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Van Helmont, Jacques

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V.H. (Parigi 192-ivi 1996) studia legge ed economia politica, prima di completare la sua formazione all’École des sciences politiques. La sua stretta collaborazione con Jean Monnet inizia nel 1946, quando Van Helmont entra a far parte del Commissariat au Plan de modernisation et d’équipement français, un’inedita struttura francese di cui Monnet è il promotore. Di fronte alle carenze e alle distruzioni provocate dalla Seconda guerra mondiale, lo Stato francese cerca di orientare l’economia per evitare lo spreco delle modeste risorse disponibili e ridurre gli squilibri regionali e sociali. Questo organismo ex nihilo promuove una pianificazione indicativa, stimolante e concertata. Nel 1946 V.H. partecipa all’elaborazione del rapporto sul primo piano di modernizzazione e di infrastrutture. Nel 1947 è uno degli autori del programma francese per gli aiuti del Piano Marshall, che hanno fornito gli investimenti necessari al risanamento dell’economia francese e quindi i finanziamenti per poter realizzare il Piano di modernizzazione e di infrastrutture. Infine, nel 1948-1959, partecipa alla creazione del bilancio economico nazionale.

Il 20 giugno 1950, in seguito alla Dichiarazione Schuman, a Parigi si apre la conferenza sul Piano Schuman sotto la presidenza di Monnet. V.H. è il segretario della delegazione francese e della conferenza. Il 18 aprile 1951 i negoziati sfociano nella firma del Trattato di Parigi, che dà vita alla Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA). Nel 1952, dopo la creazione delle nuove Istituzioni comunitarie, V.H. è nominato direttore di gabinetto del belga Paul-Henri Spaak, primo presidente dell’Assemblea della CECA. Tuttavia, malgrado le sue funzioni ufficiali lo allontanino da Monnet dal giugno 1952 al settembre 1954, V.H. non smette di essere legato tanto all’uomo quanto alla sua azione. Dietro consiglio di Monnet, Spaak incarica V.H. di seguire dal 15 settembre 1952 al 10 marzo 1953 i lavori della commissione che si è costituita dall’Assemblea ad hoc. Questa commissione, presieduta da Heinrich von Brentano, è incaricata di elaborare lo statuto della futura Comunità politica europea (CPE). Dal giugno 1954 al settembre 1954, V.H. è chargé de mission presso Alcide de Gasperi, successore di Spaak alla presidenza dell’Assemblea comune della CECA. Nel settembre 1954 entra a far parte del gabinetto di Monnet, presidente dell’Alta autorità della CECA. Svolge quest’incarico finché Monnet non lascia l’Alta autorità nel giugno 1955 e lo aiuta a scrivere la sua lettera di dimissioni. Monnet ritiene che un’azione tramite un organo non ufficiale possa servire meglio alla causa europea. V.H. lo segue: prende parte alla creazione del Comitato d’azione per gli Stati uniti d’Europa, al quale poi dedica due periodi della sua vita di militante europeo, prima dal 1955 al 1958, poi, dopo un periodo trascorso all’Euratom, come segretario generale dal 1963 fino al suo scioglimento nel 1975.

Nel febbraio-marzo 1955, V.H. partecipa alla creazione del Comité d’action pour les États Unis d’Europe, la cui prima sessione si tiene in ottobre: è incaricato di informare l’opinione pubblica sulle opzioni adottate da Monnet. In questo quadro mette a punto i documenti elaborati sulla base delle note e degli appunti manoscritti di Monnet, mentre quest’ultimo prende contatto con diverse personalità europee. Il Comité d’action è costituito dalla maggioranza dei partiti politici e dei sindacati non comunisti europei. Cerca di difendere la pace promuovendo un’Europa forte e integrata, in grado di impegnarsi su un piano di uguaglianza nella partnership atlantica. Dopo aver contribuito alla sua creazione, V.H. entra ovviamente a far parte del Comité d’action.

L’influenza del Comité d’action è particolarmente importante durante i suoi primi anni di vita. Monnet ne è il presidente, ma l’azione del gruppo si fonda in parte sul lavoro instancabile di alcuni suoi fedeli collaboratori. Con Max Kohnstamm, Richard Mayne e François Duchêne, V.H. appartiene al nucleo centrale del comitato. È difficile individuare il singolo apporto dei collaboratori di Monnet all’interno del comitato. In generale, avendo una notevole facilità di scrittura, V.H. ha il compito spesso ingrato di redigere e di rivedere, talvolta fino a trenta volte, le versioni successive delle dichiarazioni e risoluzioni del Comité d’action, dato che Monnet si sforza di ottenere il consenso dei suoi membri. Inoltre V.H. è incaricato, in particolare, dei contatti con l’Italia. Il Comité d’action si impegna per far approvare la Risoluzione di Messina (v. Conferenza di Messina) e in seguito per ratificare i Trattati di Roma che istituivano la Comunità economica europea (CEE) e soprattutto l’Euratom, nel quale Monnet credeva profondamente. È un successo, coronato dalla firma e dalla ratifica dei due Trattati. V.H. decide di unirsi alla Commissione europea dell’Euratom fin dalla sua entrata in funzione nel 1958. Dal giugno 1958 al gennaio 1963, è alla guida della Direzione di controllo della Commissione Euratom. In questa veste elabora e fa adottare dei regolamenti per definire le informazioni che le installazioni nucleari dei Sei devono fornire alla Commissione in merito alle loro caratteristiche, agli stock e alle transazioni. Negozia e applica le clausole di controllo degli accordi Euratom/Stati Uniti ed Euratom/Regno Unito, relative alle materie e alle attrezzature importate. Dal novembre 1959 al dicembre 1962, è consigliere speciale del presidente della Commissione Euratom per il progetto di università europea.

Nel 1963, su richiesta di Monnet, V.H. rientra di nuovo nel Comité d’action, di cui diviene segretario generale. Le sue prese di posizione interessano a varie riprese l’ambito istituzionale. In occasione della crisi della “sedia vuota”, il 15 agosto 1965, annota nel suo diario: «L’integrazione economica fornisce all’unità politica l’amalgama delle politiche economiche, dei mercati, delle imprese, come pure un’esperienza istituzionale e un’azione solidale. È molto, non è abbastanza». V.H. crede che l’integrazione economica prepari e agevoli l’integrazione politica, ma è convinto che non possa crearla (v. Integrazione, teorie della; Integrazione, metodo della). Per questo motivo non è favorevole ad una commissione che trascenda i poteri che le sono stati conferiti e quindi non approva l’azione di Walter Hallstein, presidente della Commissione CEE. V.H. delinea il piano dell’agosto 1973 in cui si propone l’istituzionalizzazione e la regolarizzazione dei Vertici dei capi di Stato e di governo, a suo avviso la sola via che possa condurre all’unione economica europea programmata al vertice dell’ottobre 1972. In precedenza, negli anni Sessanta, V.H. ha lavorato alla fusione degli esecutivi comunitari, che avrà luogo nel 1967. Nel 1975 il Comité d’action si scioglie per iniziativa di Monnet e V.H. non svolgerà più funzioni ufficiali.

Mentre era membro del Comité d’action V.H. ha tenuto un diario (Journal), oggi conservato alla Fondation J. Monnet pour l’Europe, in cui sviluppa una riflessione sull’azione di Jean Monnet e del Comité d’action e riporta fedelmente le crisi e i progressi dell’integrazione europea. Nel 1986 ha pubblicato anche Options européennes 1945-1985. Quindi V.H. è al tempo stesso un protagonista importante e un testimone essenziale degli esordi della costruzione europea.

Anaïs Legendre (2012)