Agence Europe

L’Agence Europe, l’agenzia di stampa europea, è indissolubilmente collegata al progresso dell’integrazione continentale e costituisce uno degli strumenti fondamentali per conoscere politiche, normative e attività dell’Unione europea (UE). Il primo numero del bollettino quotidiano uscì il 12 marzo 1953, quando l’allora presidente dell’ANSA, Lodovico Riccardi, intraprese l’avventura pionieristica della fondazione di un’agenzia nel cuore delle nascenti istituzioni comunitarie. Si trattava di un momento particolarmente significativo: nel luglio 1952 era entrato in vigore il Trattato di Parigi, che creava la Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA), ma le informazioni sull’effettiva portata di quello che stava realmente accadendo a Lussemburgo, sede dell’Alta autorità, erano ancora poche: bisognava dunque esortare il coinvolgimento dell’opinione pubblica attraverso un organo di stampa nuovo, indipendente e chiaro, con sede nel cuore delle neonate istituzioni (prima Lussemburgo, poi Bruxelles).

Il primo e “storico” direttore dell’agenzia fu il giornalista genovese Emanuele Gazzo (1908-1994), esperto in questioni economiche e marittime (si era laureato in Scienze economiche e commerciali) e con una vasta cultura letteraria, il quale si era avvicinato all’europeismo e al federalismo europeo (v. Federalismo) durante la Resistenza, essendo venuto a contatto con le opere di Carlo Rosselli.

Accolta inizialmente con diffidenza, l’Agence Europe divenne in poco tempo uno strumento valido e insostituibile per gli “addetti ai lavori” e non solo; ben presto, ai dispacci venne affiancato un editoriale giornaliero di commento ai fatti principali. La rigorosa deontologia professionale e lo stile sobrio e puntuale di Gazzo assicurarono al bollettino la collaborazione delle più importanti personalità – uomini politici e funzionari – coinvolti nel processo di edificazione della Comunità. Lo stesso direttore fu protagonista di molte iniziative nell’ambito dell’Associazione stampa europea – Giornalisti per l’Europa unita e, dopo la morte di Altiero Spinelli, fu tra i principali animatori del Comitato d’azione per gli Stati uniti d’Europa, voluto dallo stesso federalista italiano.

Marina Gazzo è succeduta al padre nella direzione dell’Agenzia, sino al 2006. L’attuale editore responsabile ed editorialista è Ferdinando Riccardi; Helmut Brüls è a capo della redazione, affiancato da Olivier Jehin.

Ancora oggi l’Agence Europe, formata da un gruppo di giornalisti specializzati nelle diverse tematiche, forte di una lunga e profonda esperienza, costituisce la fonte principale d’informazioni sulla realtà dell’UE. Una sintesi della “Giornata politica” e il commento quotidiano “Al di là della notizia” sono disponibili anche online. Il Bollettino quotidiano viene distribuito in inglese, francese e italiano. Esistono inoltre alcuni supplementi: “Europe/Documenti”, circa quaranta numeri all’anno riproducenti studi e rapporti ufficiali; “Interpenetrazione Economica”, settimanale contenente informazioni riguardanti le imprese; “Biblioteca Europea” (sempre settimanale), finalizzata alla recensione e segnalazione di libri e riviste sull’integrazione europea e, in generale, la politica internazionale. Accanto al bollettino, vanno ricordati anche il bisettimanale “Europe Diplomacy & Defence” (edito in inglese e francese), incentrato sulle strategie di sicurezza europea e le relazioni fra UE e Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (North Atlantic treaty organization, NATO), sorto dall’esperienza di “Atlantic News”, bollettino bisettimanale pubblicato dal novembre 1967 e posto ora sotto la direzione di Marina Gazzo, con Olivier Jehin come redattore capo. Entrambi i bollettini, arricchiti da analisi di studiosi ed esperti, costituiscono un fondamentale complemento dell’Agence Europe.

Simona Calissano (2009)




Agenda 2000

Agenda 2000” è una comunicazione sul futuro delle politiche dell’Unione europea (UE) che la Commissione di Jacques Santer ha presentato al Parlamento europeo al termine della Conferenza intergovernativa (CIG) di Amsterdam, il 16 luglio 1997.

Essa nasce come risposta alle richieste formulate dal Consiglio europeo di Madrid del dicembre 1995, in relazione sia alla necessità di un approfondimento della strategia di preadesione elaborata in seguito alle domande d’ingresso nell’UE dei paesi dell’Europa centro orientale (PECO), sia all’evoluzione da imprimere alle politiche comunitarie di fronte alle sfide poste dalla prospettiva di un’Europa allargata (v. anche Allargamento).

Tuttavia, con “Agenda 2000” la Commissione europea va oltre tale mandato e propone una riflessione a tutto campo rivolta a due finalità: da un lato, compilare un primo bilancio della fase di rafforzamento del processo d’integrazione economica e politica dell’UE (v. Integrazione, teorie della; Integrazione, metodo della) e di riforma istituzionale dei Trattati avviata con l’Atto unico europeo (AUE) e, dall’altro, tracciare le prospettive future delle politiche comunitarie in un’Unione più grande.

Si tratta, dunque, di un documento di ampio respiro strategico, in cui si delinea lo scenario evolutivo dell’UE per l’inizio del nuovo millennio. In esso si individuano inoltre le linee di sviluppo delle politiche comunitarie in un contesto unico, in relazione alla loro compatibilità con i nuovi obiettivi e i nuovi principi di fondo dell’Unione e con il vincolo di bilancio imposto dal quadro finanziario definito per gli anni successivi al 2000 (v. Bilancio dell’Unione europea).

Nelle 1300 pagine del documento quadro, sono esaminate principalmente tre questioni: “il rafforzamento dell’Unione e il futuro delle principali politiche comunitarie”, “la sfida dell’ampliamento”, “il quadro finanziario per gli anni 2000-2006”.

In merito al rafforzamento dell’UE, riconoscendo l’insufficienza delle modifiche apportate dal Trattato di Amsterdam, “Agenda 2000” stabilisce che la messa a punto delle riforme istituzionali e il riesame dell’organizzazione e delle modalità di lavoro della Commissione, lo sviluppo delle politiche interne e il proseguimento della riforma della Politica agricola comune (PAC) sono indispensabili per far fronte all’allargamento, garantire una crescita sostenibile, un aumento dell’occupazione e un miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini europei (v. anche Cittadinanza europea); il documento afferma inoltre l’opportunità di convocare una conferenza intergovernativa per rivedere la composizione e il funzionamento delle istituzioni comunitarie almeno un anno prima che i membri superino il numero di 20. Di questo avrebbe cercato di occuparsi il Trattato di Nizza del dicembre 2000.

Riguardo alla sfida dell’ampliamento, la Commissione s’impegna a valutare l’impatto dell’allargamento sulle politiche dell’UE e proporre preparativi più incisivi, con l’introduzione – accanto agli accordi europei, alla partecipazione dei candidati ai programmi comunitari, al riavvicinamento delle legislazioni e ai gemellaggi – di nuovi strumenti, quali i partenariati per l’adesione (PA) e la conferenza europea, recepiti dal Vertice di Lussemburgo nel dicembre 1997. All’interno di questo secondo punto vengono inoltre presentati i pareri della Commissione sulle domande d’ingresso dei candidati: si raccomanda l’avvio dei negoziati di adesione con i PECO (a partire da Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Polonia e Slovenia) e Cipro, indicando il 2003 come data più probabile dei primi ingressi (v. anche Criteri di adesione).

