Stati africani e malgasci associati

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L’acronimo SAMA sta per Stati africani e malgasci associati (EAMA in francese). Si tratta di diciotto Stati africani francofoni, già colonie francesi o belghe, più la Somalia, che ottennero l’indipendenza nei primi anni Sessanta: Burundi, Camerun, Repubblica Centrafricana, Ciad, Congo, Dahomey, Gabon, Costa d’Avorio, Madagascar, Mali, Mauritania, Niger, Ruanda, Senegal, Somalia, Togo, Alto Volta e Zaire. Il trattato CEE del 1957 (v. Trattati di Roma) prevedeva agli articoli dal 131 al 136 di “associare” (v. Associazione) i possedimenti coloniali dei paesi membri (Pays et territoires d’outre-mer, PTOM) (v. anche Regioni ultraperiferiche dell’Unione europea), al mercato comune (v. Comunità economica europea, CEE). Con la conquista dell’indipendenza da parte della grande maggioranza di questi paesi insorse l’esigenza di creare un nuovo quadro di relazione tra essi e la CEE. A questo bisogno si rispose con le Convenzioni di Yaoundé, firmate il 20 luglio 1963, che davano vita a un sistema di relazioni commerciali preferenziali tra i Sei e i Diciotto.

I tratti più originali della Convenzione (v. anche Convenzioni) risiedevano nella sua multilateralità, primo esempio di accordo contrattuale tra mondo industriale avanzato e paesi in via di sviluppo (PVS), nel suo carattere onnicomprensivo, che legava in un quadro unitario un vasto spettro di politiche per lo sviluppo (aiuto finanziario, preferenze commerciali, assistenza tecnica, investimenti e trasferimento di capitali) (v. Politica europea di cooperazione allo sviluppo), e infine nella creazione di un quadro istituzionale, composto da un Consiglio, un’Assemblea parlamentare e una Corte di arbitrato che doveva regolare le relazioni tra le parti dell’Associazione.

Per quanto riguarda l’aspetto commerciale, il sistema di Yaoundé istituiva un regime di preferenze reciproche tra i due gruppi di paesi. In questo senso la Convenzione prevedeva, su una base di stretta reciprocità, l’ingresso libero, esente da dazi e quote, nel Mercato comune europeo (MEC) dei prodotti industriali e agricoli dei SAMA, fatta eccezione per quelli direttamente concorrenti con le produzioni europee. A parte l’evidente punto debole rappresentato dalle eccezioni, il sistema di Yaoundé non riuscì a conseguire quello che, almeno stando alle dichiarazioni ufficiali, avrebbe dovuto essere il suo obiettivo: aiutare i SAMA ad affrontare l’abolizione del sistema di preferenze coloniali, promuovendo la diversificazione delle loro economie e preparandole al meglio per affrontare la concorrenza sui mercati internazionali. In realtà il sistema si tradusse in una continuazione dei caratteri tipici del commercio coloniale, ossia esportazione di materie prime da parte dei SAMA che acquistavano prodotti industriali dai paesi CEE: il 72% delle loro esportazioni verso i Sei era costituito da materie prime, l’85% delle loro importazioni era rappresentato da prodotti industriali.

L’approccio liberoscambista basato sulla preferenza reciproca si rivelò inefficace per tre ragioni: primo, molti SAMA erano economie essenzialmente esportatrici di materie prime (in particolare rame, gomma, minerale di ferro, cotone), di per sé già esenti dalla Tariffa esterna comune (TEC) della CEE o comunque soggette a dazi minimi; secondo, il progressivo estendersi delle concessioni in materia di TEC ai prodotti provenienti da altri PVS, soprattutto dopo il 1971, con l’applicazione da parte comunitaria del Sistema di preferenze generalizzato, svuotò di significato le preferenze commerciali stabilite nelle Convenzioni di Yaoundé. Infine, l’adozione del principio di reciprocità impediva ai SAMA di proteggere le proprie industrie nascenti.

Durante il periodo di applicazione delle Convenzioni di Yaoundé (alla prima ne seguì una seconda firmata nel luglio 1969, in vigore fino al 1975) la quota di esportazioni dei SAMA verso il MEC conobbe una sensibile diminuzione, passando dal 13,4% del totale delle esportazioni del mondo in via di sviluppo verso i Sei nel 1958, al 7,4% registrato nel 1974. In maniera analoga, mentre nel 1958 i SAMA acquistavano l’11,6% del totale delle esportazioni dei paesi CEE al Terzo mondo, nel 1974 tale quota ammontava all’8,4%.

Con l’ingresso del Regno Unito nella CEE e la firma, il 28 febbraio 1975, della prima delle Convenzioni di Lomé, l’acronimo SAMA cessò di essere utilizzato e i paesi che vi erano compresi furono riassorbiti nel nuovo insieme denominato ACP (Stati dell’Africa sub sahariana, Carabi e Pacifico) comprendente, oltre ai 18, altri 6 Stati africani, Mauritius e 21 Stati appartenenti al Commonwealth.

Francesco Petrini 
(2010)