Programmi integrati mediterranei

I Programmi integrati mediterranei (PIM) furono istituiti con il regolamento del Consiglio europeo n. 2088 del 1985 (“Gazzetta ufficiale delle Comunità europee” L 197 del 27 luglio 1985), che li definiva come una serie organica di azioni pluriennali di sviluppo dirette, mediante la mobilitazione e il coordinamento di tutte le forme di finanziamento disponibili (comunitarie e nazionali), a migliorare le strutture socioeconomiche delle regioni meridionali della Comunità economica europea (CE), per garantire l’adattamento delle stesse alle difficoltà provocate dalla concorrenza esercitata in settori poco protetti, ma vitali per le loro economie, da due nuovi Stati: Spagna e Portogallo, che dal 1° gennaio 1986 hanno aderito alla CE.

Il campo di applicazione dei PIM era costituito dalle seguenti aree: l’insieme del territorio della Grecia; le regioni meridionali della Francia (Languedoc-Roussillon, Corsica, Provenza-Alpi-Costa Azzurra, Aquitania e Midi-Pyrénées, esclusi gli agglomerati di Marsiglia, Bordeaux e Tolosa, nonché la zona costiera ininterrottamente urbanizzata e con attività turistica permanente nelle quali sono possibili soltanto interventi in materia di pesca o di acquicoltura) e dai dipartimenti della Drôme e dell’Ardèche; tutte le regioni italiane del Mezzogiorno (compreso il Lazio e con esclusione degli agglomerati di Roma, Napoli e Palermo); le regioni Liguria, Toscana, Umbria e Marche (esclusi gli agglomerati di Firenze e Genova e le zone costiere ininterrottamente urbanizzate e con attività turistica permanente, nelle quali sono possibili solo interventi in materia di pesca e acquicoltura); il versante appenninico amministrato dall’Emilia-Romagna e dalle zone lagunari dell’Adriatico settentrionale, tra la zona valliva di Comacchio e quella di Marano Lagunare (dove sono possibili solo alcuni interventi in materia di acquicoltura).

Il finanziamento complessivo dei PIM ammontava a 6,1 miliardi di ECU (v. Unità di conto europea), suddivisi in aiuti (4,1 miliardi di ECU), di cui 2 miliardi destinati alla Grecia e 2,1 miliardi suddivisi tra la Francia e l’Italia, e 2,5 miliardi di ECU di prestiti forniti dalla Banca europea per gli investimenti (BEI) ai tre paesi interessati.

Il regolamento istitutivo prevedeva che i PIM potessero finanziare investimenti nel settore produttivo, infrastrutture e azioni di valorizzazione delle risorse umane. Per quanto riguarda l’ambito settoriale di applicazione, i campi di attività prevista riguardavano: l’agricoltura, la pesca e le attività collegate, con particolare riferimento all’industria agroalimentare; l’artigianato e l’industria, compresi l’edilizia e i lavori pubblici; l’energia e i servizi, compreso il turismo.

Nel settore agricolo potevano essere finanziate le seguenti attività: riconversione e ristrutturazione delle produzioni verso specializzazioni e impieghi più consoni alle prospettive del mercato, comprese la bioenergia, l’attività forestale e le azioni per la tutela e il miglioramento dell’ambiente; ammodernamento e intensificazione delle produzioni tradizionali compatibili con gli obiettivi generali di controllo della produzione definiti dalla Politica agricola comune (PAC); rafforzamento dei provvedimenti socio-strutturali destinati a contribuire al miglioramento del reddito degli agricoltori con il pieno impiego ed eventualmente l’aumento delle indennità compensative, ad agevolare l’accesso e l’insediamento professionale dei giovani agricoltori e ad accelerare l’ammodernamento e il riorientamento delle strutture produttive; ammodernamento delle infrastrutture rurali per migliorare le condizioni di vita e di lavoro; irrigazione e allevamento; forestazione e miglioramento delle superfici destinate alle foreste; miglioramento fondiario, comprese le infrastrutture che lo rendono possibile; formazione professionale (strutture di formazione) e divulgazione agricola; rafforzamento e ammodernamento delle strutture relative alla commercializzazione e alla trasformazione dei prodotti agricoli e della pesca.

