Brazauskas, Algirdas Mykolas

B. (Rokiškis 1932) dopo essersi diplomato nel 1951 alla scuola superiore Kaišiadorys, fu ammesso al Politecnico di Kaunas, dove si laureò nel 1956 come ingegnere civile specializzato in opere idro-tecniche.

Ministro dal 1965 al 1967, fu nominato nel 1967 vicepresidente della Commissione di pianificazione statale. Nel 1974 B. conseguì il dottorato in Scienze economiche. Dal 1977 al 1987 fu segretario degli affari economici del Comitato centrale del partito comunista della Lituania.

Nel 1988, in occasione della profonda crisi interna al partito, B. fu eletto primo segretario del Comitato centrale del partito comunista della Lituania. La sua candidatura per quella carica fu sostenuta dal movimento nazionale lituano di liberazione, Sąjūdis. Sotto la sua guida, nel 1989 il Partito comunista della Lituania si staccò dal Partito comunista dell’Unione Sovietica.

Eletto al Parlamento della Lituania, B. fu firmatario dell’Atto di proclamazione dell’indipendenza della Lituania, approvato dal Seimas appena costituitosi l’11 marzo 1990. Nel periodo 1990-1991 fu vice primo ministro nel primo governo della Repubblica di Lituania.

Al Congresso costituente del Partito democratico laburista lituano (Lietuvos demokratinë darbo partija, LDDP) nel dicembre 1990, B. fu eletto segretario del partito e divenne il leader del maggiore partito politico in Lituania. Dal gennaio 2001 è segretario del partito socialdemocratico lituano.

Dopo che l’LDDP vinse le elezioni parlamentari dell’ottobre 1992, B. fu eletto presidente del Seimas della Lituania e divenne vicepresidente del paese. Durante le elezioni presidenziali, che ebbero luogo il 14 febbraio 1993, ricevette il 60% dei voti e fu eletto Presidente della Repubblica di Lituania per cinque anni.

In veste di presidente della Lituania (1993-1997), B. ha partecipato attivamente al processo di Adesione della Lituania all’Unione europea. La maggior parte dei documenti chiave riguardanti l’integrazione del paese nell’UE, quali l’Accordo per il libero mercato (1994), l’Accordo europeo (1995) (v. Accordi europei), la candidatura per l’adesione da parte del governo lituano (1995), furono firmati durante il suo mandato (v. anche Paesi candidati all’adesione).

In un discorso al corpo diplomatico dell’UE, il 19 aprile 1997, egli pose l’accento sulla determinazione della Lituania a indirizzare i propri sforzi verso l’integrazione europea: «La Lituania aspira alla democrazia, alla pace e alla prosperità, i valori di cui in passato siamo stati illecitamente privati per molti decenni. La Lituania vede il suo futuro nella famiglia di Stati uniti, sicuri e prosperi dell’Europa. L’integrazione piena e indivisibile nell’Unione europea costituisce uno dei nostri più importanti obiettivi di politica estera. Crediamo che l’ammissione di nuovi Stati membri sia il primo passo verso l’eliminazione delle principali conseguenze della Seconda guerra mondiale e della Guerra fredda, le quali divisero l’Europa. Si potrebbe affermare che questa sarebbe una cartina di tornasole del vero progresso compiuto dall’Europa rispetto all’unificazione e del primato del pensiero fondato sui valori di una vera civiltà occidentale anziché del puro pragmatismo. Siamo pienamente consapevoli del fatto che la creazione dell’Europa del 21° secolo non sia né una questione di beneficenza né di altruismo. È molto positivo che il Consiglio europeo di Copenaghen abbia stabilito dei criteri precisi in base ai quali ogni Stato sarà valutato. Perfino se ci volessimo distanziare dai problemi legati all’adesione all’UE, quei requisiti sarebbero importanti poiché ci danno la possibilità di giudicare noi stessi in termini di prospettive future» (v. Agenda 2000, 1997, p. 8).

B. fu nominato il 3 luglio 2001 primo ministro della Lituania. Dopo la sua nomina ha dichiarato che «l’obiettivo principale del nuovo Gabinetto sarà quello di continuare sulla via delle riforme fondamentali. Aderire alla NATO e all’Unione europea saranno gli impegni primari di questo governo» (v. Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico).

Come primo ministro, B. supervisionò il lavoro della Commissione governativa per l’integrazione europea (v. anche Integrazione, teorie della; Integrazione, metodo della), un organismo di alto livello che coordinava l’adesione della Lituania all’Unione europea.

Durante il periodo di pre-adesione, B. ha rappresentato attivamente la Lituania nelle Istituzioni comunitarie, incontrandosi con i funzionari di Bruxelles per discutere il processo di integrazione e in particolare la chiusura della centrale nucleare di Ignalina chiesta dall’UE. B. compì notevoli sforzi per negoziare le condizioni favorevoli per l’aiuto economico da parte dell’UE a questo processo. Secondo una dichiarazione rilasciata alla stampa, B, ritiene che l’UE «dovrebbe coprire tutti i costi, attingendo da varie fonti e inserendoli sia nel bilancio fino al 2006, sia in quello successivo al 2006. Questo è un problema europeo, non un problema della Lituania» V. (www.ministraspirmininkas.lt).

Fu B. a firmare il Trattato di adesione della Lituania all’UE il 16 aprile 2003 durante il summit di Atene.

In varie occasioni B. ha difeso gli interessi della Lituania nell’Unione europea: ad esempio, affermò che gli altri Stati europei avrebbero dovuto condividere l’onere finanziario affrontato dalla Lituania nel controllo delle nuove frontiere orientali dell’Europa allargata, fornendo inoltre diversi suggerimenti riguardo alla Costituzione europea.

Dopo il referendum del maggio 2003 sull’adesione della Lituania all’Unione europea B., in accordo con i primi ministri della Lettonia e dell’Estonia firmò una dichiarazione in cui invitò i cittadini di quei due paesi a seguire l’esempio della Lituania.

In conclusione, si potrebbe dire che B. abbia svolto un ruolo cruciale nell’assicurare la continuità della politica estera lituana, perseguendo uno degli obiettivi strategici principali del paese, ossia quello di diventare un membro a pieno titolo dell’Unione europea.

Jolanta Stankevičiūtė (2005)