Imbeni, Renzo

Dopo essersi diplomato presso l’Istituto tecnico commerciale della sua città natale, I. (Modena, 1944-Bologna, 2005) frequentò la facoltà di economia e commercio dell’Università di Bologna. Entrato giovanissimo nelle file del Partito comunista italiano (PCI), vi ricoprì ben presto un ruolo di spicco a livello nazionale. Dal 1972 al 1975 divenne, infatti, segretario nazionale della Federazione dei giovani comunisti italiani (FGCI) e nel 1976 assunse l’incarico di segretario del PCI di Bologna (all’epoca la federazione del PCI più forte d’Italia) che mantenne fino al 1983, in periodo di forti contrapposizioni sociali, segnato anche dalla contestazione dei movimenti di sinistra alternativi del 1977 contro lo stesso PCI.

Nel 1980 I. entrò per la prima volta nel Consiglio comunale di Bologna, iniziando una lunga e ininterrotta esperienza politica istituzionale nell’ambito di una città amministrata sin dal secondo dopoguerra dal suo partito. Dall’aprile 1983 al febbraio 1993 fu sindaco della città di Bologna alla guida di tre giunte di sinistra, confermandosi come un punto di riferimento per la cittadinanza in un panorama italiano ed europeo in rapido mutamento. Nel 1985 fu tra i primi sindaci a indire un referendum consultivo locale in Italia per assumere decisioni condivise sul traffico cittadino. Anticipando aperture culturali e politiche importanti nel 1986 attribuì il premio della Biblioteca comunale di Bologna “Archiginnasio d’oro” a don Giuseppe Dossetti, importante intellettuale del cattolicesimo sociale italiano, e conferì la cittadinanza onoraria del Comune di Bologna al dissidente comunista cecoslovacco Alexander Dubček, leader della primavera di Praga del 1968, a vent’anni dall’evento, nel novembre 1988, promuovendo congiuntamente l’assegnazione allo stesso Dubček della laurea honoris causa dell’Università di Bologna. Seguì con lungimiranza il lungo e travagliato processo di dissoluzione del PCI dopo il 1989, aderendo con convinzione al nuovo Partito democratico della sinistra (PDS) e all’ulteriore avvicinamento al riformismo socialista realizzato con la nascita dei Democratici di sinistra (DS) di cui divenne membro della direzione nazionale. In qualità di primo cittadino del capoluogo emiliano presiedette, dal maggio 1991 al marzo 1993, la Commissione delle città europee.

La successiva quindicennale esperienza di membro del Parlamento europeo, protrattasi dal 1989 al 2004, rese I. uno dei principali esperti di politiche comunitarie della sinistra italiana e uno tra gli uomini politici italiani più assiduamente impegnati per l’integrazione politica europea (v. Integrazione, teorie della; Integrazione, metodo della), per la pace e per i Diritti dell’uomo e nel contempo attento fautore della dimensione europea degli enti locali. Candidatosi alle elezioni per il Parlamento europeo (PE) (v. Elezioni dirette del Parlamento europeo) nel giugno 1989 nella lista del PCI della circoscrizione elettorale del Nordest divenne eurodeputato entrando nel Gruppo della sinistra unita europea formato dai comunisti italiani e da altri partiti comunisti che avevano avviato un cambiamento politico riformista ed europeista, mentre i partiti comunisti più ortodossi unitisi a quello francese costituirono la Sinistra unitaria. La Sinistra unita europea ebbe vita breve perché gli europarlamentari eletti nel PCI, partito disciolto e dalle cui radici era sorto il PDS, dopo l’ingresso di questo partito nell’Internazionale socialista (settembre 1992) e nel Partito socialista europeo (PSE) nel novembre 1992, furono ammessi nel gruppo del PSE al PE nel 1993. Tra il 1989 e il 1994 I. fu membro della Commissione libertà pubbliche e della Commissione ambiente, sanità e protezione dei consumatori del PE e presiedette la delegazione del PE per i rapporti con il Parlamento israeliano (Knesset). Tra i suoi interventi di questo periodo va segnalata una sua relazione sulla Cittadinanza europea.

