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Eichel, Hans

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E. nasce nel pieno della Seconda guerra mondiale, il 24 dicembre 1941 nella cittadina tedesca di Kassel, da una famiglia protestante liberale. Il padre era un tecnico ed architetto. Diplomatosi al liceo Wilhelm di Kassel, studia lingua tedesca, scienze politiche, filosofia e storia alle università di Marburgo e di Berlino per diventare insegnante liceale. Il periodo universitario (1961-1968) è segnato dal movimento studentesco, sfociato nel 1968 in violente dimostrazioni e rivolte. Sebbene in genere di temperamento moderato, anche E. è influenzato dal mutamento del clima intellettuale che si avverte in Germania. Mentre in precedenza si era impegnato in una campagna elettorale per Konrad Adenauer e l’Unione cristiana democratica (Christlich-demokratische Union, CDU), si orienta ora verso il partito socialdemocratico (Sozialdemokratische Partei Deutschlands, SPD), partecipando al circolo Frankfurter Kreis di Jochen Steffen, esponente dell’ala sinistra della SPD, ed entrando nel partito nel 1964.

L’impegno nel partito socialdemocratico ben presto si sovrappone alla carriera di insegnante iniziata da E. alla fine degli anni Sessanta. Nel 1969 viene eletto capo delegato dei giovani socialdemocratici, e diventa membro del comitato direttivo dell’organizzazione giovanile della SPD (sino al 1972). Parallelamente a questo incarico, come stella nascente della SPD guida il gruppo parlamentare nel municipio di Kassel (1970-75), e diventa nel 1975 sindaco della città, conservando la carica sino al 1991, quando la sua carriera compie un altro balzo in avanti.

Nel ruolo di sindaco, E. promuove politiche spiccatamente progressiste, e adotta diverse idee politiche del nuovo movimento dei Verdi, nato dal dibattito pubblico sulla pace e sulla tutela ambientale tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta. E. avvia politiche ecologiste e si schiera contro l’energia nucleare e gli armamenti con missili nucleari a medio raggio. Nella sua sfera di influenza locale promuove una politica di pari opportunità di lavoro tra uomini e donne e propone misure di integrazione per gli immigrati. Quando la SPD perde la maggioranza nel 1981, non sorprende pertanto che E. formi una coalizione con il partito dei Verdi – la prima coalizione con il nuovo partito in una città tedesca delle dimensioni di Kassel (circa 180.000 abitanti). E. riottiene la maggioranza per la SPD nel 1985, e riesce a vincere anche le elezioni del 1989.

Il successo di E. come sindaco della SPD di Kassel porta infine alla sua elezione alla guida della SPD in Assia nel 1989, anno in cui viene designato candidato principale per le imminenti elezioni politiche del 1991. Durante la campagna elettorale E. presenta un governo ombra con una eguale rappresentanza di uomini e di donne, e un programma progressista che include il no all’energia nucleare, la richiesta del diritto di voto per gli immigrati con cittadinanza straniera nelle elezioni comunali, e un piano edilizio per la costruzione di 160.000 unità abitative entro quattro anni. Le elezioni, che si svolgono all’inizio del 1991, segnano la vittoria della SPD sulla SDU al governo, ma senza la maggioranza dei voti. Forte del successo ottenuto a livello comunale, E. forma una colazione di governo con il partito dei Verdi. Il 4 aprile 1991 viene eletto ministro presidente dell’Assia, lo Stato tedesco con il più alto prodotto interno lordo pro capite. Conserva questa carica per due mandati legislativi, fino a che perde le elezioni del 1999 contro la CDU con Roland Koch quale principale candidato e successore alla carica di ministro presidente.

In qualità di ministro presidente dell’Assia, E. realizza la maggior parte delle promesse fatte durante la campagna elettorale, e introduce alcuni cambiamenti in direzione di una “politica di riforme socio-ecologica” Il governo riduce le ore di lavoro per gli insegnanti, aumenta i sussidi per gli asili infantili, incrementa le opportunità di accesso al pubblico impiego, introduce programmi di integrazione per disoccupati di lungo periodo e riduce il finanziamento per la costruzione di strade nel quadro di una riforma della politica per il traffico. Pur rispettato per i provvedimenti progressisti adottati come ministro presidente, E. incontra crescenti difficoltà nel governo e all’interno del suo partito, rivelando scarse capacità di leadership. Nel 1992 fallisce all’interno del suo stesso partito regionale il tentativo di E. di introdurre normative più umanitarie e progressiste nei confronti degli Asylanten E. non riesce a vincere l’ostilità dell’orientamento reazionario e populista che domina nel dibattito pubblico. Quando la SPD perde drammaticamente le elezioni comunali nel 1993, la politica progressista di E. viene ritenuta responsabile della sconfitta.

