Tamames Gómez, Ramón

T. (Madrid 1933) compie gli studi dapprima presso il Liceo francese quindi all’Università di Madrid e alla London School of Economics. Pur essendosi iscritto in un primo tempo alla Facoltà di Medicina, si laurea poi in Legge e nel 1968 ottiene la cattedra di Economia. T. è sempre stato un fautore dell’unità europea. L’interesse per le questioni economiche in rapporto alla costruzione europea ha occupato un posto di spicco nella sua attività professionale, come dimostra anche la sua stessa tesi di laurea, discussa nel 1964, su Formazione e sviluppo del mercato comune europeo.

L’attività politica di T. ha avuto inizio nell’Università di Madrid. Il contesto era quello delle agitazioni studentesche culminate negli eventi del febbraio 1956. L’aspetto più significativo di quella rivolta studentesca era rappresentato dal fatto che una parte consistente di quel movimento aveva come protagonisti i figli di personalità del regime, anche se la affiliazione politica degli studenti che parteciparono alle mobilitazioni era molto eterogenea, spaziando dai falangisti anticonformisti appoggiati da alcuni settori del sindacato ufficiale, come il Servicio universitario del trabajo, ai monarchici, sino ai comunisti, quest’ultimi peraltro alquanto numerosi.

Sin dal 1955 nelle università spagnole si erano in realtà verificate varie agitazioni. I primi incidenti avevano avuto luogo in occasione della morte di José Ortega y Gasset, alla cui tradizione liberale faceva riferimento una parte degli studenti madrileni. T. era uno dei leader della protesta insieme a futuri militanti di partiti di sinistra come Javier Pradera ed Enrique Múgica.

All’inizio di febbraio del 1956 un documento rivendicò la convocazione del Congresso nazionale degli studenti. La sconfitta dei candidati falangisti nelle elezioni della Cámara sindical degli studenti di legge dell’Università di Madrid provocò duri scontri con gli studenti antifalangisti. Durante gli incidenti un giovane rimase gravemente ferito da un membro della Falange.

Gli avvenimenti di Madrid ebbero ripercussioni in altre località della Spagna: a Siviglia, per esempio, furono interrotte le lezioni per solidarietà con gli studenti madrileni. Il 10 febbraio il governo spagnolo decise la sospensione delle lezioni e l’abolizione degli articoli 14 e 18 del Fuero de los Españoles.

Come lo stesso T. ricorda nel suo libro España 1931-1975. Una antología histórica, la Dirección general de seguridad diede allora l’ordine di arrestare i responsabili delle mobilitazioni. Molti di questi studenti, tra cui T., finirono poi per militare nel Partido comunista de España (PCE).

Da quel momento in poi T. provò a conciliare l’attività clandestina nella lotta contro la dittatura franchista, nelle file comuniste, con l’attività accademica e di ricerca. Tra il 1968 e il 1971 egli infatti insegnò Struttura economica nell’Università di Malaga e dal 1975 fino a oggi ha occupato la stessa cattedra nell’Universidad autónoma di Madrid. Inoltre, tra il 1969 e il 1977 guidò la Iberplán.

Dopo la morte di Franco, T. svolse un ruolo di spicco nella politica spagnola militando nel PCE; egli infatti godeva di una notevole visibilità politica ed era molto stimato dall’opinione pubblica spagnola. Nel 1976 entrò a far parte del comitato esecutivo del PCE e nel 1977 fu eletto deputato del Parlamento spagnolo nelle prime elezioni democratiche tenutesi in Spagna dopo la fine della dittatura. Alle elezioni generali del 1979 e del 1986 venne rieletto dai cittadini. Come deputato della prima legislatura democratica fu uno dei firmatari della Costituzione spagnola nel 1978 e divenne quindi un deciso sostenitore della Magna Charta spagnola.

In quegli anni T. fu un punto di riferimento essenziale per i programmi economici della sinistra in Spagna. Quindi fu tra i rappresentanti del PCE che nell’ottobre 1977 parteciparono ai negoziati per i cosiddetti Patti della Moncloa. È necessario ricordare che la transizione spagnola verso la democrazia fu resa più difficile dalla grave crisi economica che dal 1973 aveva colpito i paesi occidentali. Oltre a questa congiuntura, altri problemi ostacolavano il passaggio dal regime dittatoriale a quello democratico: fra gli altri, la recrudescenza del terrorismo, le gravi tensioni sociali e il malessere dei settori franchisti che promossero iniziative reazionarie.

