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Poos, Jacques

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P. (Lussemburgo 1935), dopo il diploma in scienze economiche e commerciali all’Università di Losanna nel 1958, ottiene anche il diploma superiore in economia comparata ai Corsi superiori in Lussemburgo nel 1960. Si laurea in scienze economiche e commerciali dopo aver ultimato la tesi di dottorato, Le Luxembourg dans le Marché commun, sotto la direzione del professor Henri Rieben a Losanna. Inizia poi la sua carriera professionale al ministero dell’Economia nazionale come attaché, poi come ricercatore al Service central de la statistique et des études économiques (STATEC) fino al 1964.

Dall’età di vent’anni P. si impegna in politica, aderendo al Partito socialista operaio del Lussemburgo (Parti ouvrier socialiste luxembourgeois, POSL). È nominato direttore dell’Imprimerie coopérative e dal 1964 al 1976 è redattore capo del quotidiano socialista “Tageblatt”. In questo contesto sviluppa le sue idee politiche e confessa di collocarsi a sinistra della direzione del partito. Al tempo stesso, non esita a criticare l’azione governativa della coalizione del POSL con il Parti chrétien-social (PSC), che resta al potere dal 1964 al 1968. In un’ottica squisitamente socialista, P. auspica di formare e informare il lettore, dare la parola ai lavoratori, contribuire alla loro vittoria, modernizzare il giornale, criticare e lottare sia in nome dei principi socialisti sia per il progresso socio-politico. Partecipando attivamente allo svecchiamento del giornale, appare come uno dei rinnovatori dopo la scissione del POSL nel 1970.

P. svolge il suo primo mandato pubblico fra il 1966 e il 1972: parte della delegazione del sindacato socialista Letzeburger Aarbechter-Verband (Sindacato lussemburghese dei lavoratori), è membro del Consiglio economico e sociale, un’istituzione consultiva e permanente del governo in materia di orientamento economico e sociale. Fra il 1970 e il 1976, presiede anche l’Association luxembourgeoise des éditeurs de journaux.

Parallelamente, P. comincia la sua carriera politica nelle file del POSL, con l’incarico di consigliere comunale della città di Esch-sur-Alzette dal 1969 al 1976. Eletto deputato nel 1974, un anno dopo assume la presidenza del gruppo parlamentare socialista, che lascerà nel 1976. È anche membro del comitato direttivo del POSL dal 1976 al 1995 e vicepresidente del partito dal 1982 al 1995. Grazie a questi mandati può contribuire attivamente alla definizione dell’orientamento politico generale del partito.

Nel 1976 P. diventa ministro delle Finanze e del Piano di sviluppo del territorio subentrando a Raymond Vouel, nominato membro della Commissione europea della Comunità economica europea (CEE). In questa veste, nel 1977, contribuisce alla creazione della Société nationale de crédit et d’investissement, un nuovo istituto bancario di diritto pubblico e uno strumento di intervento statale in materia di politica strutturale, abilitato ad accordare crediti per le infrastrutture, a stimolare le esportazioni delle imprese granducali, a partecipare al capitale delle industrie lussemburghesi, a rendere più competitiva l’economia del paese.

Durante il mandato ministeriale P. è uno degli artefici del cosiddetto modello lussemburghese creato nel 1977. Questa misura si inserisce nella crisi strutturale che dal 1974 affligge il settore siderurgico lussemburghese, alla quale il governo tenta di fare fronte in maniere diverse. Il modello in questione prevede la creazione di un comitato di coordinamento tripartito, ossia un organo di concertazione e di consultazione supplementare composto di rappresentanti del governo, del patronato e dei sindacati.

Sul piano europeo P. partecipa ai negoziati del Sistema monetario europeo (SME) lanciato nel marzo 1979. Associa le sue funzioni ministeriali con quella di amministratore della Banca mondiale, del Fondo monetario internazionale (FMI) e della Banca europea per gli investimenti (BEI) fra il 1976 e il 1979.

