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Amato, Giuliano

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A. (Torino 1938) è un giurista e uomo politico italiano. Laureato in Giurisprudenza nel 1960 presso il Collegio medico-giuridico di Pisa, muove i primi passi nel campo della ricerca giuridica, specializzandosi in Diritto costituzionale, conseguendo nel 1963 un master in Diritto costituzionale comparato presso la Columbia University di New York.

Rientrato in Italia, intraprende la carriera accademica, e, dopo aver svolto libera docenza a Roma, nel 1970 ottiene la cattedra universitaria, svolgendo attività accademica presso gli atenei di Modena, Reggio Emilia, Perugia e Firenze. Nel 1975 diviene professore ordinario di Diritto costituzionale comparato presso la facoltà di Scienze politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma.

Nel corso di quest’anni si dedica con abnegazione e risultati alla ricerca scientifica, dando luce alle prime e significative pubblicazioni della sua copiosa produzione scientifica, che gli varrà il riconoscimento per l’attività svolta nel campo della ricerca giuridica. Alla luce dell’istituzione delle regioni ad autonomia ordinaria nell’ordinamento statuale italiano nel 1970, si occuperà degli aspetti giuridico-costituzionali di questo tema, attraverso un’intensa attività pubblicistica e lo svolgimento di un ruolo tecnico, quale membro della commissione governativa per il trasferimento delle funzioni amministrative alle regioni. Negli anni 1967-1968 e 1973-1974 ricoprirà l’incarico di capo dell’Ufficio legislativo del ministero del Bilancio, sotto la guida rispettivamente dei ministri socialisti Giovani Pieraccini nel secondo governo di Aldo Moro e Antonio Giolitti, nel quarto governo di Mariano Rumor. Dal 1979 al 1981 viene chiamato a dirigere il Centro studi della CGIL Istituto ricerche economiche e sociali (IRES).

È nella metà degli anni Settanta che si intensifica la sua partecipazione attiva al Partito socialista italiano, del quale era stato iscritto fin dal 1958. La sua impostazione di chiaro stampo riformista lo porta ad assumere posizioni nette all’interno del partito a favore dell’autonomia dei socialisti all’interno della sinistra italiana, e a contribuire alla realizzazione del documento di riforme definito “Progetto socialista”.

Sarà eletto alla Camera dei Deputati per la prima volta nel 1993. Da una posizione interna al partito di opposizione al segretario Bettino Craxi, si avvicinerà gradualmente al leader del Partito socialista diventando uno dei suoi principali consiglieri e assurgendo alla carica di sottosegretario alla presidenza del Consiglio quando Craxi diventerà Presidente del Consiglio, carica che ricoprirà dal 1983 al 1987. In questi anni sarà particolarmente intensa la sua attività volta a sostenere il progetto di “grande riforma” portato avanti dai socialisti, in particolare animerà il dibattito sul progetto di riforma delle istituzioni centrali dalle pagine del periodico socialista “Mondoperaio”, poi raccolte nel volume Una Repubblica da riformare.

Nel biennio 1987-1989 ricoprirà la carica di ministro del Tesoro rispettivamente nel governo Goria (luglio 1987-aprile 1988) e nel governo De Mita (aprile 1988-luglio 1989). Nel governo Goria sarà anche vicepresidente del Consiglio.

Nel corso di questa esperienza, raccontata nella sua opera biografica Due anni al Tesoro, affronterà i nodi legati all’unione monetaria da un osservatorio privilegiato, partecipando ai lavori di preparazione del Trattato di Maastricht.

Nel 1992, all’indomani delle elezioni politiche tenutesi ad aprile, e nel pieno della vicenda giudiziaria denominata Tangentopoli, sarà chiamato dal Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro a formare il primo governo dell’XI legislatura.

Il primo governo A., nato col sostegno delle forze del quadripartito (Democrazia cristiana, Partito socialista, Partito liberale, Partito socialdemocratico), si troverà ad affrontare un momento di profonda crisi politica, economica e morale. Nonostante l’esigua durata del governo, rimasto in carica per dieci mesi, i risultati raggiunti e le importanti riforme realizzate rappresenteranno un segno tangibile del duro e significativo lavoro svolto da A. e dai i suoi ministri.

La principale emergenza sarà rappresentata dalla profonda crisi finanziaria che l’Italia allora conoscerà, rappresentata dal crollo della lira, a cui seguiranno la conseguente svalutazione della moneta e l’uscita dal Sistema monetario europeo, avvenuta il 16 settembre 1992. A questi provvedimenti seguì il varo di una manovra economica dell’ammontare di 93 mila miliardi di lire, la più significativa mai realizzata in Italia, volta al risanamento del bilancio, e che rappresentò un importante assunzione di responsabilità che fu all’origine della ripresa che l’Italia conoscerà negli anni successivi, ma soprattutto dell’evitato dissesto finanziario. Sul versante economico, il governo A. introdusse ulteriori elementi di novità e raggiunse altri importanti risultati, in particolare, l’accordo con le parti sociali per la sospensione della “scala mobile” e il piano per la privatizzazione degli enti pubblici. A questi si aggiunge la riforma del pubblico impiego, volta a equiparare i lavoratori pubblici con quelli del settore privato. All’indomani della vittoria dei referendum per l’introduzione del sistema elettorale maggioritario in Italia, svoltisi il 18 aprile 1993, e ormai travolto in modo inesorabile dell’incessante azione svolta dalla magistratura nell’ambito della vicenda “Mani pulite”, l’esperienza del governo A. giunse alla sua conclusione.