Con riferimento al quadro finanziario 2000-2006, la Commissione propone un nuovo schema a partire dal 2000 costituito dal Programma di aiuto comunitario ai paesi dell’Europa centrale e orientale (Poland and Hungary aid for the reconstruction of the economy, PHARE), che viene integrato da due nuovi dispositivi finanziari: lo strumento strutturale di preadesione Instrument for structural policies for pre-accession (ISPA), per contribuire a migliorare le infrastrutture di trasporto e di salvaguardia dell’ambiente, e lo strumento agricolo di preadesione Special accession program for agriculture and rural development (SAPARD), per favorire l’adeguamento a lungo termine del settore agricolo e delle zone rurali nei paesi candidati, dagli aiuti strutturali e dal sostegno allo sviluppo agricolo, così da coprire un periodo di tempo sufficientemente lungo da finanziare i bisogni fondamentali e da garantire la sana gestione delle finanze pubbliche; questo permetterebbe di concentrare le finanze su pochi programmi di comprovata utilità, anziché disperdere le risorse comunitarie in troppi aiuti esigui.

A oggi, “Agenda 2000” è il documento che maggiormente si avvicina a un Libro blu sull’allargamento e a essa occorre riconoscere il merito di aver individuato un processo graduale quale unica possibile via per l’assorbimento contemporaneo nell’Unione di un numero consistente di nuovi membri.

Lara Piccardo (2007)




Agenzia europea per la difesa

Struttura e compiti

L’Agenzia europea per la difesa (AED) è un’agenzia dell’Unione europea (UE) con sede a Bruxelles che promuove la collaborazione tra gli Stati membri nel settore della difesa. L’AED è stata istituita nel 2004 attraverso un’azione comune del Consiglio dell’UE che ne definisce lo scopo, i compiti, la struttura e il funzionamento. L’attuale base giuridica dell’Agenzia, che ne ha ampliato il mandato, risiede nell’art. 45 del Trattato sull’Unione europea, a cui è seguita una revisione dello statuto adottata tramite la decisione del Consiglio del 12 luglio 2011. Gli Stati membri dell’UE che fanno parte dell’Agenzia sono attualmente 27. Tra questi non vi è la Danimarca che, avvalendosi di una clausola di esenzione (opting out), non partecipa alle decisioni del Consiglio che hanno implicazioni per la difesa, e perciò non risulta membro dell’Agenzia.

L’AED, ai sensi dello statuto, opera con lo scopo di: sviluppare le capacità di difesa nel settore della gestione delle crisi; promuovere e intensificare la cooperazione europea in materia di armamenti; rafforzare la base industriale e tecnologica di difesa europea, e creare un mercato europeo dei materiali della difesa che risulti competitivo; promuovere le attività di ricerca al fine di rafforzare il potenziale industriale e tecnologico dell’Europa in questo settore. Per ognuna di queste attività la decisione del 2015 indica i principali compiti che le sono richiesti. Tra questi si possono citare, a titolo di esempio, il sostegno all’armonizzazione dei requisiti militari, le collaborazioni operative tra Stati, la valutazione delle priorità finanziarie nazionali ed europee in termini di capacità, la promozione di cooperazioni multilaterali unite al coordinamento di progetti tesi a soddisfare le esigenze della Politica di sicurezza e difesa comune (PSDC), lo sviluppo di politiche e azioni volte a rafforzare il mercato europeo della difesa, il lancio e il coordinamento di progetti di ricerca e sviluppo nel settore, e il coordinamento con le attività della Commissione. Nel concreto, tali compiti si realizzano attraverso la pubblicazione di studi e ricerche, la formulazione di proposte rivolte al Consiglio, e il lancio di iniziative congiunte e cooperazioni aperte agli Stati membri dell’UE nonché, talvolta, a paesi terzi. È importante peraltro sottolineare come le attività dell’Agenzia non pregiudichino in alcun modo le competenze degli Stati membri in materia di difesa.

A capo della struttura vi è l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, che è responsabile del funzionamento e dell’organizzazione generale dell’Agenzia, e presiede le riunioni del comitato direttivo. Quest’ultimo – composto dai rappresentanti degli Stati membri partecipanti a livello dei ministri della Difesa, e dalla Commissione – è l’organo decisionale dell’AED. Il comitato è solito decidere a Maggioranza qualificata seguendo gli orientamenti del Consiglio (formazione con i ministri della Difesa), ed è incaricato di approvare il programma di lavoro annuale dell’Agenzia, le relazioni e le raccomandazioni destinate al Consiglio, la realizzazione di progetti e programmi ad hoc, e di adottarne il bilancio entro il quadro finanziario fissato dal Consiglio. Tra le altre funzioni, il comitato nomina il direttore esecutivo dell’AED su proposta dell’Alto rappresentante. Il direttore dirige concretamente i lavori dell’agenzia, secondo le indicazioni del Comitato e dell’Alto rappresentante. Il bilancio operativo dell’Agenzia è assicurato dai contributi degli Stati partecipanti in base al loro reddito nazionale lordo, laddove i costi dei singoli progetti sono invece finanziati separatamente. Dalla sua creazione, il budget dell’Agenzia è cresciuto raggiungendo i 30 milioni di euro annui, mentre il personale conta circa 200 persone.

Un’idea che viene da lontano: le iniziative precorritrici dell’AED

L’idea di istituire un’agenzia internazionale che si occupasse di promuovere la cooperazione europea nel settore della difesa ha accompagnato gli sviluppi del processo d’integrazione per decenni. Dopo il fallimento della Comunità europea di difesa (1954), la costruzione del mercato unico condotta dalla Comunità economica europea (CEE) aveva accuratamente evitato l’integrazione dei mercati nazionali della difesa, ritenuti per la loro natura strategica materia di esclusiva competenza nazionale. I primi tentativi di promuovere e coordinare la cooperazione sovranazionale nell’ambito dello sviluppo e dell’acquisizione di armamenti nascono così nel 1976 all’interno della NATO, con la creazione, da parte dei paesi europei, del Gruppo europeo indipendente di programmazione (GEIP), trasferito successivamente, nel 1993, nelle strutture dell’Unione dell’Europa occidentale (UEO), dove verrà ribattezzato Gruppo armamenti dell’Europa occidentale (GAEO). La dichiarazione relativa all’UEO annessa al Trattato di Maastricht (1992-1993), prendendo atto del lancio della Politica estera e di sicurezza comune (PESC) e della «definizione a termine di una politica di difesa comune» (art. J. 4 par. 1), menziona esplicitamente la possibilità di valutare il rafforzamento della cooperazione europea nel settore degli armamenti, attraverso l’istituzione di un’agenzia dedicata. L’impulso giunto da Maastricht unito però all’assenza delle precondizioni politiche necessarie (valutate da un gruppo di studio del GAEO) condussero nel 1996 alla creazione dell’Organizzazione degli armamenti dell’Europa occidentale (OAEO) – un organo sussidiario dell’UEO dotato di personalità giuridica al fine di poter dare seguito alle decisioni prese all’interno del GAEO – quale tappa intermedia verso la futura istituzione di un’agenzia europea. Nel frattempo, a partire dal 1995, venne istituito all’interno del Consiglio un gruppo di lavoro sulle Politiche europee degli armamenti (POLARM), con l’obiettivo di sostenere il dialogo intergovernativo e le iniziative politiche.

