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Scrivener, Christiane

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S. (Mulhouse 1925) dopo la laurea in psicologia a Parigi, studia negli Stati Uniti e si diploma alla Harvard Business School.

Dal 1958 è direttore generale dell’Associazione per l’organizzazione degli stages in Francia e dal 1961 dell’Associazione per l’organizzazione delle missioni di cooperazione tecnica. Nel 1969 diventa direttore generale dell’Agenzia per la cooperazione tecnica, industriale ed economica, presso la quale rimane fino al 1976.

Nel gennaio di quell’anno S., sconosciuta negli ambienti politici e scelta per la sua competenza, entra nel governo di Jacques Chirac per volere del Presidente della Repubblica Valéry Giscard d’Estaing: si occupa del Segretariato di Stato al consumo, ministero completamente nuovo nel quale s’impegna attivamente per due anni. S. comincia un percorso politico nel Partito repubblicano (che confluisce in seguito nell’Union pour la démocratie française, UDF) del quale è vicesegretario generale dal 1978 al 1979. Partecipa anche ai Clubs perspectives et réalités, fondati da Giscard d’Estaing.

Liberale ed europeista, autrice di Europe, une bataille pour l’avenir (1984), S. nel 1979 è eletta al Parlamento europeo nella lista capeggiata dall’amica Simone Veil, Union pour la France en Europe. È confermata alle elezioni successive del 1984. Nell’Assemblea di Strasburgo è membro del Gruppo liberale e democratico (Gruppo liberale e democratico riformatore dal 1985); dal 1979 al 1989 partecipa alla Commissione bilancio e dal febbraio 1985 al gennaio 1987 fa parte della Delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti.

Nel 1989 è nominata membro della seconda Commissione europea guidata da Jacques Delors, i cui compiti principali consistono nell’attuazione dell’Atto unico europeo e in un’ampia ridefinizione delle relazioni esterne della Comunità economica europea (CEE). S. riceve l’incarico di gestire la fiscalità, l’Unione doganale, le questioni relative ai prelievi obbligatori e la politica dei consumatori. Il dossier principale riguarda l’Armonizzazione dei sistemi fiscali.

Poco tempo dopo il suo arrivo, per superare l’impasse nella quale si trova il Piano per l’abolizione delle frontiere fiscali presentato dalla Commissione nel 1987, S. indirizza al Consiglio dei ministri CEE e al Parlamento europeo una comunicazione contenente i nuovi orientamenti in materia di riavvicinamento delle imposte sul valore aggiunto e di accise e in materia di tassazione dei redditi da risparmio. L’obiettivo è rispettare i tempi della realizzazione del Mercato unico, prevista per il 1 gennaio 1993. Questa comunicazione, cosiddetta “Documento S.”, propone sia l’armonizzazione dei prelievi sui redditi da risparmio (prelievo alla fonte dal 10 al 15% sugli interessi delle obbligazioni e dei depositi bancari) sia l’allineamento dei tassi delle imposte sul valore aggiunto secondo il principio di tassazione degli scambi comunitari nel paese d’origine. Le sue proposte incontrano molte resistenze da parte del governo britannico, che teme conseguenze negative per la propria piazza finanziaria, e critiche da Francia e Germania; quest’ultima, in particolare, si oppone all’idea di applicare una trattenuta alla fonte del 15% sugli interessi delle obbligazioni e dei depositi bancari. Il Documento S. non risulta utile, quindi, come base di mediazione fra gli interessi degli Stati membri, tanto che il Consiglio dei ministri finanziari si esprime per il mantenimento del “principio di destinazione” e rifiuta le proposte della Commissione. Il Regno Unito e il Lussemburgo si oppongono anche in seguito all’uniformazione delle tasse sui redditi da risparmio, nonostante le reiterate proposte del Commissario S. ancora nel 1993.

Nel giugno del 1990 la Commissione approva una serie di direttive per evitare alle imprese operanti in più Stati membri di essere penalizzate dalla diversità dei regimi fiscali tra i paesi membri e facilitare collaborazioni e fusioni tra le imprese europee.

La crisi finanziaria dell’autunno 1992 e il conseguente periodo di turbolenza finanziaria rinviano la prospettiva di integrazione monetaria e rendono più difficile l’applicazione delle proposte della Commissione in materia fiscale, diffondendo scetticismo sulle prospettive dell’unione monetaria così come delineate nell’accordo di Maastricht (v. Trattato di Maastricht).

Nel dicembre del 1992 S. è riconfermata nella III Commissione Delors in carica dal 6 gennaio 1993 al 5 gennaio 1994, con l’incarico delle imposte, armonizzazione dei redditi e Politica dei consumatori. Dalla sua esperienza nasce il testo Guide du consommateur européen dans le Marché unique, che S. pubblica nel 1994.

L’impegno europeo di S. prosegue come presidente dell’Associazione Europe-Avenir (1984-1995), come presidente dell’organizzazione non governativa Plan International (1997-2007) e dell’affiliata Plan France (dal 2007), e come membro del Consiglio d’amministrazione dell’Alliance française (1997-2002).

Lucia Bonfreschi (2012)