In questo contesto i Patti della Moncloa rappresentarono una risposta delle forze politiche in due importanti direzioni: da un lato, per fronteggiare la difficile situazione politica, dall’altro, per adottare una serie di misure drastiche in grado di attenuare la grave crisi economica. La Unión de centro democrático (UCD) contò sul deciso appoggio del PCE, che sul piano economico si concretizzò nella presenza di T. nella commissione incaricata di formalizzare i punti sui quali si basavano i suddetti Patti.

Ma questa politica di collaborazione, che comportava la ricerca di un’immagine più moderata da parte dei comunisti, non portò alcun beneficio al PCE che, al contrario, inaugurò allora una stagione caratterizzata da duri scontri interni e subì la defezione di un notevole numero di aderenti. T. era uno dei giovani militanti critici che, insieme a Pilar Bravo e Alfonso Carlos Comín, non apparteneva alla generazione che aveva vissuto la guerra civile spagnola e pretendeva di “mandare in pensione la vecchia guardia comunista” che in quel momento aveva in mano la direzione del partito guidato da Santiago Carrillo.

Alle prime elezioni comunali democratiche, tenutesi in Spagna nell’aprile 1979, T. fu eletto consigliere comunale a Madrid. I risultati elettorali del Partito comunista non erano stati però molto soddisfacenti, avendo conquistato un solo capoluogo di provincia, e più precisamente la città andalusa di Córdoba. Tuttavia la coalizione fra i due grandi partiti di sinistra, il Partido socialista obrero español (PSOE) e il PCE permise di ottenere il governo di altre città importanti: il caso più significativo fu quello della capitale spagnola. L’accordo fra i due partiti consentì infatti di conferire la carica di sindaco al socialista Enrique Tierno Galván, mentre T. venne nominato vicesindaco.

Tuttavia i mediocri risultati elettorali ottenuti dal Partito comunista nel suo complesso aggravarono la difficile situazione all’interno della formazione, che si deteriorò a causa dello scontro, sempre più aspro, tra i vecchi dirigenti che erano stati in esilio e i giovani militanti formatisi nei movimenti sociali nati nell’ultimo periodo della dittatura franchista. In particolare, a partire dal 1980 molti militanti cominciarono ad abbandonare il PCE: in aprile uscì l’avvocato José Maria Mohedano, e poi fu la volta dell’ingegnere Eugenio Triana, che aderì al PSOE.

T. lasciò il partito nel maggio 1981 dopo un duro scontro con il segretario Santiago Carrillo. Alcuni mesi prima egli aveva presentato al Comitato centrale una proposta di riforma degli statuti del partito in base alla quale la Segreteria generale non avrebbe potuto essere assunta da una persona di oltre sessantacinque anni, età appena compiuta proprio da Carrillo. Quella di T. non fu comunque l’ultima defezione subita dalla formazione comunista spagnola e nel corso del suo X Congresso, nel luglio 1981, le divisioni emersero con virulenza ancora maggiore. Così, alla fine dello stesso anno i dirigenti comunisti scelsero la via disciplinare e più drastica per risolvere il problema interno al partito: furono perciò espulsi diversi dissidenti, tra cui Pilar Bravo, Manuel Azcárate e Carlos A. Saldívar.

T. continuò a svolgere attività politica e contemporaneamente si dedicò agli impegni accademici e professionali. Fra il 1983 e il 1985 fu professore di Economia spagnola nell’ambito della cattedra di Cultura spagnola alla Sorbona di Parigi; insegnò inoltre all’Università di Macao e collaborò con l’Accademia cinese di Scienze sociali.

Nel 1984 fondò un nuovo partito, la Federación progresista. La nuova formazione partecipò attivamente alla campagna che diverse forze di opposizione misero in atto per obbligare il Partito socialista a mantenere una delle sue promesse elettorali, ossia a indire una consultazione popolare sulla permanenza della Spagna nell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO). Felipe González, presidente del governo spagnolo dal 1982, mantenne un atteggiamento ambiguo in merito al periodo e alle modalità con cui il referendum avrebbe dovuto svolgersi. L’esigenza che il referendum innanzitutto avesse luogo, e quindi il fatto che l’esito della consultazione avesse un carattere vincolante, servì da collante fra i partiti e le organizzazioni che si collocavano a sinistra del PSOE.