L’impulso della Politica europea di sicurezza e difesa

L’impegno a definire una progressiva politica di difesa comune, approfondito dalle disposizioni del Trattato di Amsterdam (1997-1999), riaffermò con maggior forza l’impegno dell’UEO nel sostenere la cooperazione nel settore degli armamenti, adoperandosi concretamente alla nascita di un’agenzia dedicata. Nel 1998, tale compito venne quindi affidato dai ministri della Difesa riuniti nel GAEO a un gruppo di esperti nazionali che, oltre a definire la struttura e le funzioni dell’agenzia, avrebbero dovuto presentare una tabella di marcia in vista di una decisione ministeriale in merito alla sua effettiva realizzazione, prevista per il 2001.

Tuttavia, le difficoltà riscontrate a livello politico e operativo nelle strutture dell’UE/UEO – sia a causa delle divergenti posizioni nazionali sul ruolo e sull’idea della difesa da assegnare all’Unione, sia per l’insufficiente flessibilità offerta dagli strumenti comunitari – favorirono il lancio di iniziative intergovernative guidate dai paesi dell’UE che potevano vantare i maggiori produttori ed esportatori nel mercato della difesa. L’Organizzazione congiunta per la cooperazione in materia di armamenti (OCCAR, 1996), la Lettera di intenti (LOI, 1998), e il suo Accordo quadro (2001), rappresentano i tentativi sorti al di fuori dell’UE di migliorare la gestione dei programmi di sviluppo realizzati in collaborazione, e di agevolare i processi di ristrutturazione industriale di settore.

Dal lato del settore privato, la mancanza di un efficace approccio comune che potesse favorire la ricerca e la produzione condusse a un’intensa attività di Lobbying a sostegno della creazione di un’agenzia per la difesa interna all’Ue. Il modello a cui alcune aziende si ispiravano era quello della Defense avanced research project agency (DARPA), l’agenzia governativa statunitense che attraverso l’erogazione di finanziamenti si occupa dello sviluppo di tecnologie per uso militare. Un modello che però non venne in seguito preso in considerazione dai governi degli Stati membri. Questi gli preferirono la visione di una agenzia più debole nella struttura e nelle risorse, che fungesse soprattutto da forum dei ministeri della Difesa dell’UE a favore di una maggiore armonizzazione dei requisiti e dello sviluppo coordinato di nuovi assetti militari, nonché di tutta una serie di forme di cooperazione sugli equipaggiamenti esistenti.

Lo sprint dei primi anni 2000 e la nascita dell’Agenzia

In assenza di un attivismo da parte dell’UEO, l’occasione per concretizzare questa idea si presentò nel 2002, quando nella Convenzione che lavorò sul testo del Trattato costituzionale europeo venne istituito un gruppo di lavoro sulla difesa presieduto dall’allora commissario Michel Barnier. Le conclusioni del gruppo recepirono le richieste dell’industria e le istanze degli Stati membri per una struttura decisionale meno complessa e rigida rispetto al GAEO/OAEO, e gettarono le basi per la nascita di «un’agenzia europea per gli armamenti e la ricerca strategica […] che promuovesse una politica d’acquisizione armonizzata tra gli Stati membri, […] e che sostenesse la ricerca in materia di tecnologia della difesa, compresi i sistemi spaziali militari» (Convenzione sul futuro dell’Europa, Rapporto finale del gruppo di lavoro VIII Difesa, par. 64, 16 dicembre 2002). L’agenzia avrebbe integrato al proprio interno le cooperazioni già poste in essere (OCCAR, LOI), e lavorato per il potenziamento dell’intera base industriale europea della difesa.

Anticipando però la pubblicazione del Trattato costituzionale, nel giugno del 2003 si tenne a Salonicco un Consiglio europeo nel quale i capi di Stato e di governo decisero di accelerare la nascita di un’agenzia europea per la difesa. La scelta del Consiglio fu presa in maniera indipendente dalle conclusioni del gruppo di lavoro della Convenzione, e si basava sulle proposte contenute in due non-paper franco-britannici e sui contributi fatti circolare dalla presidenza di turno italiana. Il vertice europeo diede così il compito al Consiglio dell’UE di intraprendere le necessarie azioni per la creazione di «un’agenzia intergovernativa nel settore dello sviluppo delle capacità di difesa, della ricerca, dell’acquisizione e degli armamenti» (Consiglio europeo di Salonicco, Conclusioni della Presidenza, par. 65, 19-20 giugno 2003). Di conseguenza venne costituito in seno al Consiglio un gruppo di lavoro che, dopo un non semplice negoziato, decise a sua volta di creare un team di progetto in grado di definire nei dettagli l’agenzia che sarebbe nata da lì a pochi mesi. A presiedere il team venne scelto dall’Alto rappresentante Javier Solana, il funzionario del ministero della Difesa britannico Nick Witney, che diventerà anche il primo direttore esecutivo dell’AED. Nell’aprile del 2004 la proposta del team di progetto giunse sul tavolo del Comitato dei rappresentanti permanenti (COREPER) per la sua discussione e la definizione degli ultimi aspetti, che portarono, infine, all’adozione da parte del Consiglio dell’azione comune che istituì l’AED nel luglio dello stesso anno. Dopo alcune minori modifiche all’azione comune, nel 2009, l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona ha elevato la base legale dell’Agenzia a livello primario, ampliandone i compiti. Le successive decisioni del 2011 e del 2015 hanno infine abrogato l’azione comune, fissando il nuovo statuto e funzionamento dell’AED.

In vista dei futuri sviluppi dell’Agenzia, degno di nota risulta il piano d’azione europeo in materia di difesa lanciato dalla Commissione nel 2017. Il piano prevede l’istituzione di un fondo europeo a sostegno degli investimenti in attività di ricerca comune e dello sviluppo congiunto di attrezzature e tecnologie di difesa. Il finanziamento alla ricerca (90 milioni di euro fino al 2019) sarà attuato dall’AED per conto della Commissione. In questo modo, l’UE finanzierà direttamente la ricerca e l’acquisizione nel campo della difesa per la prima volta nella sua storia.

