Lemass, Seán Francis

L. (Ballybrack, Dublino 1899-Dublino 1971) venne arrestato nel 1920 per aver partecipato all’uccisione di diciotto soldati britannici. L’anno seguente, in seguito agli accordi anglo-irlandesi, venne rilasciato. Partecipò attivamente all’occupazione della corte suprema di giustizia irlandese, come protesta contro ogni tipo di accordo con Londra. Nuovamente imprigionato, venne rimesso in libertà in seguito alla fine della guerra civile irlandese.

Nel 1924 L. venne eletto per la prima volta parlamentare nelle file del Sinn Féin. Nel 1926 assieme a Eamon de Valera abbandonò il partito, che si rifiutava di riconoscere il parlamento e lo Stato Libero d’Irlanda, per fondare, insieme a Gerald Boland, il Fianna Fáil. Nel 1932 il nuovo partito vinse le elezioni politiche, formò il governo e L. occupò per vari anni incarichi governativi, soprattutto all’Industria e al Commercio, entrando però in contrasto, all’inizio degli anni Cinquanta, con il primo ministro de Valera e il suo nazionalismo economico.

Nel 1957 la situazione cambiò quando il Fianna Fáil ottenne una stabile maggioranza, per la prima volta dal 1944. L. ebbe un ruolo cruciale come principale portavoce del governo, assumendo il ruolo virtuale di primo ministro al posto di de Valera, che giorno dopo giorno perdette la sua influenza fino a quando, nel 1959, de Valera lasciò ufficialmente la carica di primo ministro a L. Con questo cambiamento, l’integrazione europea divenne finalmente un tema politico serio e venne sviluppato un piano strategico per lo sviluppo delle industrie irlandesi (v. Integrazione, teorie della; Integrazione, metodo della). La scelta di una riforma economica fu adottata da L. per aprire l’economia interna agli investimenti esteri, soprattutto con la creazione di filiali di multinazionali europee e statunitensi.

Tuttavia, egli dovette continuare una lotta interna al partito per evidenziare i vantaggi che sarebbero derivati da una maggiore integrazione con l’Europa. Con gli accordi commerciali anglo-irlandesi del 1960 fu evidente che l’Irlanda avrebbe dovuto guardare oltre la Gran Bretagna (v. Regno Unito), senza dimenticarne la sua importanza nella costruzione di un futuro economico per il paese.

Durante il governo L. si verificarono importanti cambiamenti economici, confermati dai dati statistici, che mostrarono l’apertura del paese all’abbattimento delle barriere tariffarie e al libero scambio dei beni. La tradizionale politica protezionista di de Valera era fallita e L. si convinse che l’Irlanda non poteva restare fuori dall’integrazione europea se i paesi con cui intensificava gli scambi commerciali avessero formato un’unione economica.

Anche se L. era coetaneo di de Valera e proveniva dallo stesso partito, fu immediatamente evidente che il suo predecessore apparteneva a una generazione differente in termini di visione politica. In politica estera, L. possedeva una mente critica, alla continua ricerca di miglioramenti anche attraverso il riesame di vecchie convinzioni. Sotto il nuovo primo ministro emerse un’energica e ambiziosa élite politica, fino a quel momento emarginata, e alla fine degli anni Cinquanta in Irlanda si ebbe un cambiamento generazionale atteso da tempo.

Se voleva sopravvivere come entità politica dinamica e legittima, il paese doveva uscire dalla posizione di dipendenza economica nei confronti del Regno Unito e, allo stesso tempo, dalla posizione di paese periferico nell’economia europea.

L. decise quindi di sollevare la questione europea anche nel suo paese, in modo da stabilire relazioni diplomatiche con la Comunità economica europea.

Il 26 luglio 1961, intanto, Harold Macmillan, primo ministro britannico, gli comunicò informalmente che il suo governo aveva deciso di entrare nella CEE come membro a tutti gli effetti.

Nell’ottobre 1962 L. organizzò una visita nelle principali capitali europee per convincere i leader dei Sei del desiderio dell’Irlanda di partecipare al processo d’integrazione europea, nella convinzione la CEE fosse vitale per il futuro dell’economia irlandese. Nonostante nel paese dominasse un clima di sfiducia e di paura per il futuro economico, L. si dimostrava fiducioso in un cambiamento a breve termine in senso positivo.

Il 29 gennaio 1963 dichiarò l’intenzione del governo di continuare nella politica riformatrice, spingendo sempre più verso un’economia basata sul libero mercato piuttosto che sul protezionismo. Parlando nel febbraio 1963 davanti al Dáil Éireann espresse la profonda delusione del suo governo per l’interruzione dei negoziati, affermando di sperare nel superamento della situazione di stallo che si era venuta a creare. Colse l’occasione per proclamare che il governo avrebbe comunque continuato a lavorare per preparare l’ingresso dell’Irlanda nella CEE. Inoltre, annunciò il taglio a partire dal 1°gennaio 1964 di un ulteriore 10% delle tariffe commerciali.

Il 5 novembre 1964, L. incontrò Harold Wilson, il neoeletto primo ministro britannico; in quell’incontro emerse il desiderio di migliorare i rapporti commerciali tra i due paesi e fu quindi il primo passo significativo per la creazione dell’area di libero scambio anglo-irlandese (AIFTA) a cui seguirono diversi incontri e negoziati.

Il 10 novembre 1966 L. annunciò ufficialmente il suo ritiro dalla vita pubblica.

Giovanni Pignataro (2010)