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Maystadt, Philippe

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Uomo politico belga e alto funzionario europeo, M. (Petit-Rechain 1948), dopo aver perfezionato gli studi giuridici ed economici con un master in pubblica amministrazione conseguito alla Claremont graduate school di Los Angeles, ottenne un dottorato in legge presso l’Università Cattolica del Lovanio, e divenne prima assistente (1970-1977), poi professore ordinario di Diritto pubblico e di Economia presso la Facoltà di legge della prestigiosa Università delle Fiandre fino al 1989.

M. partecipò attivamente alla vita politica del proprio paese fin dal 1977, anno in cui, presentatosi con il Partito democratico-cristiano (Parti social chrétien, PSC), venne eletto alla Camera dei deputati belga. In seguito fu nominato prima segretario (1978-1979), poi presidente nazionale del suo partito (1998-1999) e nel 2002 prese parte alla trasformazione del PSC nel nuovo Centro democratico umanista (Centre démocrate humaniste, CDH). La sua attività politica si svolse anche a livello regionale. M., infatti, fu membro del Consiglio economico regionale della Vallonia (Conseil économique régional de Wallonie, CERW), di cui divenne segretario di Stato nel 1979. Tra il 1980 e il 1988 ebbe numerosi incarichi istituzionali a livello nazionale: fu ministro degli Appalti pubblici (1980-1981), ministro del Bilancio e della pianificazione scientifica (1980-1985) e ministro per gli Affari economici (1985-1988). Nel 1988 fu nominato ministro delle Finanze e nel 1995 ministro del Commercio con l’Estero, incarichi che mantenne continuativamente fino al 1998. Con l’entrata in vigore del Trattato di Maastricht (1993), che prevedeva la realizzazione dell’Unione economica e monetaria degli Stati membri della Comunità europea, M., in qualità di ministro delle Finanze del proprio paese, seguì direttamente l’ingresso del Belgio nell’“eurozona”, facendo convergere la sua politica monetaria con quella degli altri paesi europei, nel rispetto dei parametri e dei criteri imposti dal trattato europeo. Oltre agli incarichi ministeriali, M. era stato per ben due volte anche vice primo ministro, dal 1986 al 1988 e dal 1995 al 1998, durante la fase delicata della riforma costituzionale che nel 1993 avrebbe trasformato il Belgio in uno Stato federale. Lasciati gli impegni ministeriali, nel 1999 divenne membro del Senato belga e fu insignito per regio decreto del titolo onorifico di ministro di Stato (Minister van Staat).

L’esperienza professionale maturata nel corso della lunga carriera politica e l’alto profilo istituzionale resero M. un candidato ideale per ricoprire ruoli di responsabilità sia all’interno delle Istituzioni comunitarie sia nell’ambito delle organizzazioni internazionali. Tra il 1990 e il 1991 guidò il gruppo dei ministri delle Finanze durante gli incontri del G-10, nel 1993 fu chiamato a presiedere il Consiglio economia e finanza dell’Unione europea (ECOFIN) e a dirigere il comitato interinale del Fondo monetario internazionale (FMI), di cui fu presidente per cinque anni. Sempre alla fine degli anni Novanta, M. presiedette il Consiglio dei governatori della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS), essendo stato ormai riconosciuto come uno dei più qualificati esperti europei di politiche economiche e finanziarie. L’impegno nella politica economica europea di M. si consolidò nel 2000 con la nomina a presidente della Banca europea per gli investimenti (BEI), mandato che gli fu rinnovato nel dicembre del 2005 con proposta del Consiglio direttivo della BEI e dietro approvazione dei suoi governatori. Oltre a presiedere l’istituto di credito dell’Unione europea, M. è anche presidente del Consiglio di amministrazione del Fondo europeo per gli investimenti (FEI), istituzione che insieme alla Banca europea per gli investimenti costituisce il “Gruppo BEI”.