Lorenzo Vai (2017)




Agenzia lettone per l’investimento e lo sviluppo

L’Agenzia lettone per l’investimento e lo sviluppo è stata istituita nel settembre 1993 con un decreto del Consiglio dei ministri inizialmente con il nome di Agenzia lettone per lo sviluppo (LIA), una società per azioni. Il 1° febbraio 2004 sono stati modificati il suo status legale e la sua denominazione. Con il decreto del gabinetto dei ministri lettone del 24 dicembre 2003, l’Agenzia lettone per lo sviluppo è stata trasformata in ente pubblico ed è così nata l’Agenzia lettone per l’investimento e lo sviluppo (Latvijas investīciju un attīstības aģentūra, LIAA). La LIAA è un’istituzione statale che opera sotto il controllo del ministero dell’Economia e agisce in conformità con la legge sulle agenzie pubbliche, con il regolamento n. 746 del gabinetto dei ministri, con il regolamento dell’Agenzia per l’investimento e lo sviluppo della Lettonia e altre leggi e regolamenti.

Storia

Sin dal 1993 l’Agenzia è stata un ente semigovernativo no profit con diversi compiti, tra cui essenzialmente quello di attrarre investimenti stranieri, favorire lo sviluppo delle esportazioni e promuovere progetti per lo sviluppo della proprietà industriale e commerciale. Il Consiglio dell’Agenzia lettone per lo sviluppo, formato da alti rappresentanti del settore pubblico e privato, è stato stabilito con decreto. L’Agenzia ha iniziato subito a intraprendere un audit industriale, ad avviare progetti speciali, a rispondere a indagini progettuali, a lanciare promozioni all’estero e a creare sistemi d’informazione. Il programma UE-PHARE ed esperti provenienti da diversi paesi dell’UE, hanno fornito assistenza tecnica e formazione del personale.

Lo scopo fondamentale dell’Agenzia lettone per lo sviluppo consisteva nel favorire il processo di rinnovamento economico nazionale promuovendo la circolazione di capitali imprenditoriali internazionali all’interno dell’economia lettone, favorendo l’investimento interno in Lettonia, lo sviluppo delle esportazioni dalla Lettonia e progetti di sviluppo selezionati.

L’Agenzia lettone per lo sviluppo (LIA) riuscì in breve tempo a offrire ai propri assistiti una molteplicità di servizi essenziali per l’avvio di progetti di investimento interno e di sviluppo dell’esportazione. Tra di essi la pubblicazione di una guida per gli investitori, una guida per l’export, un notiziario mensile, una rivista quadrimestrale e una annuale di economia, una serie di relazioni sulle problematiche industriali e inoltre programmi di export link con i paesi confinanti, servizi d’informazione e di indagine, servizi di formazione e consulenza e studi settoriali dettagliati.

L’Agenzia lettone per lo sviluppo (LIA) aumentò le proprie attività secondo quanto stabilito dalla politica governativa, dai regolamenti operativi dell’agenzia (regolamenti del gabinetto dei ministri del 18 luglio 1995) e dagli articoli dello statuto dell’associazione (regolamenti del gabinetto dei ministri del 21 novembre 1995 ed emendamenti del 1997). Le attività dell’Agenzia si basavano su strategie di attrazione degli investimenti e promozione delle esportazioni. Tali strategie sono state sviluppate congiuntamente con gli esperti del Programma EU-PHARE e approvate durante la seduta del Consiglio dell’Agenzia del 10 maggio 1996. Inoltre l’Agenzia operava in conformità con il Progetto d’impresa approvato nella seduta del Consiglio dell’Agenzia del 23 agosto 1996 e il Piano d’azione, sviluppato dal Dipartimento per l’energia della LIA.

Al fine di raggiungere gli obiettivi previsti eseguita venne eseguita una regolare attività di informazione e consulenza, offrendo supporto alle imprese locali e straniere e promuovendo un dialogo proficuo tra i funzionari del governo lettone e i vari management delle imprese straniere. Le attività dell’Agenzia lettone per lo sviluppo si basavano sullo studio, l’analisi e la progettazione di piani d’azione per ogni settore specifico. L’Agenzia offriva, quindi, una vasta gamma di servizi e attività che venivano sviluppati e riveduti dalla stessa LIA, adeguandoli al mutare dei tempi e alle esigenze dalle situazioni presenti.

Obiettivi

La LIA svolgeva la funzione di Sportello unico per gli investitori esteri e offriva una vasta gamma di servizi quali: raccolta, compilazione e diffusione di informazioni sulle opportunità di creazioni d’impresa in Lettonia nei vari settori (tecnologie dell’informazione, lavorazione del legno, ingegneria meccanica e lavorazione del metallo, tessile, alimentare, industrie chimiche e farmaceutiche, trasporti e logistica); assistenza nello stabilire e sviluppare i contatti con partner commerciali lettoni; organizzazione di viaggi e incontri di affari con potenziali interessati partner commerciali lettoni; consulenza ed erogazione di assistenza pratica nell’ambito di questioni relative ai beni immobili così come ogni tipo di assistenza legale; erogazione di ogni tipo di assistenza successiva all’avvio di una attività commerciale in Lettonia.

I principali servizi erogati dall’Agenzia alle attività commerciali in Lettonia erano: la preparazione, l’aggiornamento periodico e la diffusione di informazioni all’estero riguardo all’offerta di prodotti esportati dalle aziende lettoni e ai profili delle aziende esportatrici; la diffusione di informazioni riguardanti la capacità di esportazione dei settori industriali lettoni; la diffusione di informazioni elaborate sui volumi di esportazioni di un determinato prodotto e sulle procedure per contrattare con le imprese lettoni a seconda delle richieste degli acquirenti stranieri; l’organizzazione di seminari e missioni commerciali all’estero e servizi forniti per missioni commerciali all’interno della Lettonia; l’assistenza alle imprese lettoni nell’offrire i propri prodotti e servizi all’interno di fiere internazionali all’estero.

L’uso razionale delle fonti energetiche pubbliche era strettamente collegato alla promozione dell’utilizzo di fonti energetiche locali rinnovabili e alle questioni ambientali. Il Dipartimento per l’energia della LIA si specializzò nel fornire soluzioni a tali questioni.

Nell’ottobre del 1998, su richiesta del ministro lettone delle Finanze, il Servizio di consulenza per gli investimenti esteri (Foreign invesment advisory service, FIAS), un organo di servizio congiunto tra la Società finanziaria internazionale e la Banca mondiale, condotto condusse una ricerca sulle barriere amministrative agli investimenti in Lettonia. L’obiettivo dello studio era quello di analizzare l’interazione tra le agenzie governative lettoni e gli investitori stranieri e fornire raccomandazioni sui miglioramenti da apportare in campo commerciale in modo da rendere la Lettonia più attraente per gli investitori stranieri. I membri della LIA parteciparono attivamente a tale studio e la Lettonia fu il primo dei paesi baltici ad aver condotto uno studio di questo tipo.

Il risultato di questo studio fu un piano che comprendeva più di 30 proposte specifiche riguardanti le iniziative da sostenere per eliminare le innumerevoli barriere amministrative che ostacolavano l’accesso, la residenza e l’attività professionale dei cittadini stranieri, la registrazione delle imprese, l’amministrazione fiscale, le attività doganali, la costruzione, la registrazione legale dei terreni e l’attività dei vari organi di controllo preposti alle ispezioni.

