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Hurd, Douglas

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Importante politico conservatore britannico, H. (Marlborough 1930) ha ricoperto vari incarichi governativi, in particolare quello di ministro degli Esteri tra il 1990 e il 1995. Fu eletto membro del parlamento alle elezioni politiche del 1974 e prima ancora fu segretario politico del primo ministro Sir Edward Heath (1970-1974), quando il Regno Unito aderì alla Comunità economica europea. Prima di intraprendere la carriera politica, entrò nel servizio diplomatico lavorando in Cina, negli USA e in Italia.

Fu membro dei governi di Margaret Thatcher e del suo successore John Major dal 1979 fino al 1995. Entrò nel governo Thatcher nel 1979 diventando ministro per gli Affari esteri dopo la storica vittoria dei conservatori dello stesso anno. Rivestì tale carica fino alle elezioni politiche del 1983. Dopo un breve periodo al ministero degli Interni venne promosso segretario di Stato per l’Irlanda del Nord. Fece poi ritorno nel 1985 al ministero degli Interni come segretario di Stato.

Nel 1989 passò da un incarico governativo prestigioso a un altro, diventando ministro per gli Affari esteri. Rimase fedele al primo ministro Thatcher, ma alle sue dimissioni nel 1990, si candidò alla leadership del partito. Gli altri contendenti erano Michael Heseltine e il futuro vincitore, John Major. Sebbene H. fosse uscito sconfitto dalle elezioni ottenendo soltanto 56 su 372 voti dai deputati conservatori, quando Major divenne primo ministro conservò la carica di ministro degli Esteri.

Durante il suo mandato come ministro degli Esteri (1989-1995) H. guidò la politica estera del Regno Unito all’epoca della fine della Guerra fredda e della riunificazione tedesca nel 1990, fu responsabile dell’invio di truppe britanniche nella prima Guerra del Golfo e diresse la reazione britannica alla guerra nei Balcani. Quella di H. fu ritenuta una delle più importanti voci contrarie all’intervento nel conflitto tra serbi, croati e bosniaci musulmani. Un altro evento di rilievo si verificò con lo scandalo della diga di Pergau, quando si parlò di un collegamento tra il traffico di armi e le sovvenzioni per finanziare il progetto di costruzione della diga in Malesia.

In merito agli affari europei, H. si affermò come una rilevante figura di europeista nel suo partito e nel governo. Come si legge nelle sue memorie: «Ho ritenuto l’UE uno dei più importanti traguardi storici a cui si sia mai assistito in Europa. Dal punto di vista storico era ancora giovane, imperfetta e spesso fastidiosa poiché non avevamo ancora appreso come collaborare insieme efficacemente».

La posizione assunta da H. riguardo all’Unione europea è generalmente giudicata più positiva rispetto a quelle spesso sostenute nei governi conservatori guidati da Margareth Thatcher. Egli ricostruì e migliorò molte delle relazioni che erano state compromesse dall’approccio sempre più aggressivo della Thatcher. Nel 1989, dopo il crollo del Muro di Berlino, H. stabilì buone relazioni con la nuova Germania riunificata. Nel 1991, alla conferenza del Partito conservatore dichiarò: «Ormai siamo diventati adulti nella Comunità, non abbiamo più paura delle ombre sui muri. Siamo ben capaci di prenderci cura di noi stessi e di promuovere gli interessi della Gran Bretagna».

H. accompagnò il primo ministro Major ai negoziati di Maastricht nel 1991, quando il Regno Unito riuscì a ottenere gli opt-outs sulla moneta unica e sulla Carta comunitaria dei diritti sociali. Tuttavia, il carattere integrazionista del Trattato di Maastricht causò effettive tensioni all’interno del Partito conservatore quando il progetto di legge per ratificare il Trattato fu presentato alla Camera dei Comuni. Sebbene il progetto alla fine venisse approvato grazie a un insieme di misure basate sia sulla persuasione sia su forti pressioni, l’episodio deteriorò significativamente le relazioni all’interno del partito e fece emergere un gruppo di euroscettici che continuarono a creare grossi problemi al governo Major (v. Euroscetticismo). Un altro evento determinante per le relazioni del governo con l’Europa si verificò quando il Regno Unito si ritirò dal meccanismo di cambio il 16 settembre 1992, il “mercoledì nero”. Durante l’incarico di ministro degli Esteri, H. promosse e sostenne l’Allargamento, che nel 1995 portò all’adesione all’UE di Finlandia, Austria e Svezia.

Nel 1995 H. si ritirò dal Gabinetto e fu sostituito da Malcolm Rifkind. Nel 1997 lasciò il Parlamento e nello stesso anno divenne Barone di Westwell. Attualmente ricopre diverse cariche aziendali e continua a svolgere un ruolo attivo nella vita pubblica britannica, soprattutto attraverso i suoi giudizi sul ruolo del Regno Unito nelle relazioni internazionali.

Zaki Coopera (2008)