Dopo le elezioni del 1979 P. continua a far parte della Camera dei deputati ed entra nel settore privato. In un primo tempo è direttore della Banque continentale du Luxembourg dal 1980 al 1982, poi della Banque Paribas Luxembourg dal 1982 al 1984. Inoltre, fra il 1983 e il 1984, è membro della Commissione per la promozione della piazza finanziaria di Lussemburgo dell’Association des banques et banquiers luxembourgeois (ABBL), organizzazione professionale e sindacale che raggruppa gran parte delle banche con sede in Lussemburgo.

Capolista del POSL alle elezioni nazionali ed europee, sia nel 1984 che nel 1989 e nel 1994, P. in questo periodo è anche vicepresidente del governo e ministro degli Affari esteri, del Commercio estero e della Cooperazione in una coalizione PSC-POSL. Ha anche i portafogli dell’Economia fra il 1984 e il 1989 e quello della Difesa dal 1989 al 1994. Come ministro della Difesa svolge un ruolo non trascurabile nell’elaborazione della legge che autorizza l’esercito lussemburghese a partecipare a operazioni per il mantenimento della pace dietro mandato ONU.

P. presiede non solo l’Unione dell’Europa occidentale (UEO), nel 1986 e 1987, e il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa tra il 1987 e il 1988, ma esercita anche a più riprese la presidenza semestrale del Consiglio dei ministri dell’Unione europea (v. anche Presidenza dell’Unione europea). Sotto la sua presidenza, nel 1985, vengono adottate decisioni importanti per dinamizzare l’integrazione europea (v. Integrazione, metodo della); partecipa ai negoziati che portano agli accordi di Brioni per risolvere la crisi iugoslava nel 1991 e agli sviluppi dell’Unione economica e monetaria nel 1997.

Come capo della diplomazia lussemburghese, partecipa ai negoziati dell’Atto unico europeo nel 1986, del Trattato di Maastricht nel 1992 e del Trattato di Amsterdam nel 1997. Considera il Lussemburgo “costruttore” e “mediatore”, con il ruolo di contribuire «alla conciliazione degli interessi talvolta contraddittori sulla via dell’integrazione», che deve basarsi sul «pieno rispetto delle regole del diritto e della legalità comunitari», che non dev’essere «asfissiato dal protezionismo dei grandi» e deve unirsi agli altri paesi piccoli, in particolare i partner del Benelux, per potere «meglio difendere i loro interessi economici e le loro convinzioni politiche».

Eletto deputato europeo nel 1999, P. svolge fino al 2004 la funzione di questore del Parlamento europeo. Si ritira dalla vita politica attiva nel 2004.

Ha pubblicato alcune opere, tra cui Le modèle luxembourgeois (Lausanne, 1977), Le défi de la croissance zéro (Luxembourg, 1981) e lo studio Pour une réorientation fondamentale de la politique monétaire luxembourgeoise (Luxembourg, 1982). Ha anche curato la pubblicazione del quaderno Jean Monnet et le Luxembourg dans la construction de l’Europe (Lausanne, 1989). Alcune delle sue conferenze sono state pubblicate nella rivista “Studia diplomatica” dell’Institut royal des relations internationales di Bruxelles.

Corinne Schroeder (2012)

Bibliografia

Krier A., 50 Jahre Verband”. Letzeburger Arbechter-Verband 1916-1966, Luxemburger Genossenschaftsdr, Luxembourg 1966.

Poos J.F., L’Europe politique un point de vue fédéraliste, in “Revue du Marché commun”, supplemento al n. 44, febbraio 1962.

Poos J.F., Das T« TTTTageblatt” im Dienste der Schaffenden, in “50 Jahre Verband”. Letzeburger Arbechter-Verband 1916-1966, cit.

Poos, J.F., Perspectives de l’UEO, in “Revue de l’OTAN”, n. 4, agosto 1987.

Poos J.F., Le rôle européen du Luxembourg, in R.L. Philippart (a cura di), Charnière d’Europe – Bindeglied Europas, Schortgen, Esch-sur-Alzette 1990.

Vermorken J., Van De Rijt W., De la nécessité de s’unir. Interview du ministre J. F. Poos, in “Benelux. Revue trimestrielle”, 86/4, 1986.