Dimessosi da sindaco di Bologna nel febbraio 1993 per proseguire l’attività al PE, I. fu rieletto alle elezioni europee del 1994, aderì nuovamente al gruppo del PSE e venne designato vicepresidente del PE. Nominato dall’Ufficio di presidenza dell’Assemblea di Strasburgo copresidente della delegazione del PE con il Comitato degli organismi specializzati negli affari comunitari (COSAC), nella prima metà del mandato (1994-1996), I. fu membro della Commissione per le relazioni economiche esterne, membro supplente della Commissione per gli affari esteri, membro della Sottocommissione per i diritti dell’uomo e incaricato come relatore del rapporto sui diritti dell’uomo nel mondo per gli anni 1993 e 1994 e vicepresidente della delegazione del PE per i rapporti con i paesi dell’Europa del Sudest.

Nel secondo periodo della legislatura (1997-1999) I. fu nominato copresidente del Comitato di conciliazione con il Consiglio dei ministri dell’UE dalla Conferenza dei presidenti dei gruppi parlamentari del PE (v. Gruppi politici al Parlamento europeo) e partecipò come membro titolare alla Commissione economica e monetaria, alla Sottocommissione diritti dell’uomo e alla delegazione del PE per l’Europa del Sudest, mentre, in qualità di membro supplente, alla Sottocommissione monetaria e alla Commissione affari esteri e alla delegazione del PE/Bulgaria. Rieletto per la terza volta eurodeputato nel 1999 e riconfermato vicepresidente del PE, incarico che mantenne per l’intera legislatura, I. si occupò delle relazioni interparlamentari multilaterali e fu nuovamente designato copresidente del Comitato di conciliazione con il Consiglio dei ministri.

Come membro titolare, I. entrò nella Commissione per lo sviluppo e la cooperazione e nell’Assemblea paritetica Africa, Caraibi e Pacifico (ACP)-Unione europea (UE) (v. anche Stati dell’Africa sub sahariana, Caraibi e Pacifico) e nella delegazione UE-Russia nonché, come membro supplente, nella Commissione affari esteri fino alla fine del 2001, mentre dal 2002 al 2004 fu incaricato dall’Ufficio di presidenza del PE per i rapporti parlamentari con l’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) e il Forum euromediterraneo (Euromed) (v. anche Processo di Barcellona) e prese parte alla Commissione per la cultura, la gioventù, l’istruzione, i mezzi di informazione e lo sport e, come membro supplente, alla Commissione di controllo di bilancio. Inoltre fu membro della delegazione del PE per le relazioni con gli Stati Uniti.

Dal 1999 presiedette il Comitato scientifico e di garanzia della Fondazione Alexander Langer, incaricato di assegnare ogni anno il premio internazionale intitolato al collega europarlamentare del Gruppo Verdi prematuramente scomparso (v. anche Partito verde europeo), con il quale aveva condiviso diverse battaglie politiche per la difesa dei diritti umani, per la salvaguardia dell’ambiente e per lo sviluppo democratico dell’UE (v. anche Deficit democratico), ed in particolare di una politica estera e di sicurezza promotrice di pace e benessere (v. anche Politica estera e di sicurezza comune), integrazione dei paesi dell’Est Europa e del Mediterraneo (v. anche Partenariato euromediterraneo) ed eliminazione delle disuguaglianze economiche e sociali nel mondo.

Alle elezioni europee del giugno 2004, avendo già svolto tre mandati parlamentari al PE, I. i non fu più ricandidato dai DS. I. si è spento l’anno seguente a causa di una lunga malattia. In suo onore il Comune di Modena, sua città natale, in collaborazione con l’Università di Modena e Reggio Emilia e con il patrocinio del PE, ha istituito nel 2008 una Summer School a lui intitolata, riservata a giovani laureandi e laureati interessati ad approfondire la conoscenza dell’Unione europea e il suo processo di sviluppo democratico.

Giorgio Grimaldi (2010)