Nel 2000, con la sostituzione alla presidenza del britannico Sir Brian Unwin, in carica dal 1993, M. divenne il sesto presidente della Banca europea per gli investimenti dalla sua fondazione avvenuta nel 1957. Il suo primo mandato fu contrassegnato dalla necessità di un mutamento sensibile nella politica degli investimenti attuata dall’istituto creditizio europeo, in previsione dell’Allargamento dell’Unione europea a dieci nuovi paesi membri (maggio 2004). Fino ad allora, infatti, la BEI aveva concentrato le proprie risorse soprattutto sulla crescita del Mezzogiorno d’Italia e delle regioni meno sviluppate della Grecia, della Spagna, del Portogallo e dell’Irlanda; con l’avvento del nuovo millennio, l’istituzione finanziaria europea si trovò a dover approntare una nuova strategia per facilitare lo sviluppo degli Stati prossimi a entrare nella UE, quasi tutti caratterizzati da una generale condizione di arretratezza economica e sociale. Come ricordava lo stesso M., nel 2004 il 72% dei prestiti erogati dalla BEI – circa 40 miliardi di Euro – furono dirottati verso i nuovi paesi membri della UE e investiti nello sviluppo delle cosiddette aree assistite. Inoltre, in seguito al Consiglio europeo di Lisbona (2000), il quale aveva conferito alla BEI il compito di sostenere l’agenda di Lisbona (v. Strategia di Lisbona), mediante una politica economica volta al rafforzamento della crescita e dell’occupazione (v. anche Politiche per l’occupazione), il Consiglio direttivo e il Consiglio dei governatori dell’Istituto creditizio europeo decisero di finanziare le riforme strutturali e di aumentare gli investimenti nel settore della ricerca, dello sviluppo e dell’innovazione.

Sotto la presidenza di M. la BEI, in parallelo all’estensione delle sue attività all’interno dell’Unione europea – in cui le risorse vennero progressivamente rivolte a finanziare investimenti finalizzati alla valorizzazione del capitale umano – contribuì anche alle attività della politica di cooperazione esterna della UE. Infatti all’inizio del 2000, l’Istituto di credito europeo riceveva il mandato di gestire il nuovo Fondo investimenti per il settore privato, stabilito dall’Accordo di Cotonou (2000) per gli Stati dell’Africa sub sahariana, Caraibi e Pacifico (ACP), stanziando 1,7 miliardi di euro sui 25 erogati dal Fondo europeo di sviluppo (FES). Inoltre nel 2002 il Consiglio europeo di Barcellona chiese alla BEI di creare uno strumento per la cooperazione euromediterranea d’investimento e di partenariato (Facility for Euro-Mediterranean investment and partnership, FEMIP) (v. Processo di BarcellonaUnione per il Mediterraneo; Partenariato euromediterraneo) e nel 2004, quello di Bruxelles, le conferiva un nuovo mandato per la concessione di prestiti alla Russia e all’Ucraina.

Nel corso del primo mandato, M. cercò di imprimere alla politica finanziaria della BEI un nuovo indirizzo attraverso una strategia volta a valorizzare la qualità dei progetti a scapito della crescita del numero degli investimenti, benché l’istituto avesse raggiunto nel 2004 un volume di prestiti erogati pari a 43,2 miliardi di euro. Il presidente della BEI infatti, riaffermò più volte che, nell’ambito dell’Unione europea, l’ambizione del “Gruppo BEI” non era tanto quella d’incrementare il volume dei finanziamenti, quanto piuttosto di contribuire in modo efficace, con una scelta di progetti più selettiva, al raggiungimento degli obiettivi dell’Unione europea e di mobilitare, per tali progetti, fondi provenienti da altre fonti finanziarie. Fin dall’inizio del suo secondo incarico, l’alto funzionario belga, con l’approvazione dei governatori, spinse la BEI a sostenere il tessuto delle piccole e medie imprese) oltre a finanziare soprattutto lo sviluppo di settori quali quello delle energie rinnovabili e delle infrastrutture, in particolar modo delle Reti transeuropee, volte alla coesione economica e sociale interna dell’Unione europea e al rafforzamento del ruolo della BERS, specialmente nei paesi partner mediterranei (Fondo euromediterraneo di investimento e partenariato) e nei paesi ACP (Africa, Caraibi e Pacifico).

M., infine, si è dedicato alla pubblicazione di numerosi studi scientifici nel campo della legislazione economica e finanziaria e si è distinto per la produzione di alcuni saggi divulgativi destinati a un pubblico meno esperto di questioni inerenti all’economia europea e all’alta finanza.

Filippo Maria Giordano (2011)

Bibliografia

Maystadt P., The evolution of the EIB’s activity in support of EU policies, in “via Europa”, ESB Reutlingen University, n. 15, 2005.

Maystadt P., EIB in 2000, “in EIB information”, European Investment Bank, n. 107, 2001.

Maystadt P., Minet-Dermine F., Comprendre l'économie: l'Etat et le marché à l'heure de la mondialisation, Édition Luc Pire, Bruxelles 1998.

Maystadt P., Wallonie 2010: plan de convergence, Édition Luc Pire, Bruxelles 1998.

Maystadt P., La modernisation des marchés financiers, Société Royale d’Economie Politique de Belgique, Charleroi 1988.

Maystadt P., Ecouter et puis decider: Entretiens avec Anne Mikolajczak, Duculot, Paris 1988.