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O’Neill, Con

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O’N. nacque nel 1912 nell’Ulster e morì nel 1988. Il padre, Hugh O’Neill, fu un importante uomo politico unionista, parlamentare dal 1915 al 1952, e primo speaker del Parlamento dell’Irlanda del Nord dal 1921 al 1929.

Dopo un periodo di formazione iniziale a Elton, O’N. riuscì a vincere una borsa di studio in storia presso il Balliol college di Oxford, dove entrò per la prima volta in contatto con la realtà tedesca, grazie alla frequentazione con futuri esponenti di spicco dell’opposizione antihitleriana come Adam von Trott e Helmut von Moltke, e dove conseguì una laurea in inglese nel 1934. Nel 1936 venne ammesso nell’Ordine degli avvocati ma, immediatamente dopo, scelse di entrare a far parte del Servizio diplomatico britannico.

La sua prima destinazione estera fu l’Ambasciata britannica a Berlino, dove cominciò a prestare servizio nel 1938. In quanto membro del gruppo facente capo all’ambasciatore Devile Henderson, dovette suo malgrado adeguarsi alla politica di appeasement verso la Germania allora perseguita dal governo britannico. Tuttavia, dopo gli Accordi di Monaco firmati nel settembre 1938, O’N. espresse clamorosamente il proprio dissenso rassegnando le dimissioni dal Servizio diplomatico, e trovando occupazione prima presso il ministero dell’Informazione, e poi come segretario speciale del segretario parlamentare. Lo scoppio della guerra lo costrinse a raggiungere le forze armate per svolgere prevalentemente funzioni di organizzazione della propaganda e gestione delle informazioni.

La reintegra nel ministero degli Affari esteri avvenne nel 1943, ma O’N. decise di dimettersi per una seconda volta nel 1946 per andare a ricoprire il ruolo di editorialista a tempo pieno per il quotidiano “The Times”. L’esperienza giornalistica, però, durò solo un anno. Nel 1947 O’N. tornò infatti al ministero degli Affari esteri, dove conobbe una fase di intensa attività, prima in Germania, rispettivamente come membro della Commissione alleata di controllo, come rappresentante britannico nel settore statunitense e come consigliere dell’Alto commissario britannico Ivone Kirkpatrick, e successivamente nel Regno Unito, come membro del Collegio imperiale di difesa e poi come capo del Dipartimento informazioni dello stesso ministero degli Affari esteri.

A questo punto, la carriera di O’N. si orientò temporaneamente verso l’assunzione di responsabilità dirette in importanti sedi estere. Tra il 1955 e il 1957, in virtù dell’assenza di rapporti diplomatici ufficiali tra i due paesi, svolse sostanzialmente il compito di rappresentante del Regno Unito in Cina, grazie alla nomina a responsabile degli Affari britannici a Pechino. Tra il 1961 e il 1963, dopo essersi occupato della questione del disarmo in qualità di assistente sottosegretario di Stato al ministero degli Affari esteri, ricoprì invece il ruolo di ambasciatore britannico in Finlandia. Una ulteriore e decisiva svolta nella vicenda professionale di O’N. giunse però con la nomina a ambasciatore e a capo della delegazione degli osservatori britannici presso le Comunità europee (v. Comunità economica europea) a Bruxelles, seguita al fallimento della prima richiesta britannica di Adesione alle Comunità europee nel 1963. Questo doppio ruolo non gli offrì solo la possibilità di conoscere profondamente i meccanismi della macchina comunitaria, ma gli dette anche una precisa consapevolezza del significato politico e ideale dell’impresa comunitaria, e della necessità storica per la Gran Bretagna di farne pienamente parte.

Dopo il suo ritorno a Londra nel 1965, O’N. decise infatti di continuare a occuparsi di questioni comunitarie. In particolare, nella nuova veste di vice sottosegretario di Stato incaricato per gli Affari economici fu attivamente coinvolto sia nella svolta politica che portò il governo laburista di Harold Wilson a avanzare una nuova domanda di adesione alle Comunità europee, sia nel lavoro di preparazione che precedette l’annuncio ufficiale di candidatura avanzato dal segretario agli Affari esteri George Brown nel 1967. Tuttavia, la frustrazione seguita al secondo veto posto dal presidente francese Charles de Gaulle, con cui non mancò di polemizzare duramente, e la delusione seguita alla sua mancata nomina a ambasciatore in Germania convinsero O’N. a rassegnare per la terza volta le proprie dimissioni dal Servizio diplomatico nel 1968.

L’uscita di de Gaulle dalla scena politica francese e europea e l’avvento al potere di una maggioranza conservatrice guidata da Edward Heath in Gran Bretagna lo riportarono però presto in auge. Durante i negoziati per l’adesione britannica alle Comunità europee che si aprirono ufficialmente nel 1970 e che si conclusero con successo nel 1973, O’N. fu infatti chiamato a ricoprire il duplice ruolo chiave di capo della delegazione britannica alle riunioni della Conferenza dei viceministri, e di consigliere del segretario agli Affari esteri Geoffrey Rippon, a sua volta capo della delegazione britannica alle riunioni ministeriali.

Pur non rinunciando a difendere con forza i punti di vista e gli interessi britannici, soprattutto in termini di salvaguardia del ruolo della sterlina, di protezione dei settori ittici e agricoli nazionali e di tutela dei rapporti con le ex colonie, O’N. mostrò una chiara e inedita propensione a presentare l’adesione britannica alle Comunità europee non semplicemente come una pura costrizione economica ma come una strategica opzione politica. Un importante rapporto, da lui personalmente redatto su precisa richiesta del primo ministro Heath, rappresentò in questo senso il punto più avanzato della nuova elaborazione britannica sui temi comunitari. Peraltro, il suo equilibrio, la sua autorevolezza e il suo rigore gli valsero un unanime atteggiamento di rispetto e di stima, oltre al lusinghiero appellativo di “arcivescovo”, sia da parte dei negoziatori esteri, sia da parte degli stessi ambienti economici e politici britannici.

Dopo aver lasciato per l’ultima volta il Servizio diplomatico nel 1972, O’N., oltre a ricoprire importanti cariche nel mondo degli affari, giocò un ruolo importante a sostegno della continuazione della partecipazione della Gran Bretagna alle Comunità europee durante la campagna per il referendum confermativo indetto nel 1975 dal nuovo governo laburista di Wilson.

Simone Paoli (2010)