Palliser, Arthur Michael

P. (Reigate, Surrey 1922-2012), dopo aver studiato al Wellington College, partecipò alla Seconda guerra mondiale nei ranghi delle Coldstream guards. Nel 1947 entrò nel Servizio diplomatico britannico occupando le cariche di primo segretario a Parigi (1956), primo segretario e capo di consolato a Dakar (1960), consigliere presso l’Imperial defence college (1963), direttore del Policy planning staff (1964), segretario particolare del primo ministro (1966), ambasciatore a Parigi (1969), capo della delegazione britannica alla Comunità europea (CE) (1971), rappresentante permanente del Regno Unito a Bruxelles (1973) e sottosegretario di Stato permanente (1975).

Giovane funzionario degli Affari esteri subito dopo la Seconda guerra mondiale, P. assistette sconfortato al rifiuto dei leader britannici di partecipare al processo di integrazione europea (v. Integrazione, teorie della; Integrazione, metodo della). A suo avviso la Comunità economica europea (CEE) non era in contrasto con gli interessi del paese, anzi rappresentava una strada non solo per la ripresa economica, ma anche per la sicurezza della regione. Il mercato comune era il primo e indispensabile passo verso una politica economica comune, una moneta unica e un ruolo politico efficace sullo scacchiere internazionale.

La sua profonda conoscenza della politica e dei politici francesi lo rese un attore importante nel terzo tentativo del Regno Unito di aderire alla CEE. Svolse anche la funzione di traduttore per il primo ministro Harold Wilson durante la rinegoziazione delle condizioni di adesione britanniche alla Comunità del 1975, i cui risultati, a suo avviso, furono modesti e limitati all’ambito del bilancio.

Dal 1975 al 1982 rivestì la carica di sottosegretario di Stato permanente e capo del servizio diplomatico britannico. Lo scenario geopolitico di quel periodo richiese al Foreign office di intervenire in varie questioni, quali la partecipazione britannica alla Comunità europea e gli sforzi per mantenere la sua influenza sul coordinamento delle politiche, le fondamentali relazioni con gli Stati Uniti, l’attento follow-up della politica sovietica sotto Brežnev e l’affermazione del Giappone come importante attore sulla scena internazionale.

L’arrivo di Margaret Thatcher nel 1979 rappresentò un momento difficile per P. Sebbene il primo ministro tenesse in considerazione le opinioni dei più alti funzionari del servizio diplomatico, riteneva il Foreign & commonwealth office (FCO) disfattista e poco impegnato a promuovere gli interessi britannici rispetto al resto dell’establishment.

Non meno importante fu l’invasione delle Falkland da parte dell’Argentina, che avvenne lo stesso giorno in cui P. sarebbe dovuto andare in pensione. Nonostante la scarsa opinione della Thatcher in merito allo staff dell’FCO, il primo ministro gli chiese di diventare suo Consigliere speciale durante la campagna.

Nel 1983 P. fu nominato membro del Consiglio della Corona (Privy Council) svolgendo fino al 1996 anche incarichi direttivi nel settore privato, come quello presso la banca di investimenti di Londra Samuel Montagu & Co. Ltd.

Successivamente impegnò a contrastare sia il presunto euroscetticismo dei britannici che la scarsa obiettività mostrata dai media britannici sul tema degli affari comunitari. Partecipò a “Citizens for Europe”, un gruppo che si proponeva di promuovere il dibattito sugli sviluppi politici dell’Unione europea (UE) nel Regno Unito.

P. svolse ruolo cruciale nell’adesione britannica alla CE nonché nella complessa relazione tra gli affari interni e comunitari.

Dopo aver lasciato la diplomazia, divenne vicepresidente del Consiglio direttivo del Salzburg Seminar, un’organizzazione non-governativa indipendente creata per affrontare problemi di rilevanza globale attraverso analisi e dibattiti cui partecipano accademici e leader politici provenienti da varie regioni e aeree di competenza.

È autore del libro Britain and British Diplomacy in a World of Change (1975).

Tatiana Martins Pedro do Coutto (2012)