A B C D E F G H I J K L M N O P R S T U V W X Z

Bavčar, Igor

image_pdfimage_print

B. (Postumia, Slovenia 1956), proviene da una famiglia duramente colpita dalla resistenza alle autorità fasciste italiane sul territorio sloveno prima della sconfitta del fascismo. Sua madre, Iva Krivec, era nata a Lokve vicino a Nova Gorika e suo padre, Slavo Bavčar, partecipò al movimento partigiano sloveno durante la Seconda guerra mondiale e quando in seguito entrò nell’esercito iugoslavo la famiglia si trasferì a Novo mesto. Il fratello di B., Dragan, è il capo di Stato maggiore dell’esercito sloveno. Non sorprende affatto, quindi, che dopo aver frequentato per un breve periodo il ginnasio di Novo mesto, B. decida di frequentare l’accademia di polizia di Tacen.

Durante i suoi studi di scienze politiche, alla fine degli anni Settanta B. diventa membro dell’organizzazione studentesca dell’Università di Lubiana. Come editore del periodico settimanale studentesco “Tribuna”, è costantemente in conflitto con le autorità comuniste. Il periodico viene confiscato diverse volte e la sua pubblicazione viene soppressa. La sua tesi di laurea sulla critica alla teoria del valore di Marx riceve il premio Prešeren Fund, il più prestigioso riconoscimento per studenti concesso dall’Università di Lubiana.

Dopo la laurea B. porta avanti la sua attività politica. Partecipa alla pubblicazione di “Časopis za kritiko znanosti” e con la sua supervisione viene preparata la collana letteraria “Knjižnica revolucionarne teorije”. Entrambe le pubblicazioni sono improntate all’opposizione e a una critica feroce nei confronti delle autorità comuniste allora al potere. Dopo una breve esperienza nella Federazione dei giovani socialisti sloveni, nel 1989 B. costituisce la società Ada Graf d.o.o., specializzata nel settore della computer grafica.

Negli anni Ottanta B. collabora con movimenti di ancor più aperta opposizione alle autorità socialiste, per le quali scrive articoli e prepara discorsi. Scrive e pubblica con i suoi colleghi Bojan Korsika e Srečo Kirn il libro Kapital in delo v SFRJ, nel quale analizza la teoria economica comunista ufficiale dell’epoca. Poco dopo, insieme al suo amico Janez Janša, cura e pubblica le memorie e il diario del defunto ex presidente del governo sloveno Stane Kavčič, una delle figure più importanti destituita nel pieno degli anni Settanta, quando le autorità comuniste intrapresero un’epurazione per rimuovere i liberali dalle posizioni di rilievo in tutte le Repubbliche iugoslave. Tale pubblicazione rappresenta una dura critica della leadership comunista slovena e iugoslava di allora.

Il 1988 è un momento cruciale per l’indipendenza slovena. L’esercito iugoslavo minaccia di prendere il potere e nel maggio del 1988, alla presenza della polizia politica slovena, vengono arrestati tre giornalisti e un ufficiale. Uno dei giornalisti è Janez Janša. Per aiutare il suo amico, B. fonda il Comitato per la difesa di Janez Janša. Poco dopo, il comitato estende la sua missione trasformandosi nel più grande movimento d’opposizione. È B. stesso a dirigere il Comitato per i diritti umani (è questo il nome del movimento) e l’obiettivo principale rimane sempre quello di proteggere i quattro detenuti, ma il Comitato sostiene anche apertamente libere elezioni, il sistema multipartitico, la difesa dei diritti umani, l’indipendenza della Slovenia e il diritto della nazione slovena all’autodeterminazione. Il Comitato rappresenta una piattaforma comune per i futuri leader politici che abbandoneranno in seguito il Comitato per formare partiti politici. B. dirige inoltre la Convenzione per la Costituzione, che si occupa di redigere il primo progetto della nuova Costituzione slovena, in collaborazione con scrittori e intellettuali sloveni dell’Università di Lubiana.

In questo periodo, B. si afferma come eccellente leader, capace sempre di riunire il fior fiore dell’ambiente intellettuale e politico. È un politico appassionato e di ferme convinzioni, e soprattutto ha assistito e ha partecipato attivamente ai momenti più cruciali della storia del giovane Stato sloveno.