Tali attività spinsero i più importanti investitori stranieri a formare il Consiglio degli investitori stranieri in Lettonia, che si riunisce due volte all’anno con il governo lettone. Il primo incontro avvenne il 1° giugno 1999. Nell’intervallo tra le due sessioni, opera una commissione guidata dal primo ministro. La commissione è composta da rappresentanti del governo e ha il compito di promuovere il dialogo con i rappresentanti del Consiglio degli investitori stranieri in Lettonia e di risolvere le questioni correnti.

Unitamente a questi processi, nell’ambito del progetto EU-PHARE e LIA per migliorare il mondo commerciale, fu organizzato per la prima volta in Lettonia un sondaggio per capire il punto di vista delle compagnie. Durante i 10 anni di attività della LIA, il settore imprenditoriale in Lettonia e le richieste dei mercati stranieri sono cambiati in modo significativo, specialmente in considerazione della necessità di integrarsi nel mercato unico europeo dell’Unione europea e della corsa all’adesione della Lettonia all’Unione europea (v. Criteri di adesione; Paesi candidati all’adesione). Il compito di migliorare la competitività commerciale attraverso nuovi strumenti, tra cui l’impiego dei fondi strutturali dell’UE, rese necessaria la riorganizzazione dell’Agenzia.

Juris Kanels, direttore dell’Agenzia per l’investimento e lo sviluppo della Lettonia (LIAA) ha affermato: «La cosa più importante nella riorganizzazione dell’Agenzia è cambiarne lo status legale: in quanto agenzia di stato, alla LIAA è concesso lo status di ente pubblico. In questo contesto, anche gli ambiti d’intervento sono stati modificati, utilizzando uno schema chiaro degli obiettivi: sostenere l’imprenditorialità e migliorare la competitività. Le funzioni e i compiti sono stati definiti in linea con questi obiettivi».

Nel portare avanti l’attività svolta dal suo predecessore, la LIAA cerca di promuovere in modo più incisivo lo sviluppo degli affari, facilitando la crescita di investimenti esteri e accrescendo la competitività degli imprenditori lettoni in Lettonia e nei mercati esteri collegati all’Unione europea. Proprio come la LIA, la LIAA offre assistenza per tutta la durata delle attività in Lettonia, agendo come primo punto di contatto e come sportello unico per l’assistenza agli investitori e l’elaborazione di soluzioni su misura per soddisfare le esigenze specifiche di ciascun investitore. L’Agenzia è dotata di una propria banca dati regolarmente aggiornata delle imprese lettoni per favorire la ricerca di partner commerciali interessati a progetti d’investimento e ad attività di esportazioni o subappalto. Inoltre la LIAA è uno degli organi che attua programmi di assistenza pubblica, erogando prestiti agli imprenditori per aumentare la loro competitività, nonché programmi cofinanziati dai fondi strutturali dell’UE.

Richard Charles Mole (2009)




Agenzia spaziale europea

L’Agenzia spaziale europea (European space agency, ESA) è un’organizzazione europea intergovernativa nata nel 1975 dall’unione di due organizzazioni: la European launcher development organisation (ELDO) fondata all’inizio degli anni Sessanta (v. De Maria, The History, 1993) in seguito al progetto di sei paesi europei – Belgio, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Regno Unito – di costruire un lanciatore pesante chiamato Europa, e la European space research organisation (ESRO), fondata nel 1962 (Id., Europe, 1993) per intraprendere programmi di satelliti scientifici e coprire tutti i settori dell’attività spaziale, dai satelliti di telecomunicazione ai lanciatori, proposti dai paesi membri. L’ESA è composta da 15 Stati membri: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Norvegia, Olanda, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Svezia e Svizzera (v. Zabusky, 1995).

A eccezione di Norvegia e Svizzera, la totalità dei paesi membri dell’Agenzia è costituita dagli Stati membri dell’Unione europea. Ogni Stato membro, a prescindere dalle sue dimensioni e dal suo contributo finanziario, ha diritto a un voto in seno al Consiglio d’amministrazione (Council), che è l’organo direttivo dell’Agenzia e che definisce gli orientamenti politici generali in base ai quali l’ESA sviluppa la pianificazione del programma spaziale. Il Canada collabora ad alcuni progetti dell’Agenzia in conformità a un accordo di cooperazione, e fa altresì parte del Consiglio d’amministrazione (v. Dotto, 2002). Oltre a lavorare sui propri progetti indipendenti, l’ESA coopera regolarmente con altre agenzie spaziali e istituzioni a livello mondiale di Stati Uniti, Russia, Giappone, Argentina, Brasile, India, Cina e di alcuni paesi in via di sviluppo. Inoltre, l’ESA ha accordi bilaterali di cooperazione a livello governativo con paesi dell’Europa centrale e orientale.

Il mandato dell’ESA è quello di «sostenere e promuovere, per scopi esclusivamente pacifici, la cooperazione tra gli Stati Europei nella ricerca e tecnologia spaziale e nelle loro applicazioni» (Convenzione dell’Agenzia spaziale europea, art. 5). L’obiettivo principale è quello di coordinare i programmi spaziali europei con i programmi delle agenzie spaziali nazionali (come, per esempio, l’ASI, Agenzia spaziale italiana o il Centre national d’études spatiaux, CNES, in Francia), cui si aggiunge quello di garantire una competitività dell’industria spaziale europea a livello mondiale.

Le attività istituzionali dell’ESA (programmi scientifici spaziali e controllo del budget) sono finanziati da fondi erogati da tutti gli Stati membri e calcolati in funzione del prodotto interno lordo di ogni paese. Inoltre, l’Agenzia attua una serie di programmi opzionali in cui ogni paese decide di partecipare con un impegno finanziario equivalente al suo interesse prioritario per questo determinato settore (v. Politica della ricerca spaziale).

L’ESA opera sulla base del “principio del ritorno geografico”, ossia investendo in ogni Stato membro una somma quasi equivalente al contributo del paese stesso, attraverso contratti alle industrie nazionali per l’attuazione dei programmi spaziali. Mediamente, ogni cittadino di uno Stato membro dell’ESA versa in termini di imposte destinate alle attività correlate allo spazio cifre irrisorie (più o meno l’equivalente di un biglietto del cinema). L’investimento pro capite europeo nel settore spaziale risulta estremamente modesto se paragonato a quello degli Stati Uniti, dove vengono investite nel campo spaziale civile cifre sei volte superiori a quelle europee. Il budget annuale dell’ESA è di circa 3 miliardi di Euro, equivalenti grosso modo al budget annuale del programma quadro di ricerca dell’Unione europea.

I programmi dell’ESA includono programmi di scienza spaziale, programmi infrastrutturali e programmi applicativi. Nel quadro dei programmi scientifici si sviluppano satelliti per lo studio del sistema solare e dei pianeti, della magnetosfera, dei buchi neri, delle galassie e degli asteroidi. Missioni importanti dell’ESA in questo campo sono state Giotto, Hubble space telescope in cooperazione con la NASA, Huygens Cassini, Smart, Mars Express e Rosetta.

Tra i programmi di infrastruttura figura quello dei lanciatori, nell’ambito del quale l’ESA ha prodotto e sviluppato la famiglia europea dei lanciatori Ariane e sta sviluppando il piccolo lanciatore Vega, entrambi strutturati commercialmente da Arianespace.

