Sandys, Duncan

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S. (Londra 1908-ivi 1987), figlio di un parlamentare conservatore, come altri giovani appartenenti alle classi superiori inglesi frequentò Eton e quindi si iscrisse al Magdalen College di Oxford. Nel 1930 entrava a far parte del corpo diplomatico e fra i suoi primi incarichi vi fu l’ambasciata di Berlino, dove ebbe modo di vivere da vicino la crisi della repubblica di Weimar e l’avvento al potere del nazismo. Tornato nel Regno Unito e dedicatosi all’attività politica, in occasione delle elezioni del 1935 fu eletto membro della Camera dei Comuni per il partito conservatore nella circoscrizione di Norwood. Quello stesso anno egli sposava la figlia maggiore di Winston Churchill, Diana. Il legame con l’esponente tory era destinato ad avere un forte impatto sulla sua carriera politica. S. si schierò ben presto nell’ambito di quell’esiguo gruppo di politici inglesi ostili all’appeasement. Nel 1936 denunciava in Parlamento alcune carenze del sistema difensivo inglese: ne seguiva uno scontro con il ministro della Guerra Leslie Hore-Belisha, che cercò di farlo incriminare, ma l’azione non ebbe conseguenze anche per il sostegno offertogli da Churchill, di cui era ormai divenuto uno dei più stretti collaboratori.

Con lo scoppio del secondo conflitto mondiale Churchill, che era stato per lunghi anni isolato all’interno del partito conservatore, veniva nominato Primo Lord dell’Ammiragliato, quindi nel giugno del 1940, con la sconfitta della Francia, diveniva primo ministro in un governo di unione nazionale. Nel volgere di breve tempo Churchill allontanava dai gangli vitali della nazione tutti quegli esponenti del suo partito che avevano sostenuto la scelta dell’appeasement e li sostituiva con personalità a lui legate; la carriera di S., il quale faceva ormai parte del circolo degli “intimi” del primo ministro, ne traeva ovvio vantaggio e durante il conflitto Churchill gli affidava una serie di importanti incarichi ministeriali, fra i quali, ad esempio, quello di segretario parlamentare al dicastero degli Approvvigionamenti e in seguito di responsabile del ministero dei Lavori pubblici; inoltre egli fu posto a capo di un importante comitato, che, in stretta collaborazione con i servizi segreti, cercò di appurare nel corso del 1943 la possibilità che i tedeschi si dotassero di missili in grado di colpire il territorio inglese.

La carriera politica di S. parve subire una battuta d’arresto nell’estate del 1945, quando i conservatori persero le elezioni e per sei anni sarebbero rimasti lontani dal potere. Restava però per S. la stretta collaborazione con il suocero, il quale rivestiva comunque il ruolo di guida dell’opposizione e di leader di prestigio mondiale. Come è noto, spinto dai timori nei confronti della crescente influenza sovietica nel vecchio continente, Churchill ritenne che una qualche forma di unione europea, basata sulla riconciliazione franco-tedesca, fosse uno degli strumenti grazie ai quali rafforzare l’Europa occidentale di fronte alla politica di Stalin. Le opinioni di Churchill furono in parte espresse nel noto discorso di Fulton del marzo 1946 intorno all’esistenza di una “cortina di ferro” che ormai divideva il continente, e in maniera più precisa nel settembre dello stesso anno in un ulteriore allocuzione pubblica tenuta all’Università di Zurigo. La spinta verso forme di stretta cooperazione fra le nazioni dell’Europa occidentale, se non verso l’integrazione, trovò in questo stesso periodo espressione nella formazione di numerosi Movimenti europeistici di varia ispirazione politica. Il leader conservatore era dell’opinione che questi movimenti dovessero coordinare le loro iniziative. Nella sua visione restava prevalente la necessità di costruire l’unione europea quale risposta alla minaccia sovietica; inoltre, per Churchill, la Gran Bretagna, pur sostenendo tale processo, non avrebbe dovuto prendere parte direttamente alla futura “unione”.

Tra il 1946 e il 1947 Churchill favoriva la creazione dello “United Europe movement” nel cui ambito S. doveva svolgere un ruolo di primo piano. Egli finì ben presto con l’assumere la funzione di rappresentante della strategia del leader dei tories; fu infatti S., nel corso del 1947, a proporre una stretta cooperazione fra i vari movimenti europeisti, a favorire in seguito la costituzione del Joint international committee of the movements for European unity – da cui sarebbe nato il Movimento europeo, e ad avanzare l’ipotesi di una grande manifestazione pubblica alla quale avrebbero prendere parte personalità politiche di spicco provenienti dai vari paesi dell’Europa occidentale. In tale compito S. venne affiancato dall’esule polacco Josef Retinger.

