati membri nella fase prefederale, poi del 5-7% nella fase federale con un piccolo settore pubblico, fino a giungere al 25% in una fase federale con un settore pubblico maggiore più esteso – obiettivi molto distanti dall’attuale PIL aggregato.

Dopo essersi ritirato dal servizio pubblico nel 1973, M. divenne economista della Confederazione dell’industria britannica ove rimase fino al 1984. Fu anche presidente della Royal economic society dal 1972 al 1974 e presidente del Comitato esecutivo del National institute of economic and social research.

Sarah Wolff (2012)