Ridruejo Jiménez, Dionisio

R. (Burgo de Osma 1912-Madrid 1975) studia dai marinisti a Segovia, poi dai gesuiti a Valladolid, indi dagli agostiniani dell’Escorial. Nel 1933 si iscrive assieme a suoi tre fratelli alla Falange española, giungendo a occupare vari incarichi. Nel 1935 pubblica il suo primo libro di versi, Plural, mentre è già tra i più stretti collaboratori di José Antonio Primo de Rivera, il fondatore della Falange, con cui è in rapporti dall’agosto del 1935. Nella guerra civile combatte dalla parte dei militari ribelli per poi occupare il posto di direttore generale della stampa nel governo franchista. Negli stessi mesi ha modo di manifestare la propria contrarietà al decreto di unificazione tra falangisti e carlisti e di compiere un viaggio in Germania e uno in Italia, dove viene ricevuto da Mussolini. Nel novembre del 1940 fonda con Pedro Laín Entralgo la rivista “Escorial”, che all’interno del costituendo regime raccoglie, dandovi voce, una sorta di fronda giovanilista, se non proprio laicizzante, certo meno confessionale e modernizzante di altre componenti del franchismo. Non liberalizzante, come per troppo tempo si è scritto, quanto piuttosto interprete di una versione “rivoluzionaria” del falangismo.

Nel 1941 R. si arruola volontario nella División Azul e parte per il fronte russo. Ma le sue precarie condizioni di salute lo costringono a rientrare in Spagna nell’aprile del 1942. Nel giugno seguente invia una lettera a Franco nella quale si dimette da tutti gli incarichi politici, rompendo allo stesso tempo con la Falange. In ottobre è detenuto e mandato al confino a Ronda, che lascerà per varie località catalane, dove resta fino al 1947. Terminato il confino, nel 1948 soggiorna a Roma come corrispondente di “Arriba”, restandovi fino al giugno del 1951. Rientrato in patria e trasferitosi a Madrid, viene nominato direttore di Radio intercontinental. Nel 1956 prende parte alle manifestazioni studentesche, viene incarcerato e processato. Verso la fine del 1957 fonda il Partido social de acción democrática, venendo nuovamente processato per alcune dichiarazioni e condannato. Rispondendo a “Les Temps modernes” nel 1959 si dice favorevole all’adesione della Spagna alle istituzioni europee e a favore di un’Europa che favorisca la distensione, il disarmo e la convivenza sul piano internazionale.

Nel marzo del 1962 pubblica il volume autobiografico Escrito en España (Losada, Buenos Aires 1962), che incorre nei rigori della censura franchista. Nelle ultime pagine tratta dell’“Europa probabile”, auspicando un’integrazione politica reale, una democratizzazione a tappe forzate con riforme di tipo socialista e la creazione di un terzo potere (dopo USA e URSS), che sul piano internazionale competa nel porsi come interlocutore economico e politico dei paesi in via di sviluppo (v. anche Integrazione, teorie della). Il 7 e 8 giugno 1962 si celebra a Monaco di Baviera il IV Congresso del Movimento europeo al quale R. prende parte con altri 118 delegati spagnoli in rappresentanza di vari gruppi e partiti dell’opposizione. La delegazione spagnola vi propone una risoluzione, che sarà approvata, in base al quale si chiede alla Comunità economica europea (CEE) di non accettare la richiesta di adesione della Spagna finché questa non abbia omogeneizzato la sua forma di governo a quella degli altri paesi della Comunità. Il regime franchista accusa il colpo e definisce contubernio (“complotto”) di Monaco l’assise celebrata nella città bavarese. Con altri delegati, R. viene posto dalle autorità franchiste di fronte a un bivio: rientrare in patria per essere inviato al confino o prendere direttamente la via dell’esilio. Sceglie l’esilio e, trasferitosi a Parigi, vi resta fino al 1964.

Dal gennaio 1965 R. pubblica a Parigi la rivista di opposizione democratica “Mañana” che dirige assieme a Julián Gorkin. Un discorso alla facoltà di scienze politiche ed economiche di Madrid sulla situazione dell’Università, nel 1966, gli procura una nuova detenzione. Nel 1968 soggiorna negli USA impartendo lezioni di letteratura nell’Università di Wisconsin (Madison). Dopo altri soggiorni e Puerto Rico e cicli di lezioni ad Austin (Texas), rientra in Spagna nel 1970 prendendo posizione a favore dei detenuti dell’ETA (Euskai ta askatasuna) sottoposti a processo in un tribunale militare.

In un’intervista dell’aprile 1972, alla domanda se si sentisse europeista, R. risponde: «Europeista convinto, per evidenti ragioni: il mercato spagnolo risulta insufficiente se si vuole che continui a svilupparsi; d’altra parte, l’incorporazione nel continente significa una denazionalizzazione delle fatalità del paese. C’è anche una ragione psicologica. Viviamo un “complesso della vittima” che ci inibisce. L’ingresso in Europa ci restituirebbe la fiducia nelle nostre capacità; la sua sperimentazione ci libererebbe di tutte le inibizioni. Recupereremmo la fiducia in noi stessi» (intervista pubblicata in “Criba”, 1° aprile 1972, riproposta in Preguntas y respuestas, I, 1972-1974, p. 460).

Nel 1974 R. fonda la Unión social democrática española. Con il trascorrere del tempo dalla sua scomparsa, si diluisce il politico e si staglia il poeta. Un secondo scritto autobiografico uscirà postumo con il titolo Casi unas memorias.

Alfonso Botti (2010)