Accordi di San José

Gli Accordi di San José sono il risultato di un processo di dialogo politico (da cui la denominazione alternativa di “dialoghi di San José”) avviato tra l’Unione europea e i sei paesi dell’Istmo centroamericano (Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua e Panama) a seguito della celebrazione di una conferenza ministeriale, nella città di San José, in Costarica, nel 1984. Su tale meccanismo si basa ancora oggi la cooperazione regionale tra Unione europea e tali paesi.

Il primo accordo, siglato nel 1985 tra la Comunità economica europea e i paesi sopra menzionati, faceva riferimento alla grave crisi che, negli anni Ottanta, aveva colpito l’area centroamericana: gli assi principali dell’intesa erano fortemente correlati ad aspetti quali la promozione del processo di pace e di stabilizzazione politica nell’area, il rafforzamento della democrazia, il rispetto dei diritti dell’uomo e l’integrazione regionale (v. Integrazione, metodo della).

A seguito di tale incontro, i rappresentanti europei e centroamericani hanno continuato a riunirsi annualmente, alternando quale sede di incontro una capitale centroamericana e una europea.

Il dialogo di San José ha giocato un ruolo determinante nel conseguimento della pace e nel ripristino della democrazia nei paesi dell’America centrale agli inizi degli anni Novanta, e si è evoluto nel corso del tempo quale principale canale di comunicazione, a livello politico ed economico, tra le due regioni.

Sul piano dell’integrazione regionale, infatti, è importante evidenziare che, nel 1992, i sei paesi centroamericani hanno istituito il cosiddetto Sistema de integración centroamericana (SICA) che prevede quale obiettivo principale la promozione di uno sviluppo equo e democratico della regione. La riunione euro-centroamericana del 1993 si concludeva con la firma di un nuovo accordo, subentrato a quello del 1985, nel quale si prendeva atto di tale evoluzione.

I buoni risultati ottenuti relativamente alla fine della guerra civile e alla reintroduzione della democrazia nell’America centrale hanno consentito al dialogo di San José di orientarsi maggiormente verso il rafforzamento dei legami economici con l’Unione europea.

Questa posizione trovava espressione nella “dichiarazione di Firenze”, enunciata durante la conclusione della XII conferenza, tenutasi proprio nella città toscana, nel 1996, nell’ambito della quale il rapporto di cooperazione tra le due aree si orientava su tre linee: in primo luogo la promozione dello Stato di diritto, il supporto alle politiche sociali e l’ampliamento delle possibilità per i paesi centroamericani di inserirsi nel quadro economico internazionale; in secondo luogo, la riorganizzazione del rapporto di cooperazione in base a metodi improntati a un maggior grado di partecipazione, soprattutto per quanto riguarda i beneficiari; infine, la razionalizzazione degli incontri annuali che, da quel momento, avrebbero iniziato ad aver luogo, a livello plenario, ogni due anni, e, a livello di troika, negli anni intermedi.

Nel 2000 a Vilamoura, in Portogallo, i partecipanti alla XVI conferenza decretavano il potenziamento del piano d’azione comunitario, varato dopo la XV conferenza nel 1999, a sostegno della ricostruzione dell’area centroamericana devastata dall’uragano Mitch.

I rappresentanti europei, inoltre, esprimevano ufficialmente la propria soddisfazione in relazione ai progressi compiuti dai paesi centroamericani nel loro percorso di democratizzazione, testimoniati dalle elezioni in El Salvador e Panama e dall’impegno guatemalteco nella concretizzazione degli accordi di pace del 1996.

Nel 2003, nell’ambito della XIX conferenza ministeriale celebrata a Panama, si stabiliva di formulare un nuovo accordo di dialogo politico e cooperazione tra le parti, così come statuito anche nel Vertice ibero-americano, tenuto a Madrid nel 2002, che prevedeva, oltre ai tradizionali assi riguardanti la democrazia, la tutela dei diritti umani, lo sviluppo economico e l’integrazione regionale, anche temi quali le migrazioni e la lotta contro il terrorismo.

José Luis Rhi-Sausi (2007)