L’anno successivo, A. viene nominato presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Antitrust), incarico che ricoprirà fino al 1997. Nel 1998 ritornerà alla politica attiva, ricoprendo nel primo governo D’Alema prima il ruolo di ministro delle Riforme istituzionali, e successivamente quello di ministro del Tesoro.

In seguito alle dimissioni di D’Alema, il 25 aprile 2000 sarà chiamato per la seconda volta a ricoprire la carica di Presidente del Consiglio dei Ministri. Il secondo governo A., composto da una coalizione di centrosinistra, resterà in carica fino all’11 giugno 2001, e nel corso dello stesso A. ricoprirà ad interim il ruolo di ministro per l’Università, la Ricerca scientifica e tecnologica dal 2 febbraio 2001.

Alle elezioni politiche del maggio 2001, A. si candiderà per la coalizione di centrosinistra nel collegio maggioritario di Grosseto al Senato della Repubblica, e risulterà eletto, ritornando in tal modo a ricoprire un ruolo parlamentare.

Nel gennaio 2002 viene nominato vicepresidente della Convenzione europea presieduta dall’ex Presidente della Repubblica francese Valery Giscard d’Estaing e che avrà il compito di scrivere la Costituzione europea e dal 2006 al 2007 coordinerà i lavori dell’Action committee for European democracy, ACED (), anche detto “Gruppo Amato”, sorto al fine di riscrivere la Costituzione europea dopo le bocciature subite dai referendum tenutisi in Francia e nei Paesi Bassi del 2005 e che contribuirà a definire le linee guida del Trattato di Lisbona.

Alle elezioni politiche del 2006 (XV legislatura) A. sarà candidato alla Camera nelle file dell’Ulivo nella circoscrizione Toscana, dove sarà eletto deputato. In occasione della formazione del secondo governo di Romano Prodi, sarà chiamato a ricoprire il ruolo di ministro degli Interni.

Conclusa l’esperienza ministeriale, alle elezioni politiche del 2008 rinuncerà a candidarsi, dedicandosi all’attività scientifica e pubblicistica, figurando tra l’altro nei board di prestigiosi e numerosi istituti internazionali e think tank.

Nel 2002 è eletto Honorary fellow della American Academy of arts and sciences e ricopre la carica di presidente della Commissione internazionale sui Balcani, costituita dalla Bosch Stiftung, dal German Marshal Fund, dalla King Baudouin Foundation e dalla C.S. Mott Foundation. Attualmente ricopre lo stesso incarico al Centro studi americani di Roma e, dal febbraio 2009 è presidente dell’Istituto dell’Enciclopedia italiana.

Fa parte, inoltre, dell’Advisory board di InvestCorp e del Board del Center for European reform di Londra e, dal 2009, è componente del Board e del Council dell’European council on foreign relations. Dirige il quadrimestrale “Mercato, Concorrenza e Regole”, edito da il Mulino, ed è condirettore del bimestrale “ItalianiEuropei”, edito dalla omonima Fondazione.

Ricca è la sua produzione scientifica e accademica. I suoi libri principali hanno a oggetto le libertà, le forme di stato e di governo, il diritto dell’economia e la concorrenza, la cultura politica e l’integrazione europea (v. Integrazione, teorie della; Integrazione, metodo della). In riferimento a quest’ultima, di particolare interesse le pubblicazioni aventi ad oggetto il tema della cittadinanza europea e della costituzione europea.

Michele Affinito (2009)

Bibliografia

AA.VV., Progetto socialista, Laterza, Roma-Bari 1976.

Amato G., Una repubblica da riformare: il dibattito sulle istituzioni in Italia dal 1975 a oggi, il Mulino, Bologna 1980.

Amato G., Due anni al tesoro, il Mulino, Bologna 1990.

Amato G., Il gusto della libertà. L’Italia e l’antitrust, Laterza, Roma 1998.

Amato G., Noi in bilico. Inquietudini e speranze di un cittadino europeo, Laterza, Roma-Bari 2005.

Amato G., Salvadori M.L., Europa conviene?, Laterza, Roma 1990.

Barucci P., L’isola italiana del Tesoro: ricordi di un naufragio evitato, 1992-1994, Rizzoli, Milano 1995.

Cazzola G., Il beneAmato, Sperling & Kupfer, Milano 2000.

Paciotti E. (a cura di), Verso l’Europa dei diritti, il Mulino, Bologna 2005.