Paneuropa

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L’Unione paneuropea fu fondata nel 1922 dal conte Richard Coudenhove-Kalergi, autore del manifesto programmatico del movimento. L’Unione, inizialmente organizzata attraverso una sede centrale a Vienna e un ufficio economico a Bruxelles, avviò la sua attività negli anni successivi alla Prima guerra mondiale, diffondendo le proprie idee attraverso la rivista “Paneuropa”, pubblicata anch’essa a Vienna.

Il movimento fece proseliti nei circoli politici e intellettuali dei maggiori paesi europei, ottenendo il consenso e l’adesione di esponenti di primo piano del mondo politico, scientifico ed intellettuale, dal fisico Albert Einstein agli scrittori Thomas Mann e Franz Werfel, dai futuri cancellieri tedesco e austriaco Konrad Adenauer e Bruno Kreisky all’allora ministro degli Esteri francese Aristide Briand. Fu proprio la condivisione delle istanze europeistiche da parte di quest’ultimo a permettere all’Unione di andare oltre la prospettiva programmatica e di approdare alla concreta proposta politica. Il 17 maggio 1930 Briand indirizzava ai governi dei paesi europei membri della Società delle Nazioni un memorandum nel quale proponeva l’istituzione di un’unione economica che, lungi dall’intaccare le prerogative sovrane dei singoli Stati, avrebbe dovuto fungere da strumento di integrazione e di superamento dei contrasti nazionali. Il progetto ebbe seguito in ambito societario, dove fu costituita una commissione di studio per l’Unione europea, che affrontò il problema nel corso del 1931. I tempi non erano però maturi e il progetto di Briand naufragò, trascinando con sé le speranze del movimento paneuropeo. Il deterioramento del quadro internazionale negli anni Trenta coincise con la crisi delle istanze europeistiche (v. anche Movimenti europeistici). Lo stesso movimento andò incontro a difficoltà: con l’avvento al potere del nazionalsocialismo in Germania e con la sua espansione sul continente, l’Unione paneuropea fu prima avversata e poi perseguitata, tanto che Coudenove-Kalergi e il suo futuro successore alla guida del movimento, Otto von Habsburg, dovettero fuggire negli Stati Uniti.

Il secondo dopoguerra vide il rifiorire, pur tra molte difficoltà e in un contesto minato dal confronto bipolare, degli ideali europeistici. La creazione del Consiglio d’Europa, della Comunità europea per il carbone e l’acciaio (CECA) e della Comunità economica europea (CEE) rappresentarono per certi riguardi l’inverarsi di quegli ideali di cooperazione ed integrazione che l’Unione aveva abbracciato sin dal primo momento (v. anche Integrazione, metodo della; Integrazione, teorie della). Il consolidamento delle istanze europeistiche era però un dato tutt’altro che acquisito, tanto che, in seguito all’emergere, nei primi anni Sessanta, di visioni divergenti dell’Europa, il processo di integrazione sarebbe entrato in una fase di ristagno durata fin quasi alla fine degli anni Settanta. Ancora una volta la crisi dell’Europa coincise con la crisi dell’Unione paneuropea, che si trovava peraltro a vivere un momento di lacerazione interna in seguito alla scomparsa, nel 1973, del suo fondatore.

Sotto la guida di Otto von Habsburg il movimento ritrovò la sua unità di azione e si profuse in un’opera di diffusione delle istanze europeistiche nell’opinione pubblica. Tale impegno coincise con l’inizio del processo d democratizzazione delle Istituzioni comunitarie, iniziato proprio nel 1979 con la prima elezione a suffragio universale del Parlamento europeo (v. Elezioni dirette del Parlamento europeo).

Con l’incrinarsi del sistema bipolare l’Unione affiancò al tradizionale impegno per l’integrazione tra i paesi dell’Europa occidentale un attivismo volto all’abbattimento di quelle frontiere che la logica della Guerra fredda aveva imposto. Ne scaturirono diverse iniziative mediatiche e di protesta, la più clamorosa delle quali è sicuramente quella del “picnic paneuropeo”, che nella giornata del 19 agosto 1989 permise la fuga di 661 persone dalla Repubblica democratica tedesca, creando il primo grande buco nel sipario di ferro.

Attualmente l’Unione paneuropea è un’associazione internazionale indipendente da partiti politici il cui fine rimane la creazione degli Stati Uniti d’Europa, in conformità al dettato della “Declaration de base” di Strasburgo del 12 maggio 1973. Riunita in Assemblea generale a Strasburgo il 9 dicembre 1995, l’Unione, riaffermando nello statuto gli ideali che animarono il suo fondatore, un’Europa pacifica, unita nella libertà e nel diritto, ed esprimendo soddisfazione per la scomparsa dei regimi comunisti, ha ridefinito ed attualizzato i suoi obiettivi, riprendendo il concetto di Europa come entità innanzitutto morale, fondata sui valori del cristianesimo, aperta anche alla Turchia e ai paesi del bacino del Mediterraneo.

Federico Niglia (2008)