L’Europa contribuisce attraverso l’ESA alla Stazione spaziale internazionale insieme ad americani, russi, giapponesi e canadesi, e fornisce un braccio robotico, un laboratorio europeo Columbus, che è stato lanciato nel 2005 e un modulo di trasporto Automated transfer vehicle (ATV).

I programmi applicativi includono il telerilevamento e la meteorologia con missioni come l’European remote sensing satellite (ERS) e l’Environment satellite (ENVISAT), satelliti di tecnologia avanzata per il monitoraggio ambientale, programmi di telecomunicazione satellitare come ARTEMIS e di applicazioni multimediali nei settori della telemedicina e della teleducazione.

Infine, l’ESA sviluppa congiuntamente con la Commissione europea il programma di navigazione satellitare Galileo, che sarà operativo nel 2008. Promuove inoltre attività di sviluppo di tecnologie spaziali, di standardizzazione, sostiene lo sviluppo di piccole e medie industrie e finanzia studi e progetti educativi.

Tutte le attività dell’ESA sono coordinate tramite gli uffici della direzione generale presso la sede centrale di Parigi, dalla quale vengono elaborati e approvati i progetti. L’Agenzia è presieduta da un direttore generale, eletto dal Consiglio ogni quattro anni, al quale fanno capo le direzioni di ogni singolo settore di ricerca. Vi è, inoltre, una serie di centri distribuiti in tutta Europa, ognuno dei quali copre determinate responsabilità (v. Politica della ricerca scientifica e tecnologica; Cooperazione scientifica e tecnica).

L’European space research institute (ESRIN) è il centro dell’ESA in Italia. Situato a Frascati, in provincia di Roma, si occupa principalmente dell’elaborazione, archiviazione e trasmissione dei dati provenienti dai satelliti di osservazione della Terra, europei e internazionali, attraverso il coordinamento di oltre 20 stazioni a terra e la cooperazione con altrettanti operatori del segmento terrestre in tutto il mondo; si occupa inoltre dei servizi informatici e della gestione del programma di piccolo lanciatore europeo Vega, che verrà utilizzato per mettere in orbita bassa satelliti scientifici e di osservazione della Terra di modeste dimensioni.

L’European space research and technology centre (ESTEC) è il più grande centro dell’Agenzia e si trova a Noordiwijk, in Olanda. Dispone di impianti completi di collaudo e simulazione ambientale che permettono di testare i componenti dei veicoli spaziali, la cui realizzazione è affidata all’industria spaziale europea. Il centro olandese si occupa inoltre della definizione dei programmi dei futuri satelliti scientifici o applicativi e dello sviluppo delle nuove tecnologie necessarie alla loro realizzazione. L’ESTEC è anche la base del direttorato per i voli spaziali abitati e del Dipartimento di scienza spaziale dell’ESA.

L’European space operations centre (ESOC) si trova a Darmstadt, in Germania, ed è il centro che assicura il funzionamento dei satelliti già in orbita, durante tutto il periodo della loro missione, attraverso il collegamento della struttura a stazioni terrestri presenti in tutte le aree del globo.

L’European astronaut centre(EAC) gestisce l’addestramento degli astronauti per le future missioni ed è situato a Colonia, in Germania. L’ESA dispone anche di una base di lancio a Kourou, nella Guyana Francese, il cosiddetto “Porto spaziale dell’Europa”, e tre stazioni terrestri a Kiruna (Svezia), Redu (Belgio) e Villafranca (Spagna), avvalendosi inoltre di diverse stazioni terrestri per il controllo dei satelliti dislocate in varie parti del mondo. Inoltre, l’ESA ha a sua disposizione una serie di uffici di rappresentanza a Washington (Stati Uniti), a Mosca (Russia) e a Bruxelles (Belgio), quest’ultimo più specificamente incaricato delle relazioni con l’Unione europea, con la quale l’ESA ha una stretta attività di cooperazione.

Tra i progetti nati dalla collaborazione tra l’ESA e l’UE ci sono: Global monitoring for environment and security (GMES), progetto che stabilisce la creazione di infrastrutture e servizi su scala globale e regionale che contribuiscano a prevenire e gestire in modo migliore i disastri ambientali; Galileo, primo sistema civile di navigazione attraverso satelliti che contribuirà a migliorare le varie tipologie di trasporto e dei servizi ad esso correlati che sarà operativo nel 2008; infine il Digital divide, progetto di integrazione con il satellite e di superamento del gap tecnologico dei paesi dell’Europa centrale e orientale.

L’ESA dispone di un corpo unico di 16 astronauti altamente qualificati in diverse aree scientifiche o tecniche, provenienti da 8 dei 15 paesi membri (Belgio, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Spagna, Svezia, Svizzera). Tutti gli astronauti per diventare “europei devono partecipare a un concorso nazionale e dopo averlo superato affrontare un periodo di addestramento presso l’EAC a Colonia. Dal 1998 l’addestramento presso l’EAC è mirato alla preparazione degli astronauti per le missioni spaziali alla Stazione spaziale internazionale, verso cui gli astronauti viaggiano regolarmente partecipando attivamente alle fasi di costruzione, e dove sostano per periodi di vari mesi, durante i quali procedono allo svolgimento di programmi sperimentali di molteplice natura (scienza, medicina, tecnologia, biologia, ecc.).

Oltre al team degli astronauti, presso l’ESA lavora un personale qualificato, proveniente da tutti gli Stati membri, che comprende ricercatori, ingegneri, specialisti informatici e personale amministrativo. Gli “staff”, funzionari europei che lavorano all’ESA, sono circa 1800.

Simonetta Cheli (2007)




Agenzie europee

Le agenzie europee sono organismi dotati di personalità giuridica propria e distinti dalle istituzioni comunitarie, creati allo scopo di rispondere a esigenze specifiche, di carattere tecnico, scientifico o di gestione di particolari attività dell’Unione europea (UE).

Le prime due agenzie furono create nel 1975, nell’ambito del primo programma di azione sociale varato dalla Comunità. Le difficoltà incontrate dall’economia europea a partire dai primi anni Settanta avevano stimolato un nuovo interesse degli organi comunitari verso la politica sociale, fino ad allora limitate a semplici misure di “accompagnamento” del mercato comune (v. Comunità economica europea). In tale contesto prendeva corpo l’idea di dar vita a due nuovi organismi: il primo, che le forze sindacali richiedevano da anni, avrebbe dovuto studiare i temi della formazione professionale (v. Politica della formazione professionale), aspetto ritenuto fondamentale per il miglioramento della competitività economica e per la realizzazione concreta del mercato unico europeo; il secondo avrebbe dovuto analizzare costantemente le condizioni di vita e di lavoro nella Comunità, per fornire orientamenti e pareri autorevoli ai responsabili delle politiche sociali, contribuendo così a migliorare la qualità della vita.

