Partito civico democratico della Repubblica Ceca
Il Partito civico democratico (Obcanska demokraticka strana, ODS) è stato fondato nella Repubblica Ceca nell’aprile 1991 dopo che il Forum civico, il movimento emerso durante la transizione, si era sciolto nel febbraio 1991. Fra il giugno 1992 e il novembre 1997 l’ODS fu il partito dominante della coalizione di governo, sebbene avesse formato un governo di minoranza dopo le elezioni del giugno 1996. Václav Klaus divenne la figura di maggior spicco del partito, che costruì la sua piattaforma intorno alle riforme neoliberali – note anche come “terapia choc” – introdotte da Klaus dopo la transizione nel 1989. In questo modo il partito cercava di emulare i programmi economici messi in atto dai conservatori britannici e dalle amministrazioni repubblicane di Reagan negli Stati Uniti a metà degli anni Ottanta.
Il partito divenne dipendente dalle sorti economiche della Repubblica Ceca e dalle sue politiche per la crescita economica. Il peggiorare della situazione economica nel 1997 causò una perdita di consensi per l’ODS, minando la fiducia nella sua capacità di gestire l’economica. Gli alleati del partito, l’Unione cristiana e democratica-Partito popolare cecoslovacco (Křesťanská a demokratická unie-Československá strana lidová, KDU-ČSL) e l’Alleanza civica democratica (Občanská demokratická aliance), si ritirarono dalla coalizione nel novembre 1997, dopo le accuse di finanziamenti illegali a carico dell’ODS. Queste accuse diedero un colpo durissimo al governo e furono rese note proprio dai partner di coalizione dell’ODS. In seguito al crollo del governo guidato dall’ODS alla fine del 1997, un nutrito gruppo di funzionari di spicco del partito si unì al governo di transizione con a capo Josef Tosovsky, che all’epoca era governatore della Banca nazionale ceca. Dissentendo dal sostegno che continuò ad espresso a Václav Klaus durante il congresso straordinario dell’ODS nel gennaio 1998, questo gruppo abbandonò il partito per crearne uno nuovo: l’Unione liberale (Unie svobody, US). Sebbene il partito perdesse consensi, passando dal 30% del 1996 al 10% registrato in un sondaggio del marzo 1998, si riprese sorprendentemente nelle settimane precedenti le elezioni, in cui ottenne il 27,7% dei voti.
L’ODS conta attualmente 22.000 iscritti. Sul piano ideologico è un partito conservatore di centrodestra, paragonabile al partito conservatore britannico. L’ODS si propone di creare un’economia liberale riducendo al minimo gli interventi statali e chiede stretti legami con l’Europa occidentale. Sostiene con fermezza anche il legame con l’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO) a scopo di difesa e di sicurezza. Per quanto concerne l’Unione europea, l’OSD è favorevole in particolare all’adesione al Mercato unico europeo, ma al pari dei conservatori britannici non vede con favore la creazione di uno Stato federale europeo (v. anche Federalismo). È quindi più critico nei confronti dell’integrazione europea rispetto al Partito socialdemocratico ceco (Česká strana sociálne demokratická, ČSSD) e si definisce “eurorealistico” – detto in altri termini, “eurosceittoco” – in merito alla creazione di un’unione politica (v. Euroscetticismo). Il partito aderisce all’idea di Václav Klaus secondo il quale l’integrazione europea dovrebbe sostenere principalmente e innanzitutto una concezione economica neoliberale (v. anche Integrazione, teorie della; Integrazione, metodo della). Per questa ragione l’ODS si oppone alla dimensione burocratica e di regolamentazione dell’integrazione europea.
L’ODS è stato all’opposizione a partire dal 1998, esercitando un’influenza notevole sul governo di minoranza del ČSSD grazie al cosiddetto “patto d’opposizione”. In particolare, ha dato all’ODS voce in capitolo sulle dimensioni del deficit di bilancio che il governo potrebbe sostenere. Nel 2002 la vittoria del ČSSD alle elezioni e la formazione di una coalizione di governo ha messo fine a questo accordo con l’opposizione. Nel 2003 il suo leader di lungo corso, Klaus, è succeduto a Václav Havel alla presidenza della Repubblica Ceca, un’elezione che ha di nuovo rafforzato il peso dell’ODS nel governo. Questa influenza si è manifestata in particolare sulla riforma delle finanze e sulla politica economica, in quanto Klaus è ricorso al veto presidenziale sulle proposte di bilancio del governo.
L’ODS ha ottenuto il 24,47% dei voti nelle elezioni parlamentari del 2002. Resta critico sull’“estensione” e sull’“approfondimento” dell’Unione europea, per esempio attraverso l’opposizione alle conclusioni del Vertice di Nizza, malgrado abbia sostenuto il voto a favore nel referendum sull’adesione all’Unione. Il presidente Klaus non ha preso posizione in merito al referendum.
Nella Repubblica Ceca si è scatenato un dibattito per stabilire se l’ODS sia un partito realmente “euroscettico”. Si tratta di una questione importante, considerato che secondo alcuni osservatori l’Allargamento significherà anche l’inserimento di ulteriori partiti politici “euroscettici” nella famiglia europea. Sebbene probabilmente sia troppo presto per effettuare generalizzazioni in merito alle divisioni ideologiche emergenti nei sistemi partitici dell’Europa centrale e orientale e dell’Unione europea, è chiaro che dall’opposizione l’ODS ha usato strategicamente gli oneri e i costi dell’adattamento necessario per l’ingresso nell’Unione contro la coalizione governativa guidata dal ČSSD. La disfatta di questo partito nelle elezioni europee del 2004 ha mostrato l’efficacia di questa tattica dell’opposizione e l’impatto di questi costi. Comunque il sostegno dell’ODS al voto a favore nel referendum sull’Unione, anche se contro gli auspici di Klaus, ha dimostrato che il partito ha usato l’Europa per lo più come arma politica nella fase preparatoria alle elezioni generali. Quindi l’ODS ha preso le distanze dal principale artefice del suo programma “euroscettico”, il presidente Klaus.
Christian C. van Stolk (2010)