Rollier, Mario Alberto

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  1. (Milano 1909-ivi 1980), proveniva da una famiglia di Torre Pellice, ma originaria di La Sarraz, una cittadina nel cantone di Vaud. L’educazione religiosa ricevuta da R., primogenito dei tre figli di Marie Vigne ed Eric Rollier, aveva radici profonde nell’ambiente familiare. Il bisnonno, Ippolito, era stato pastore nelle Valli valdesi e professore al Collegio di Torre. Negli anni giovanili di R. acquistò un rilievo particolare l’esperienza religiosa, soprattutto per l’influenza che esercitò sulla sua formazione spirituale e culturale il pensiero di Giuseppe Gangale e di Karl Barth. Il gruppo dei giovani barthiani, di cui R. fu uno dei leader indiscussi, maturò posizioni sempre più impegnate sul terreno politico. Attraverso le riviste “Gioventù valdese”, “Gioventù cristiana”, “L’Appello” e “Protestantesimo”, i giovani valdesi seguirono gli sviluppi del movimento ecumenico e la lotta ingaggiata, sotto l’ispirazione di Barth, dalla Chiesa confessante in Germania contro il nazismo. Da questa lotta i giovani barthiani trassero motivo per approfondire il rapporto tra religione e politica e chiarire, in termini più precisi, la natura stessa dello Stato e di quella sua assolutizzazione che si era prodotta col nazionalismo. Attraverso l’ecumenismo, che sul terreno politico conduceva al cosmopolitismo, arrivarono a opporsi a ogni forma di antagonismo di razza e a condannare la nazionalità esclusiva tendente a soffocare le minoranze.

La riflessione su questi temi, dopo le leggi razziali, portò R. alle prime forme di opposizione al fascismo, un’opposizione che l’8 settembre 1943 prese la via della lotta armata all’interno del movimento Giustizia e libertà con l’adesione al Partito d’azione. Quando R., attraverso i contatti con i primi federalisti, venne a conoscenza del Manifesto di Ventotene, la lotta antifascista acquistò per lui un significato nuovo. Non si trattava più di lottare soltanto per sconfiggere il fascismo, ma per abbattere lo Stato nazionale e costruire la Federazione europea (v. Federalismo).

Il 27-28 agosto 1943, si verificò il fatto storico che lega indissolubilmente il nome di R. al federalismo europeo. In quei giorni si tenne nella sua abitazione di Milano, in via Poerio 37, il convegno di fondazione del Movimento federalista europeo (MFE). A conclusione del convegno, Ernesto Rossi e Altiero Spinelli partirono per la Svizzera, nel tentativo di conferire una dimensione europea all’agitazione federalista. R., rimasto a Milano, divenne – fino al maggio 1945 – l’indiscusso punto di riferimento della lotta federalista in Italia. Fu R. che rese operativo il legame con l’iniziativa dell’azione federalista in Svizzera e in Francia, occupandosi in prima persona della pubblicazione de “L’Unità europea”, l’organo di stampa del MFE.

Il succo del pensiero politico di R. si può cogliere nei suoi scritti su “L’Unità europea” e nell’opera che rappresenta il suo maggior impegno teorico: Stati Uniti d’Europa, portata a compimento nel gennaio 1944 e firmata con lo pseudonimo Edgardo Monroe, per indicare che, se esisteva una “dottrina di Monroe” che lanciava la parola d’ordine “L’America agli americani”, era necessaria, in Europa, un’analoga dottrina che lanciasse la parola d’ordine “L’Europa agli europei”. Il testo di R. si può collocare accanto a quelli di altri federalisti italiani che, nel corso della Resistenza, diedero alla problematica federalista un contributo teorico tutt’altro che trascurabile. A R., in particolare, si deve l’aver sottolineato quella stretta connessione tra federalismo interno e federalismo sovranazionale che trovò espressione nella Carta di Chivasso e nei suoi sforzi tesi a far inserire nella Costituzione della Repubblica italiana disposizioni atte a garantire l’identità culturale e l’autonomia delle popolazioni valdesi così come la loro libertà religiosa.

Con la fine della guerra R. fu sempre vicino al MFE, ma con un impegno militante non così vivace come nel periodo 1943-1945. Fu presente sul piano della politica nazionale nell’area dei partiti laici, anche se considerò questo impegno marginale rispetto a quello che lo assorbì sempre più sul terreno della ricerca scientifica e dell’insegnamento (v. Rognoni Vercelli, 1991).

Cinzia Rognoni Vercelli (2011)

Bibliografia

Rognoni Vercelli C., Mario Alberto Rollier. Un valdese federalista, Jaca Book, Milano 1991.

Gagliano S. (a cura di), Personalità poliedrica di Mario Alberto Rollier, Biblion, Milano 2011.