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Guterres, Antonio Manuel de Oliveira

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G. (Lisbona 1949) laureato in ingegneria elettro-tecnica all’Instituto Superior Técnico (IST) di Lisbona, cominciò a interessarsi di politica come attivista cattolico all’università. Militante nella Juventude universitaria catolica (JUC), divenne presidente del Centro di azione sociale universitaria (Centro de acção social universitaria). In questo periodo fu molto impegnato in attività di volontariato promosse dalla Chiesa cattolica.

Nel 1972-73 fu membro di un prestigioso think tank economico e sociale impegnato all’epoca a stimolare cambiamenti all’interno della dittatura di Marcelo Caetano. Fu, inoltre, cofondatore e presidente dell’Associazione portoghese per la tutela dei consumatori, la quale segnò un importante passo avanti verso la democrazia liberale attraverso il riconoscimento dei diritti dei consumatori all’interno del mercato.

Nello stesso periodo, G. entrò in rapporto con il PS tramite Antonio Reis, divenendo grazie a questi membro del partito immediatamente dopo la “rivoluzione dei garofani” del 25 aprile 1974. Fece parte del primo comitato politico del PS, prima ancora che le strutture del partito, inclusa la conferenza del PS, fossero costituite.

G. cominciò la carriera politica come giovane ministro senza portafoglio di Mario Soares e, in seguito, nel quarto governo provvisorio di Francisco Salgano Zenha nel 1975. Fu membro del Parlamento dal 1976 al 1983, nel 1985 e nel 1988 e dal 1991 al 1995 e fece parte della Commissione per l’integrazione europea (CIE, Commissão de integração europeia), incaricata di negoziare l’adesione del Portogallo alla Comunità economica europea, dal 1976 al 1979. Inoltre, fu presidente della Commissione parlamentare permanente per l’Economia e la Finanza (1977-79), membro dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (1981-83), presidente della Commissione parlamentare dell’Amministrazione territoriale, del governo locale e dell’ambiente.

Verso la fine degli anni Settanta e nel corso degli anni Ottanta G. fu un importante leader del Partito socialista. Si fece conoscere come un modernizzatore all’interno del partito insieme a Victor Constancio e António Vitorino.

Nel 1992 divenne segretario generale del Partito socialista e contemporaneamente vicepresidente dell’Internazionale socialista. Fra il 1992 e il 1995 collaborò strettamente con António Vitorino per la preparazione della campagna elettorale per le elezioni legislative. G. e Vitorino istituirono i cosiddetti “Stati generali” (Estados-gerais), una serie di incontri fra membri del Partito socialista e membri della società civile per redigere la bozza del futuro programma del partito. Riuscirono a mobilitare oltre 30.000 persone e a produrre quella che chiamarono il “contratto di legislatura” (contrato de legislatura). G. propendeva per un modo più pragmatico di fare politica, tendente a superare le considerazioni prettamente ideologiche. Modellò il partito sullo stile della politica britannica, chiamando il suo gabinetto all’opposizione il governo ombra). Nelle elezioni del 1995, G. ottenne una forte maggioranza relativa, non raggiungendo la maggioranza assoluta per soli due seggi. Nonostante ciò, istituì un governo di minoranza. La sua azione politica fu indirizzata alla modernizzazione del paese, pur nel rispetto dei parametri stabiliti per l’adesione all’Unione economica e monetaria. G. proseguì, quindi, le politiche di disciplina macroeconomica del precedente governo socialdemocratico di Anibal Cavaco Silva. La sua azione politica di natura pragmatica fu paragonata a quella del new labour di Tony Blair. Tuttavia, G. sembrerebbe in realtà avere anticipato questa tendenza fra i partiti socialdemocratici.

Un ampio programma relativo al miglioramento del sistema della previdenza sociale, che includeva la cosiddetta legislazione sul reddito minimo, divenne uno degli obiettivi prioritari di G. Il finanziamento di tale programma dipendeva naturalmente dalla crescita dell’economia. Il governo G. era, inoltre, determinato a introdurre la regionalizzazione in Portogallo attraverso l’istituzione di nove regioni amministrative. Tuttavia, l’opposizione alla legge sulla regionalizzazione da parte dei partiti di centrodestra, del Partito socialdemocratico (PSD) e del Centro democratico sociale (CDS-PP) fu così forte da produrre una spaccatura della società in due fronti. Il referendum dell’8 novembre 1998 portò alla vittoria del fronte dei contrari con due terzi dei voti contro un terzo di voti a favore. Il referendum fu invalidato perché aveva votato meno del 50% dell’elettorato, ma fu un duro colpo per G., il quale vedeva la regionalizzazione come un elemento fondamentale della sua agenda politica di modernizzazione.

Nonostante tale battuta d’arresto, G. fu rieletto nell’ottobre 1999 con una maggioranza relativa di poco superiore, ma priva di un seggio per la maggioranza assoluta. G. formò ancora una volta un governo di minoranza. Questo suo secondo mandato riscosse minor successo del primo e la recessione economica nella seconda metà del 2000 minò le politiche di governo.

Nella prima metà del 2000 il Portogallo resse la Presidenza del Consiglio dell’Unione europea (v. Presidenza dell’Unione europea). La presidenza portoghese di G. riuscì a ottenere un importante risultato nel Consiglio europeo straordinario di Lisbona del 26-27 marzo 2000. Maria João Rodriguez, consigliere speciale di G., riuscì a realizzare un accordo sul coordinamento delle politiche per l’occupazione mediante il metodo aperto di coordinamento. Fu, inoltre, approvata l’ambiziosa strategia di Lisbona che aveva come obiettivo di rendere l’economia dell’Unione europea più competitiva nel mondo entro il 2010. L’ambiziosa presidenza organizzò, inoltre, un incontro con l’Unione africana al Cairo e altri incontri bilaterali, ivi compreso la conferenza UE-Russia. La strategia di Lisbona sarà sempre associata a G., grazie al suo approccio new labour in grado di conciliare l’agenda di riforme economiche di Tony Blair con l’agenda sociale di Lionel Jospin.

Uno dei problemi principali incontrati da G. nel corso del suo secondo mandato fu la difficoltà nel trovare sufficiente sostegno in parlamento per il bilancio del 2000 e del 2001. La situazione economica negative minò, quindi, molte delle riforme che egli voleva introdurre. Durante il 2001 si diffuse l’impressione che il suo governo stesse perdendo la capacità di guidare il paese a causa di un’inerzia governativa che provocava un crescente malcontento nella popolazione e nel partito. Dopo le catastrofiche elezioni locali del 16 dicembre 2001, senza consultarsi con nessuno dei suoi ministri di gabinetto, il primo ministro G. decise di dimettersi. Dopo le elezioni anticipate del 17 marzo 2002, abbandonò la vita politica nazionale e si concentrò sulla presidenza dell’Internazionale socialista, della quale era a capo dal 1999 e che lasciò nel 2005. Nel 2003 divenne consigliere della seconda più grande banca del Portogallo, la Caixa general de depositos.

Nel 2005 G. venne nominato Alto commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati per un mandato di tre anni. Fra le ragioni della sua nomina vie erano la fondazione del Consiglio portoghese per i rifugiati nel 1991 e la sua veemente protesta contro il massacro della popolazione di Timor Est da parte della milizia indonesiana nel 1999.

José M. Magone (2010)