Nel settore della pesca potevano essere finanziate le azioni dirette alle seguenti finalità: ristrutturare, riconvertire e ammodernare una parte della flotta; migliorare infrastrutture e impianti portuali, compresa la protezione biologica delle zone marittime e la creazione di parchi marini; sviluppare l’acquicoltura, compresi i lavori di sistemazione delle lagune; consolidare gli impianti per la conservazione e la trasformazione; promuovere lo smercio dei prodotti della pesca, in particolare attraverso campagne pubblicitarie; intensificare la ricerca e la formazione professionale, nonché la presenza di assistenti tecnici (v. anche Politica comune della pesca).

Nel settore dell’industria e dei servizi, i programmi potevano comprendere azioni finalizzate, in particolare, ai seguenti obiettivi: costituire e sviluppare le piccole e medie imprese, l’artigianato e le cooperative, intensificando le misure già previste a tal fine nell’ambito degli aiuti agli investimenti materiali e degli aiuti destinati a migliorare l’organizzazione dell’impresa; favorire l’innovazione e l’applicazione di nuove tecnologie nelle piccole e medie imprese, nelle imprese artigianali e nelle cooperative; agevolare in Grecia la creazione di nuove imprese e il trasferimento al di fuori di Atene di quelle situate in questa città; promuovere il turismo e rafforzare i servizi, compresi i trasporti connessi a questa attività; promuovere altre attività a livello di piccole e medie imprese, in particolare quelle a monte e a valle dell’agricoltura e dell’industria agroalimentare, nonché quelle connesse all’impiego delle energie rinnovabili; rafforzare le infrastrutture necessarie per lo sviluppo delle attività creatrici di posti di lavoro – segnatamente l’assetto di piccole zone industriali, le infrastrutture di comunicazione tra queste zone e la rete principale, le infrastrutture e gli impianti direttamente connessi allo sviluppo del turismo, gli edifici e i grandi impianti dei centri di formazione, di ricerca e di assistenza tecnica nel settore dell’industria, dei servizi, dell’agricoltura e della pesca; rafforzare le infrastrutture intese a migliorare le condizioni di vita nelle zone rurali.

I PIM finanziano anche interventi diretti alla valorizzazione delle risorse umane, in particolare: azioni di formazione professionale dirette a completare le attività previste dai PIM (soprattutto formazione di personale direttivo intermedio, formazione allo sviluppo); attività preparatorie e promozionali dell’iniziativa locale, nei vari settori oggetto dei PIM; servizi integrati a operazioni di formazione professionale nei vari stadi della stessa (dalla prospezione del mercato locale del lavoro fino alla promozione del collocamento dei tirocinanti).

I finanziamenti utilizzati derivavano da risorse aggiuntive specifiche dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), dal Fondo sociale europeo (FSE), dal Fondo europeo agricolo di orientamento e di garanzia (FEAOG), sezione orientamento e da prestiti della Banca europea per gli investimenti (BEI) su risorse proprie e su risorse del Nuovo strumento comunitario (NSC).

Il regolamento istitutivo stabiliva che i PIM fossero elaborati dalle autorità regionali o dalle altre autorità designate da ciascuno Stato membro interessato e contenessero la descrizione della zona geografica di riferimento; gli obiettivi da raggiungere e le conseguenti azioni da intraprendere; la durata dei programmi, compresa tra i tre e i sette anni; le misure di carattere amministrativo, legislativo e finanziario previste per l’applicazione dei PIM; la coerenza con gli interventi di politica regionale comunitaria (v. anche Politica di coesione); le altre iniziative, di carattere regionale, interregionale e nazionale, intraprese per conseguire gli obiettivi di sviluppo definiti dai PIM.

L’applicazione dei PIM si articolava mediante contratti di programma tra le parti interessate (Commissione europea, Stati membri, autorità regionali), che definivano i loro impegni rispettivi.

Avviati tra la fine del 1990 e gli inizi del 1991, dopo una lunga e difficile gestazione, i PIM si conclusero formalmente nel 1993.

Silvia Vaccaro (2009)