Azione Jean Monnet

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L’arrivo di Jacques Delors alla guida della Commissione europea e il rinnovarsi del rapporto di cooperazione franco-tedesco furono all’origine di una spinta importante verso nuove forme di integrazione. La Comunità europea (v. Comunità economica europea), d’altro canto, si presentava come una realtà di carattere economico, giuridico e politico ormai consolidata da oltre un trentennio di attività. Fra le competenze della Comunità europea era rimasta per lungo tempo esclusa l’educazione, considerata da alcuni Stati membri come un’area strettamente riservata alle prerogative nazionali (v. anche Politica dell’istruzione). Vi era stata una serie di interventi e di iniziative, soprattutto a partire dai primi anni Settanta, nel settore della formazione professionale, intesa come strumento di natura economica o elemento di una politica sociale, ma i progetti comunitari in questo settore avevano toccato solo marginalmente il campo dell’educazione, in particolare quella universitaria. Ciò non toglie che la Commissione avesse mostrato attenzione nei confronti del mondo dell’università con l’istituzione di una Divisione per l’informazione universitaria, dapprima legata al Servizio informazione e in seguito della Direzione generale (DG) X (informazione e cultura). Nella seconda metà degli anni Ottanta, inoltre, confermando la crescente attenzione di Bruxelles verso metodi di formazione che coinvolgessero anche il mondo universitario, venivano lanciati alcuni programmi di rilievo, quali ad esempio ERASMUS (European action scheme for the mobility of university students) per la mobilità di docenti e studenti (v. Programma europeo per la mobilità degli studenti universitari).

Tra il 1988 e il 1989 la DG X, sfruttando anche la presenza di organismi quali il Comitato di collegamento delle Conferenze dei rettori e presidenti degli Stati membri e della European community studies association (ECSA), decideva di lanciare un’iniziativa destinata a incidere sul mondo universitario, in particolare sugli studi e sulla didattica (v. Associazione universitaria di studi europei). L’Azione Jean Monnet – così venne chiamata l’iniziativa – partiva dal presupposto che il processo di integrazione avesse ormai stimolato una serie di ambiti di indagine, definiti “studi europei”, in alcuni precisi settori disciplinari: scienze giuridiche, scienze economiche, scienze politiche e sociologiche e, infine, scienze storiche. In base a ciò la Commissione avrebbe favorito, attraverso lo strumento del cofinanziamento, l’istituzione presso alcune università dei paesi membri di moduli, corsi permanenti e cattedre che si occupassero del processo di integrazione nei settori disciplinari ricordati. Come per altre iniziative comunitarie, anche l’Azione Jean Monnet si scontrò con una serie di difficoltà: la diffidenza degli ambienti accademici nei confronti di un’azione che alcuni ritenevano potesse ledere l’autonomia universitaria, le incomprensioni delle amministrazioni dei singoli atenei, le diversità di carattere legislativo, ecc. Ciò nonostante, con il trascorrere del tempo e con un impegno finanziario relativamente modesto se comparato ad altri progetti comunitari, l’Azione Jean Monnet, come i programmi ERASMUS e Trans-European mobility scheme for university studies (TEMPUS) (v. Programma transeuropeo di cooperazione per l’istruzione; Programma Socrates), finì con il porre salde radici nel mondo universitario europeo. Nel corso degli anni Novanta, anche a seguito delle aspettative create del Trattato di Maastricht, della nascita dell’Unione europea (UE) e dalle prospettive di un ulteriore allargamento, l’Azione Jean Monnet lanciò una serie di progetti collaterali, quali una serie di convegni destinati a coinvolgere docenti titolari di cattedre o corsi Jean Monnet, la creazione di poli universitari europei presso le sedi ove più forte era la presenza di insegnamenti o di corsi di studi appartenenti al settore degli “studi europei”, l’ampliamento dell’Azione a università di nazioni candidate all’ingresso nell’UE, nonché di altri paesi terzi.

In questi ultimi anni l’Azione Jean Monnet ha subito alcuni cambiamenti, anche in conseguenza delle trasformazioni subite dalla Commissione, ad esempio con il passaggio di competenze a nuove Direzioni generali. Non sono inoltre mancate alcune contraddizioni, fra cui lo squilibrio nel numero delle cattedre fra i vari settori disciplinari e il perdurante timore di possibili interferenze di Bruxelles nelle competenze degli atenei. Ciò nonostante, la crescente attenzione della UE per i temi dell’educazione e dell’università – confermata anche dalla cosiddetta “agenda di Lisbona” (v. Strategia di Lisbona), dal Programma di Bologna per una uniformazione dei corsi di studio universitari (v. Spazio europeo dell’istruzione superiore), dal successo del programma ERASMUS – ha confermato nell’opinione della Commissione la validità di questa iniziativa sino alla sua recente trasformazione da “azione” in un più impegnativo “programma”.

Antonio Varsori (2008)