Con due regolamenti, del febbraio e del maggio 1975 furono così istituiti il Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale (CEDEFOP, acronimo del francese Centre européen pour le développement de la formation professionnelle) e la Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro (EUROFOUND), con sedi, rispettivamente, a Berlino ovest e a Dublino. Entrambe le agenzie erano finanziate con stanziamenti ad hoc dal bilancio comunitario (v. Bilancio dell’Unione europea). Un consiglio d’amministrazione, composto da rappresentanti degli Stati membri, della Commissione europea e delle parti sociali, stabiliva gli orientamenti generali di gestione, la cui attuazione dettagliata era affidata a un direttore esecutivo assistito da una serie di comitati tecnici (v. Comitati e gruppi di lavoro).

CEDEFOP ed EUROFOUND rimasero le uniche agenzie della Comunità fino all’inizio degli anni Novanta, quando il cambiamento della situazione internazionale e le esigenze legate al completamento del mercato interno portarono alla creazione di una serie di nuovi organismi. In tale contesto, il Consiglio europeo di Bruxelles, nell’ottobre 1993, approvava l’istituzione di sette nuove agenzie specializzate, strutturate in modo analogo a quelle di “prima generazione”.

Gli sviluppi dell’ultimo decennio, dovuti sia all’inasprimento di determinati problemi sociali, sia alla brusca irruzione nell’agenda politica di tematiche in parte nuove (ad esempio i problemi della sicurezza seguiti agli eventi dell’11 settembre 2001), incrementavano ulteriormente il numero delle agenzie specializzate, alcune delle quali create per operare nel quadro della Politica estera e di sicurezza comune (PESC) o del cosiddetto “terzo pilastro” (v. Pilastri dell’Unione europea) dell’UE (cooperazione in materia di Giustizia e affari interni) (v. anche Cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale).

Ciò permetteva, fra l’altro, di rispondere a esigenze di decentramento ripetutamente sottolineate da alcuni paesi “periferici” dell’Unione europea, che avevano richiesto in più occasioni di impiantare sul loro territorio la sede di istituzioni comunitarie. Così, non solo la sede del CEDEFOP nel 1995 fu spostata a Salonicco (la Germania era ampiamente “risarcita” dalla previsione di stabilire a Francoforte sul Meno la futura Banca centrale europea), ma la gran parte delle agenzie riceveva una collocazione periferica rispetto al classico triangolo istituzionale Bruxelles-Lussemburgo-Strasburgo. Per questo le agenzie sono comunemente conosciute anche come “organismi decentrati” dell’Unione.

Quasi tutte le agenzie hanno una rete di enti associati nei diversi Stati membri (composta di solito da organismi preesistenti specializzati nelle rispettive materie), che funzionano da canali per la raccolta di informazioni e per la diffusione di dati o notizie verso l’esterno. Le agenzie sono finanziate grazie a stanziamenti appositi dal bilancio generale dell’Unione, con l’eccezione dell’Agenzia europea di valutazione dei medicinali, dell’Ufficio per l’armonizzazione nel mercato interno, e dell’Ufficio comunitario delle varietà vegetali, che si autofinanziano parzialmente attraverso la riscossione di diritti, e del Centro di traduzione degli organi dell’Unione europea, i cui servizi sono pagati dalle istituzioni e dalle altre agenzie.

Secondo la classificazione utilizzata dalla stessa UE, le agenzie possono essere suddivise nel modo seguente (accanto al nome di ogni agenzia è riportato l’anno di istituzione e la sede).

Agenzie comunitarie vere e proprie. Alcune delle agenzie comunitarie mirano alla promozione del dialogo sociale a livello europeo, e sono caratterizzate dalla presenza delle parti sociali nel loro consiglio di amministrazione (mentre i rappresentanti degli Stati membri e della Commissione sono presenti in tutte). Altre hanno funzioni di regolamentazione, e hanno in generale lo scopo di agevolare il funzionamento del mercato interno. Vi sono poi alcuni “osservatori” che raccolgono e divulgano dati su fenomeni sociali di particolare rilievo, mentre ad alcune agenzie sono affidati, quasi in una sorta di “subappalto”, determinati compiti dell’amministrazione comunitaria, come i servizi di traduzione degli stessi organi decentrati o alcune forme specifiche di assistenza ai paesi dei Balcani e dell’Europa orientale non membri dell’UE. Nel dettaglio, le agenzie comunitarie sono le seguenti:

– CEDEFOP (1975, a Berlino Ovest fino al 1995, in seguito a Salonicco). Ha il compito di raccogliere e diffondere informazioni su sistemi e politiche di formazione professionale e istruzione, per offrire un sostegno agli specialisti del settore di tutta l’Europa (v. Politica dell’istruzione).

– EUROFOUND (1975, Dublino). Contribuisce all’elaborazione di strategie volte a migliorare le condizioni di vita e di lavoro nella Comunità.

– Agenzia europea dell’ambiente (1990, Copenaghen). Segue costantemente l’evoluzione della situazione ambientale nei suoi diversi aspetti (v. Politica ambientale). Grazie a una norma speciale del suo statuto, i tre paesi dello Spazio economico europeo non membri UE (Islanda, Norvegia e Liechtenstein), hanno aderito all’agenzia fin dalla sua fondazione, mentre nel 2002 sono entrati anche i 10 paesi allora in via di adesione, la Romania, la Bulgaria e la Turchia. Al momento sono in corso negoziati con la Svizzera.

– Fondazione europea per la formazione professionale (1990, Torino). Punta ad aiutare una serie di paesi partner dell’UE – oltre quaranta, fra i quali i beneficiari dei programmi Poland and Hungary aid for the reconstruction of the economy (PHARE), Technical assistance for the commonwealth of independent states (TACIS) e MEDA – a riformare e modernizzare i sistemi di formazione professionale.

– Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (1993, Lisbona). Come il precedente, ha funzioni di monitoraggio e opera in collaborazione con Stati non membri, oltre che con enti internazionali come l’Organizzazione mondiale della sanità.

– Agenzia europea di valutazione dei medicinali (1993, Londra). Garantisce il massimo di protezione a uomini e animali attraverso l’azione dei suoi comitati tecnici, che ricevono informazioni da una rete di esperti di tutti i paesi membri.

– Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (1994, Bilbao). Ha lo scopo di raccogliere e diffondere le conoscenze in materia di condizioni di salute e sicurezza sul lavoro.

– Ufficio per l’armonizzazione nel mercato interno (1994, Alicante). Tutela i “marchi comunitari”, vale a dire il sistema di marchio unico istituito dall’Unione europea e riconosciuto da tutti gli Stati membri, che permette di offrire una tutela molto più rapida e forte.

– Ufficio comunitario delle varietà vegetali (1994, Angers). Tutela la privativa per i ritrovati vegetali (il corrispettivo dei diritti di proprietà industriale in materia di varietà vegetali).

– Centro di traduzione degli organi dell’Unione europea (1994, Lussemburgo). Fornisce i servizi di traduzione agli organi comunitari decentrati e fa fronte ai sovraccarichi di lavoro dei servizi ufficiali delle istituzioni. Oltre a rappresentanti degli Stati membri e della Commissione, nel suo consiglio di amministrazione siedono, in quanto “clienti” del Centro, anche esponenti delle altre agenzie.