Poco dopo l’indebolimento della posizione di E. all’interno del partito, anche il governo si trova a fare i conti con un imbarazzante episodio di corruzione, quando il ministro per le Politiche femminili deve dare le dimissioni, accusata di arricchimento personale in occasione dei lavori di ristrutturazione del suo appartamento. L’apice degli scandali di governo è raggiunto nel 1994, quando il ministro delle Finanze è costretto a dimettersi per una vicenda di tangenti associate alla lotteria di Stato.

Il governo di E. è sostenuto nelle elezioni del 1995, con perdite di voti per la SPD e guadagni per i Verdi. Durante il secondo mandato come ministro presidente, E. deve fare i conti con l’aggressiva opposizione del candidato Roland Koch, che definisce E. “simbolo assiano di stagnazione”. Alla fine del mandato E. cerca di mutare la sua politica dando impulso all’economia, e fonda una banca di investimento per incentivare potenziali investimenti in attività produttive.

Se non riesce a risollevare le sue sorti come capo di governo dello Stato dell’Assia, E. conosce però un’ulteriore promozione all’interno della SPD. Nel 1997 diventa portavoce del partito per le politiche finanziare, acquistando visibilità pubblica e riconoscimento a livello nazionale. Si schiera contro le politiche fiscali del governo federale, accusate di diminuire il gettito fiscale dello Stato. Quando la SPD supera l’alleanza SDU/ Unione cristiano sociale (Christlich-soziale Union, CSU) alle elezioni del 1998 e Gerhard Schröder viene eletto cancelliere con una coalizione SPD/Verdi, E. viene nominato presidente del Bundesrat.

Le elezioni del febbraio 1999 segnano la vittoria della CDU sulla SPD di E., che deve dimettersi dalla carica di ministro presidente. Appena due mesi dopo, quando Oskar Lafontaine si dimette dalle cariche di ministro federale delle Finanze e di capo della SPD, nell’aprile del 1999 E. viene nominato suo successore al ministero delle Finanze. Forte della sua esperienza ampiamente riconosciuta nel campo della politica finanziaria, E. avvia un ambizioso programma che prevede drastici tagli alla spesa, impulsi alla crescita economica, una nuova regolamentazione in materia di sussidi familiari, fondi pensione e imposizioni fiscali, in vista dell’introduzione di tasse ambientali. Scopo dichiarato di E. è quello di raggiungere il pareggio del bilancio federale entro il 2006. E. diventa il politico più influente dopo il cancelliere Schröder allorché riesce a far approvare con l’appoggio dell’opposizione rappresentata da CDU/CSU la riforma fiscale, che include riduzioni della tassa sul reddito e sulle imprese.

Ancora una volta, però, le sorti di E. subiscono un rovescio. A seguito in un incremento della spesa pubblica associato alla recessione economica, i suoi piani di bilancio falliscono, e il deficit pubblico cresce di giorno in giorno. Criticato costantemente dall’opposizione all’interno della Germania per due anni, E. viene ora messo sotto accusa dalla Commissione europea, in quanto il deficit pubblico tedesco ha superato la quota massima del 3% del prodotto interno lordo fissata dal Trattato di Maastricht. Grazie ad analoghi problemi economici in Francia, Italia e in altri paesi dell’Unione europea (UE) che hanno causato violazioni del tetto prestabilito del 3%, al governo tedesco non sarà applicata la procedura per eccesso di deficit prevista dal Trattato (v. anche Trattati).

Anton Legerer (2007)

Bibliografia

Eichel H., Hass und Gewalt – halt!, Brovi-Konzepte, Frankfurt-Main 1994.

Eichel H., Zukunftsland Hessen: Lebenschancen in Deutschlands Mitte, Insel-Verlag, Frankfurt-Main, 1994.

Eichel H., Möller K.P. (a cura di), 50 Jahre Verfassung des Landes Hessen: eine Festschrift, Westdt. Verlag, Wiesbaden 1997.