Tra la fine del 1947 e gli inizi del 1948 S. e Retinger si impegnarono nell’organizzazione di quello che sarebbe divenuto noto come il “Congresso dell’Europa” dell’Aia (v. Congresso dell’Aia), tenutosi nel maggio del 1948 e abitualmente considerato come la prima, importante espressione delle attività dei movimenti europeisti. La conferenza fu un successo per gli organizzatori e parve consacrare Churchill come leader indiscusso del movimento europeo. In realtà, nell’ambito della manifestazione emersero già i primi sintomi di contrasto fra i rappresentanti di alcuni paesi, quali la Francia, sostenitori di una scelta federalista (v. Federalismo), e quelli inglesi, ben più cauti e sostanzialmente favorevoli a un approccio “unionista” che non ponesse in discussione le singole sovranità nazionali e, in particolare, il ruolo della Gran Bretagna. Nei mesi successivi alla conferenza dell’Aia S. proseguì nei suoi sforzi allo scopo di mantenere nelle mani di personalità britanniche la guida del Movimento europeo; d’altronde egli, come Churchill, sembrava vedere nella costruzione europea soprattutto uno strumento con cui combattere la Guerra fredda; S., pur con numerosi dubbi, finì con il sollecitare il sostegno finanziario dei servizi segreti americani al Movimento europeo. In realtà, con il trascorrere del tempo e, soprattutto, dopo il lancio del Piano Schuman, i movimenti europeisti finirono con l’essere fortemente influenzati dalle posizioni federaliste, mentre in Gran Bretagna le attività dei sostenitori della costruzione europea furono negativamente condizionate dalla scelta laburista di lasciare alla Francia la guida del processo di integrazione (v. Integrazione, teorie della; Integrazione, metodo della).

S. continuò a essere attivo all’interno del movimento europeista inglese, ma diede le dimissioni da questo organismo nel 1951 quando, con la vittoria dei conservatori e il ritorno a Downing Street di Churchill, quest’ultimo decise di affidare al genero la carica di ministro degli Approvvigionamenti, una funzione nel complesso minore, che probabilmente nasceva dall’opportunità di evitare accuse di favoritismi di natura familiare. In ogni caso S. finì con l’allinearsi sulle maggiori questioni europee, dalla Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA) alla Comunità europea di difesa (CED), alle caute posizioni espresse dal governo conservatore e ad accantonare quindi le vaghe istanze federaliste espresse in precedenza. Nel 1955 Churchill abbandonava la vita politica ed era sostituito da Anthony Eden; S. entrava a far parte del nuovo gabinetto con la responsabilità del ministero per lo Housing and local government. La sua carriera proseguì anche negli anni successivi durante la premiership di Harold Macmillan. Tra il 1957 e il 1959 fu ministro della Difesa, dal 1959 al 1960 responsabile del dicastero dell’Aviazione, dal 1960 al 1962 segretario di Stato al Commonwealth e dal 1962 al 1964 al Commonwealth e alle Colonie. I suoi interessi parvero concentrarsi dunque sulle questioni relative alla difesa. Nel 1957 promosse un importante Libro bianco (v. Libri bianchi), che sottolineando il ruolo dei missili dal punto di vista della politica difensiva inglese condusse a una crisi della ricerca nel settore degli aerei militari.

S. dovette inoltre affrontare problemi complessi quali l’indipendenza del Kenya e l’atteggiamento dei coloni bianchi della Rhodesia ostili al processo di decolonizzazione. Quanto alle questioni europee, egli si espresse a favore della decisione presa da Macmillan nell’estate del 1961 di presentare la candidatura di Londra alla Comunità economica europea (CEE), ma senza svolgere un ruolo di rilievo nel negoziato protrattosi sino al veto di Charles de Gaulle del gennaio 1963. Nella fase conclusiva del gabinetto Macmillan, S. dovette difendersi da accuse ingiuste che sembravano vederlo coinvolto nello “scandalo Profumo”. Con il 1964 e la sconfitta dei conservatori alle elezioni, la sua carriera politica aveva termine. Nominato nel 1974 pari del regno dalla regina con il titolo di Lord, S. fondava altresì il Civic trust, di cui divenne presidente. Moriva nel 1987.

Antonio Varsori (2010)

Bibliografia

Gilbert M., “Never despair” Winston S. Churchill 1945-1965, Heinemann, London 1988.

Pinder J., “Manifesta la verità ai potenti”. I federalisti britannici e l’establishment, in I movimenti per l’unità europea 1945-1954, a cura di S. Pistone, Jaca Book, Milano 1992.

Varsori A., Il Congresso dell’Europa dell’Aia (7-10 maggio 1948), in S. Pistone (a cura di), I movimenti per l’unità europea 1945-1954, Jaca Book, Milano 1992.

Young H., This blessed plot Britain and Europe from Churchill To Blair, Macmillan, London 1998.