Nel 1990, dopo le prime elezioni libere, B. diventa ministro degli Interni. I suoi compiti principali sono quelli di smantellare la polizia politica e preparare un piano per l’indipendenza della Slovenia. Nel primo governo sloveno guida il processo per ottenere questo obiettivo. Insieme ai suoi colleghi, ha il compito di preparare un piano dettagliato e accurato che comprenda le questioni economiche, politiche e giuridiche legate alla costituzione del primo Stato libero e indipendente sloveno. In questo periodo, negozia ripetutamente con la leadership iugoslava la creazione di una confederazione iugoslava che possa comprendere anche la Slovenia. Tuttavia, la prima proposta del governo sloveno viene respinta e l’idea della confederazione viene abbandonata. Inoltre, emerge come possibile scelta l’idea della Slovenia come futuro Stato membro dell’Unione europea (UE).

Dopo la dichiarazione d’indipendenza, l’attacco dell’esercito iugoslavo alla Slovenia e l’inizio della guerra di giugno, B. assume la direzione e il coordinamento delle forze armate slovene, composte dalle forze armate della polizia slovena, da forze di difesa territoriale e della protezione civile. In questo periodo i suoi maggiori successi sono la vittoria ottenuta in 10 giorni di guerra e la partenza dell’esercito iugoslavo. La capacità di organizzare il controllo dei confini della Slovenia caratterizza gli ultimi giorni del suo incarico di ministro degli Interni nel 1993.

Nel 1993 B. diventa deputato all’Assemblea nazionale. Presidente del Partito democratico, viene eletto nella sua lista di candidati. Nel 1994, il Partito democratico si fonde con i Liberal-democratici di Slovenia. B. diventa vicepresidente dei liberal-democratici di Slovenia, partito guidato da Janez Drnovšek, primo ministro della Slovenia dal 1992 al 2002 con una breve interruzione di 6 mesi nel 2000.

B. viene rieletto all’Assemblea nazionale nella lista dei candidati dei liberal-democratici di Slovenia. Dall’ottobre del 1996 assume l’incarico di ministro senza portafoglio, responsabile degli Affari europei, occupandosi soprattutto del “progetto europeo”. I suoi compiti sono di organizzare l’Adesione all’UE e di preparare la delegazione che negozierà tale adesione. L’esperienza acquisita durante il processo d’indipendenza della Slovenia è molto utile a B., e diventa fondamentale per l’esito favorevole dei negoziati. Egli stabilisce un buon coordinamento all’interno dell’Ufficio governativo per gli affari europei, che non emana leggi o altri decreti amministrativi, ma opera nell’ambito del coordinamento dell’armonizzazione legislativa con l’Acquis comunitario nonché dell’implementazione dei cambiamenti adottati. Inoltre, nomina Janez Potočnik capo negoziatore della delegazione negoziale. La composizione di tale delegazione si basa sulla sua proposta e in seguito sui suggerimenti del capo negoziatore nominato Janez Potočnik. L’obiettivo è quello di assicurare che nella composizione della delegazione negoziale prevalga la competenza sugli interessi politici e di parte.

I dieci membri di tale delegazione vengono quindi nominati principalmente in funzione delle proprie conoscenze specialistiche e dell’assenza di affiliazione politica.

Dopo un breve periodo all’opposizione nel 2002, B. viene nuovamente nominato ministro degli Affari europei, e ricoprirà tale carica fino al 2002, quando si dimetterà per assumere la direzione della Istrabenz d.d., una holding di Capodistria.

Sara Brezigar (2009)

Bibliografia

Bavčar, I.,  curriculum vitae fornito dall’Ufficio relazioni pubbliche e media del governo sloveno, 15-11-2004.   

Intervista scritta a Igor Bavčar, 27-01-2005.

Štandeker, I., Žerdin A. H., Igor Bavčar, in “Mladina”, n. 1/2005, 27-12-2004, pp. 10-11.

Fink-Hafner, D. , Damjn L.,  Managing Europe from Home: the Europeanization of the Slovenian Core Executive. FDV: Lubiana, 2003.

Vlada Republike Slovenije, Predstavitev Vlade, Prejšnje vlade

http://vlada.si/index.php?vie=cnt&grl=prdVld&gr2=prjVld&id=2004082307375112