Láin Entralgo͵ Pedro

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L.E. (Urrea de Gaén Teruel 1908-Madrid 2001) studia scienze chimiche e poi medicina, prima a Zaragoza, poi a Valencia, laureandosi rispettivamente nel 1927 e 1930. Lo stesso anno si trasferisce a Madrid per seguire i corsi di dottorato, poi, con una borsa di studio, soggiorna nel 1932 per qualche tempo a Vienna, dove fa esperienze significative presso la Clinica universitaria del prof. Pötzl e dove studia psichiatria. Al rientro esercita per qualche tempo come medico a Siviglia, per poi (dal 1933) prestare servizio come psichiatra nel manicomio di Valencia. Dopo la sollevazione militare del 1936 si iscrive alla Falange e lavora dapprima alla redazione di “Arriba España”, poi, alla Sezione editoriale del Servicio nacional de propaganda, a Burgos, dove nel 1938 si trasferisce con la famiglia. Dall’anno successivo è a Madrid come consigliere nazionale della Falange. Nella capitale fonda assieme a Dionisio Ridruejo la rivista “Escorial” e dirige fino al 1942 la Editora Nacional. Nel frattempo, nell’aprile del 1941, pubblica Los valores morales del Nazionalsocialismo, un testo emblematico della temperie e della peculiare via spagnola al totalitarismo. Nel 1942 vince la cattedra di Storia della medicina dell’Università centrale di Madrid (poi Complutense). Nel 1945 pubblica La generación de ’98. Il suo libro España como problema provoca la risentita replica di Rafael Calvo Serer con España sin problema. È poi rettore dell’Università complutense dal 1951 al 1956, quando deve dimettersi per aver manifestato solidarietà agli studenti in lotta, restandovi come docente fino alla pensione nel 1978. Sempre nel 1956 abbandona formalmente e definitivamente il partito unico, iniziando a prendere anche le distanze dal franchismo per avvicinarsi agli ambienti cattolici meno chiusi e integralisti, che conosceranno un significativo sviluppo in seguito al Concilio vaticano II.

Medico e storico della medicina, giornalista e saggista dalla prosa felice, filologo e drammaturgo, P. è stato uno dei principali intellettuali cattolici degli anni della dittatura franchista, dalla quale andò lentamente allontanandosi, fino alla completa rottura, come testimonia la sua autobiografia, da leggere con il necessario filtro critico, Descargo de conciencia (1976). Dagli anni Sessanta a quelli dell’ultimo franchismo, P. non mancò di esercitare una discreta influenza in vari circoli e ambienti culturali, contribuendo a orientare le giovani generazioni verso un cattolicesimo dai tratti meno illiberali e verso la democrazia. In quel periodo egli auspicò inoltre non solo il riavvicinamento della Spagna all’Europa, ma anche una sorta di europeizzazione del paese, al fine di superare quelle storiche fratture e quei tragici manicheismi che avevano caratterizzato il suo recente passato. Poligrafo instancabile, ha lasciato decine di libri e di studi che spaziano dalla medicina e dalla psicologia all’antropologia, da Menéndez Pelayo, Miguel de Unamuno, José Ortega Y Gasset a Marañón e Ramón y Cajal, mentre mantenne profondi rapporti di amicizia con Xavier Zubiri. Membro della Real Academia Nacional de Medicina (1946), di quella di Historia (1956) e di quella della Lengua (1954), di quest’ultima fu anche presidente dal 1982 al 1987.

Alfonso Botti (2010)

Biblografia

Beneyto J.M., Tragedia y razón. Europa en el pensamiento español del siglo XX, Taurus, Madrid 1999.

García D., e altri, La impresa de vivir: estudios sobre la vida y la obra de Pedro Laín Entralgo, Galaxia Gutemberg, Barcelona 2003.