– Agenzia europea per la ricostruzione (2000, Salonicco). Gestisce programmi di aiuto alla ricostruzione politica ed economica della Repubblica federale di Iugoslavia e della ex Repubblica di Macedonia. Ha centri operativi a Belgrado, Pristina, Podgorica e Skopje (v. Politica dell’Unione europea nei Balcani).

– Autorità europea per la sicurezza alimentare (2002, Parma). Creata a seguito dell’epidemia di encefalopatia spongiforme bovina (meglio nota come “mucca pazza”) per raccogliere informazioni e offrire consulenza specializzata alle autorità comunitarie su qualsiasi aspetto della sicurezza alimentare.

– Agenzia europea per la sicurezza marittima (2002, Lisbona). Creata dopo il disastro della petroliera Erika al largo delle coste spagnole, punta soprattutto a ridurre i rischi di incidenti marittimi e i conseguenti danni ambientali (v. anche Politica comune dei trasporti della CE).

– Agenzia europea per la sicurezza aerea (2002, Colonia). Ha compiti analoghi alla precedente, anche se è maggiormente sottolineato l’aspetto della sicurezza in senso stretto (v. anche Politica comune dei trasporti della CE).

– Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell’informazione (2004, Eraklion). Ha funzioni consultive e di coordinamento, di raccolta, analisi e diffusione dei dati in materia di sicurezza informatica.

– Agenzia ferroviaria europea (2004, Lille). Ha il compito di assistere la progressiva omogeneizzazione delle modalità di gestione dei sistemi ferroviari nazionali, nell’obiettivo, fissato dalle normative sulla politica comune dei trasporti, di uno “spazio ferroviario integrato” europeo, che possa garantire un incremento di efficienza e un rafforzamento della sicurezza generale (v. anche Politica comune dei trasporti della CE).

– Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne (2004, Varsavia). Mira a rafforzare e dare uniformità alla cooperazione fra gli Stati membri in materia di controllo delle frontiere esterne dell’Unione (v. anche Politica dell’immigrazione e dell’asilo).

– Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (2004, Stoccolma). In stretta cooperazione con i principali enti sanitari nazionali e internazionali, ha il compito primario di rafforzare la capacità europea di rispondere alla diffusione di malattie infettive particolarmente pericolose, quali l’influenza aviaria o l’AIDS (v. anche Politica della salute pubblica).

– Agenzia comunitaria di controllo della pesca (2005, Vigo – sede provvisoria a Bruxelles). Ha il compito di favorire l’applicazione della nuova normativa sulla Politica comune della pesca, riformata nel 2002, in particolare stimolando il coordinamento delle operazioni di ispezione e di controllo fra le istituzioni comunitarie e gli stati membri.

– Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (2007, Vienna). Lavorando in stretto contatto con altri organismi dedicati agli stessi fenomeni (su base nazionale o europea), ha il compito di raccogliere informazioni e dati su tutti gli aspetti legati al rispetto dei diritti fondamentali (v. Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea), allo scopo primario di fornire consulenza e assistenza alle istituzioni europee e nazionali nell’ambito dell’elaborazione e dell’attuazione del diritto comunitario (v. Diritto comunitario; Diritto comunitario, applicazione del). L’agenzia sostituisce l’Osservatorio europeo dei fenomeni di razzismo e xenofobia, creato nel 1997, il cui oggetto rimane comunque uno dei suoi principali settori di attività.

– Agenzia europea delle sostanze chimiche (2007, Helsinki). Ancora in fase di organizzazione preliminare, avrà la funzione di fornire consulenza e informazioni a carattere tecnico-scientifico in materia di sostanze chimiche, nell’intento di garantire una gestione uniforme delle stesse in tutta l’Unione.

Agenzie operanti in ambito PESC. Nell’ambito della PESC operano organismi di natura strettamente tecnico/scientifica, due dei quali sono nati nell’ambito dell’Unione dell’Europa occidentale (UEO) e integrati nell’Unione europea con due azioni comuni del Consiglio affari generali. Si tratta dei seguenti organismi:

– Istituto europeo per gli studi sulla sicurezza (2002, Parigi). Organismo di ricerca sui problemi di sicurezza e difesa, svolge, con piena indipendenza intellettuale, compiti di studio e di analisi a supporto dell’azione del Consiglio dei ministri e dell’Alto rappresentante per la PESC (v. Politica estera e di sicurezza comune).

– Centro satellitare dell’Unione europea (2002, Torrejón de Ardoz). Fornisce informazioni a supporto del processo decisionale della PESC e della Politica europea di sicurezza e difesa (PESD) attraverso l’analisi di immagini satellitari e aeree.

– Agenzia europea per la difesa (2004, Bruxelles). Promuove la collaborazione fra gli Stati membri soprattutto in materia di produzione di armamenti e di ricerca connessa alla stessa attività, nell’intento di rafforzare la «base industriale e tecnologica della difesa europea» e favorire la nascita di un vero e proprio mercato europeo dei materiali di difesa.

Organismi operanti nel quadro del “terzo pilastro”. Nell’ambito del “terzo pilastro” (v. Cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale) operano organismi che intendono favorire la collaborazione fra i paesi membri in materia di lotta alla criminalità organizzata internazionale (in parte ha lo stesso compito, ovviamente, la già citata Agenzia per la collaborazione in materia di frontiere esterne):

– Ufficio europeo di polizia (più conosciuto come EUROPOL, 1992, L’Aia). Agevola il coordinamento delle forze di polizia nazionali, soprattutto nella lotta contro determinati reati internazionali, quali la tratta degli esseri umani, il terrorismo, il traffico di stupefacenti o di sostanze radioattive e nucleari (v. anche Lotta contro la criminalità internazionale e contro la droga; Lotta contro il terrorismo).

– Accademia europea di polizia (2000, Hook). Promuovendo la cooperazione fa gli organismi interessati, punta a favorire la formazione di alti funzionari di polizia su base “transfrontaliera”, sempre più necessaria per far fronte ai problemi posti dalla criminalità internazionale negli ultimi anni.

– Organismo europeo per il consolidamento della cooperazione giudiziaria (più conosciuto come Eurojust, 2002, L’Aia). Favorisce il coordinamento fra le autorità giudiziarie nazionali, al fine di migliorare l’efficacia delle indagini e delle azioni penali.

Le “agenzie esecutive”. L’esistenza di una serie di agenzie è legata all’esecuzione di specifici programmi comunitari, e per questo esse hanno una durata limitata nel tempo. Sono attualmente attive le seguenti:

– Agenzia esecutiva per la competitività e l’innovazione (2005, Bruxelles), legata al programma “Energia intelligente – Europa”, la cui scadenza è prevista per il 2015.

– Agenzia esecutiva per la sanità pubblica (2005, Lussemburgo), che fino al 2010 gestirà il “programma pluriennale di sanità pubblica” della Commissione.

– Agenzia esecutiva per l’istruzione, gli audiovisivi e la cultura (2006, Bruxelles), col compito di gestire l’attuazione di una serie di programmi dell’Unione in materia didattica e culturale (v. Politica dell’istruzione).

Lorenzo Mechi (2009)




Agostino Casaroli