Sistema di preferenze generalizzato

Il Sistema di preferenze generalizzato (SPG) è un regime doganale (v. anche Unione doganale) preferenziale accordato ad alcuni paesi in virtù delle loro condizioni di sviluppo arretrato. Nell’ambito di questo tipo di regime, le preferenze commerciali sono garantite unilateralmente sulla base di non reciprocità con l’obiettivo di favorire la crescita delle economie dei paesi meno sviluppati e ridurre il divario sociale ed economico tra questi e le aree industrializzate.

La Comunità economica europea è stata la prima grande potenza economica a introdurre un sistema di questo tipo, a partire dal 1° luglio 1971, a seguito delle raccomandazioni della Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo sviluppo (UNCTAD) del 1968. Per la sua introduzione, il Sistema di preferenze generalizzato ha necessitato di una specifica approvazione nell’ambito dell’Accordo generale sulle tariffe e il commercio (GATT), delle cui norme fondamentali rappresenta una violazione.

Il sistema di preferenze generalizzate europeo garantisce ai paesi beneficiari preferenze sotto forma di diritti doganali e tassi ridotti. Adottato unilateralmente prima dalla Comunità e poi dall’Unione europea tramite regolamenti del Consiglio dei ministri, questo sistema è stato generalmente rinnovato su base decennale.

Il primo schema di SPG è quindi rimasto in vigore dal 1971 al 1980. In seguito a questa data, il cambiamento della situazione del commercio internazionale, la generale riduzione della protezione tariffaria e il crescere degli accordi preferenziali stipulati dalla Comunità hanno reso necessaria una riforma significativa per il successivo decennio (1981-1990).

A seguito della riforma il SPG è divenuto uno strumento sempre più importante sia della politica di sviluppo (v. Politica europea di cooperazione allo sviluppo) che della Politica commerciale comune dell’Unione. Il nuovo regime, oltre a favorire lo sviluppo dei paesi beneficiari, ha mirato al completamento della liberalizzazione dei commerci e all’inserimento dei paesi in via di sviluppo nell’economia internazionale e nell’Organizzazione mondiale del commercio.

Per queste ragioni il SPG si è dotato di nuovi strumenti. In primo luogo è stata introdotta una differenziazione delle preferenze garantite a seconda dei prodotti e del diverso livello di sviluppo dei paesi originari. Tra i paesi beneficiari del regime generale, quelli con le condizioni di sviluppo più svantaggiate hanno quindi potuto godere di regimi ulteriormente privilegiati.

Oltre alle condizioni di sviluppo, le preferenze sono state condizionate, in secondo luogo, al rispetto dei fondamentali principi democratici e del libero scambio. Incentivi sono stati garantiti in cambio dell’introduzione di riforme in ambito sociale (soprattutto a favore dei diritti fondamentali dei lavoratori) e ambientale, settori prioritari nella politica di sviluppo dell’Unione.

Il SPG europeo, infine, ha previsto clausole di salvaguardia (v. Clausola di salvaguardia) per consentire la sospensione delle preferenze tariffarie e il ripristino della Tariffa esterna comune nel caso prodotti originari da un paese beneficiario provocassero o rischiassero di provocare gravi difficoltà ai produttori comunitari.

Anche grazie a queste riforme, il Sistema si è fortemente trasformato, permettendo un notevole aumento dei prodotti e dei paesi beneficiari e una maggiore diffusione dell’uso delle preferenze.

La revisione decennale prevista per il 1° gennaio 1991 è stata più volte differita e solamente dal primo gennaio 1995 è entrato in vigore un nuovo regime, periodicamente soggetto a piccoli adattamenti.

Le trasformazioni del Sistema e dell’economia internazionale hanno portato l’Asia a divenire di gran lunga il maggiore beneficiario del Sistema, con una netta prevalenza al suo interno dei prodotti originari dalla Cina, in conseguenza della densità della popolazione di questo paese e della sua industrializzazione. Nonostante gli incentivi introdotti, al contrario, i paesi meno avanzati continuano a mantenere una posizione piuttosto debole.

Flavia Zanon (2009)