Owen, David

O. (Plympton 1938) è stato membro della Camera dei Comuni (1966-1992), ministro degli Affari esteri (1977-1979), cofondatore nel 1981 del Partito socialdemocratico (SDP) e negoziatore di pace dell’Unione europea in Bosnia (1992-1995).

Dopo aver trascorso gli anni della guerra con il nonno, O. studiò alla Mount House School e poi al Tavistock e al Bradfield College nel Berkshire. Venne poi ammesso all’Università di Cambridge, dove studiò medicina (1956-1959). Si laureò nel 1962 e iniziò a lavorare all’Ospedale Royal Waterloo, raggiungendo alla fine la posizione di specialista neurologo e psichiatra. Seguitò a esercitare la professione medica fino al 1968.

Nel 1960 aderì al Partito laburista e alla Società fabiana, un movimento intellettuale socialista. Quattro anni dopo si presentò come candidato parlamentare del Partito laburista a Torrington, nel Devon, ma fu sconfitto. Vinse invece nel 1966 nel collegio elettorale di Plymouth Sutton. Il ministro della Difesa Gerry Reynolds lo scelse come consigliere parlamentare particolare, incarico che alla fine nel 1968 portò alla nomina di O. a ministro della Marina militare. Alle elezioni politiche del 1970 mantenne il seggio parlamentare a Plymouth Sutton, ma i laburisti persero il potere. Divenne portavoce per la Difesa del governo ombra, posizione da cui si dimise nell’aprile del 1972, poiché in disaccordo con l’opposizione del Partito laburista all’adesione britannica alla Comunità economica europea. Nel 1974, quando i laburisti ritornarono al potere, venne nominato ministro della Sanità e due anni dopo sostituto di Anthony Crosland, segretario di Stato degli Affari esteri e del Commonwealth. Alla morte di Crosland nel 1977, gli succedette diventando il più giovane ministro degli Affari esteri dopo Anthony Eden (1935). In questo ruolo, che mantenne fino al maggio 1979, O. partecipò alla presidenza britannica della Comunità europea, ai negoziati per l’indipendenza della Rhodesia (l’attuale Zimbabwe), all’azione diplomatica nel Medio Oriente e alla reazione britannica alla rivoluzione iraniana dell’ayatollah Khomeyni.

Nel 1979, quando Margaret Thatcher sconfisse i laburisti, O. ritornò al gabinetto ombra come portavoce per l’energia. Continuò a contrastare i colleghi laburisti che sostenevano il ritiro britannico dalla Comunità europea e ciò portò ancora una volta alle sue dimissioni dal gabinetto ombra nel 1980.

Il 25 gennaio 1981, insieme ad altri tre politici laburisti, Shirley Williams, William Rodgers e Roy Jenkins, O. scrisse nella sua casa a Limehouse, a Londra, la Dichiarazione di Limehouse che istituì il Consiglio per la socialdemocrazia, gettando così le basi per il lancio ufficiale del Partito socialdemocratico (Social democratic party, SDP) avvenuto due mesi dopo. L’SDP mirava a sfidare il modello bipartitico tradizionale della politica britannica. Aderirono 14 membri della Camera dei Comuni (la maggior parte dei quali provenivano dal Partito laburista eccetto un ex esponente del Partito conservatore) e circa 20 membri della Camera dei Lord. O. fu vice leader dell’SDP fino al 1983, quando a seguito delle dimissioni di Roy Jenkins ne assunse la leadership. Guidò l’SDP fino al 1987 respingendo le richieste di fusione con il Partito liberale e preferendo invece sviluppare un’identità distinta per il partito. I due partiti, tuttavia, si presentarono alleati alle elezioni per far fronte al sistema elettorale britannico uninominale secco. L’SDP sosteneva un’economia sociale di mercato e respingeva richieste di disarmo nucleare unilaterale.

La rivalità tra O. e il leader dei liberali David Steel fece ottenere scarsi risultati a entrambi i partiti alle elezioni politiche del 1987. Nell’agosto 1987, O. si dimise dalla leadership dell’SDP perché in disaccordo sul progetto di fusione con il Partito liberale. Nel 1988, dopo la avvenuta fusione, O. istituì nuovamente l’SDP come partito distinto con due sostenitori, membri della Camera dei Comuni. Nel 1990, non riuscendo ad attrarre un numero sufficiente di membri e di voti, il Partito socialdemocratico venne sciolto a livello nazionale, sebbene alcune sezioni locali seguitassero ad operare con quella denominazione. Nello stesso anno, O. negoziò con il neoeletto leader dei conservatori John Major la possibilità di entrare a far parte del suo gabinetto, ma altri ministri conservatori vi si opposero e non si giunse a un accordo. Prima delle elezioni politiche dell’aprile del 1992, O. si dimise dalla Camera dei Comuni. Consigliò agli elettori di votare per il Partito liberal-democratico o per il Partito conservatore.

Nel settembre del 1992 O. divenne copresidente UE della Conferenza internazionale sull’ex-Iugoslavia, assumendo la responsabilità di facilitare un accordo di pace in Bosnia Erzegovina assieme all’ex segretario di Stato americano Cyrus Vance, rappresentante delle Nazioni Unite. Nel maggio del 1993, O. e Vance riuscirono a persuadere i rappresentanti di tutti i partiti ad approvare un piano di pace che prevedeva una federazione bosniaca decentralizzata. Tuttavia, il Piano Vance-O. venne in seguito respinto dall’Assemblea serbo-bosniaca. Nel dicembre 1993 O. negoziò un nuovo piano di pace insieme all’ex ministro degli Esteri norvegese Thorvald Stoltenberg, che aveva sostituito Vance. Furono coinvolti nei negoziati i rappresentanti delle tre fazioni bosniache in guerra. Il risultato fu un piano che prevedeva la divisione della Bosnia in tre Stati etnici, piano respinto dai bosniaci nell’agosto 1993. A causa di questi insuccessi, il Parlamento europeo richiese le dimissioni di O. Egli continuò a lavorare con il Gruppo di contatto (Stati Uniti, Russia, Francia, Regno Unito e Germania) per raggiungere un accordo negoziato in Bosnia. Si dimise dal ruolo di mediatore di pace nel 1995.

Nel luglio 1996 fu nominato cancelliere dell’Università di Liverpool, una carica in gran parte onoraria. Da allora ha sostenuto Humanitas, un’istituzione umanitaria, nonché think tank che si oppongono all’adozione britannica dell’Euro. In qualità di responsabile del gruppo di pressione New Europe, ha contribuito alla campagna “no all’euro” insieme al gruppo Business for sterling, che è proseguita finché nel 2005 il governo presieduto da Tony Blair non ha annunciato che l’adozione dell’euro non era più in programma.

Ivanov Kalin (2005)