Allo scopo di imporre lo svolgimento della consultazione nel luglio 1984 fu costituita la Mesa por el referéndum, di cui T. fu presidente. La Mesa annoverava un’ampia rappresentanza di organizzazioni sindacali, movimenti civili e partiti politici: vi aderirono infatti sindacati come le Comisiones obreras (CCOO) o gli anarcosindacalisti della Confederación nacional del trabajo (CNT), ma anche le associazioni per i diritti umani o istituzioni come Justicia y Paz, passando per i partiti maoisti o centristi, come il Centro democrático y social (CDS) fondato dall’ex presidente del governo Adolfo Suárez.

Quando alla fine il governo decise di indire il referendum, la Mesa si trasformò nella Plataforma cívica para la salida de España del OTAN. Questo nuovo organismo, che si batteva per l’uscita della Spagna dalla NATO, si costituì nel dicembre 1985 e ne fecero parte, in pratica, gli stessi membri dell’organizzazione precedente, a eccezione della Unión sindical obrera (USO) e del CDS.

La consultazione popolare si svolse il 12 marzo 1986 e segnò la vittoria delle argomentazioni del partito al potere e, di conseguenza, la permanenza della Spagna nella NATO. Queste organizzazioni, cioè la Mesa por el referéndum e la Plataforma civica, che erano state create per imporre la consultazione referendaria e si erano opposte alle posizioni del governo socialista, costituirono il nucleo iniziale della nuova coalizione, formata da diversi gruppi politici che si aggregarono intorno al Partito comunista, e che assunse la denominazione di Izquierda unida (IU).

In questo progetto confluirono, insieme alla Federación progresista di T., personalità indipendenti, i filosovietici del Partido comunista de los pueblos de España (PCPE) di Ignacio Gallego, un gruppo di socialisti dissidenti, e inoltre carlisti, repubblicani e membri del Partido humanista. La nuova formazione intendeva capitalizzare, nelle elezioni del 1986, l’ampio movimento che era nato in Spagna nei mesi precedenti in relazione alla questione della NATO.

I risultati elettorali del 1986 non furono tuttavia positivi per la nuova coalizione, che non riuscì a raccogliere tutti i voti che erano stati espressi dagli oppositori del governo nel suddetto referendum. Il PSOE ottenne nuovamente la maggioranza assoluta in Parlamento e la coalizione della Izquierda unida, con sette deputati, registrò solo un piccolo incremento rispetto alle elezioni politiche del 1982.

In tale occasione T. fu eletto deputato, ma questa fu la sua ultima esperienza parlamentare. Nel 1989 si verificò poi una svolta significativa nella sua militanza politica: egli infatti aderì a un partito di centrodestra, il Centro democrático y social. Di lì a breve egli abbandonò definitivamente il mondo della politica.

Fra le sue numerose attività, T. fu consulente del Programa de Naciones Unidas para el desarrollo (PNUD) e dell’Instituto para la integración de América Latina (INTAL), che dipendeva dal Banco interamericano de desarrollo (BID). Dal 1992 ha fatto poi parte del prestigioso Club di Roma e nello stesso anno ha ottenuto una cattedra nell’ambito del programma Azione Jean Monnet della Commissione europea. In ambito europeo ha infine partecipato a studi e lavori dell’Azione Jean Monnet sulla conferenza intergovernativa che ha portato al Trattato di Amsterdam, e ha fatto poi parte del Gruppo euro e del Gruppo di previsione degli scenari economici e sociali dell’Europa. Si è dedicato inoltre a un’importante attività di ricerca e di divulgazione nel campo dell’economia, sia a livello nazionale che internazionale, e ha associato al suo lavoro di analisi economica una particolare attenzione per l’ambiente.

È autore di numerose opere che analizzano soprattutto l’economia spagnola e il processo d’integrazione europea (v. Integrazione, teorie della), fra cui: Estructura económica de España (1960), La lucha contra los monopolios (1961), Los centros de gravedad de la economía española (1968), El mercado común europeo (1968), Estructura económica internacional (1970), Sistemas de apoyo a la agricultura de España y los países de la Comunidad Económica Europea (1971), Fundamentos de estructura económica (1975), El mercado común europeo: una perspectiva española y latinoamericana (1982), La economía española 1975-1995 (1995), Unión Europea y Euro, la recta final (1998). Per quanto concerne il suo interesse per l’ecologia devono essere invece ricordati: Ecología y desarrollo: la polémica sobre los límites al crecimiento (1979) e La educación ambiental (1982).

Nella lunga lista di riconoscimenti ottenuti da T. si devono menzionare il X Premio España de Ensayo per l’opera La España alternativa (1994), il premio Jaime I per l’economia per il tema “Economía española e integración europea” (1997); il premio de Conservación de la Naturaleza assegnatogli nel 1998 dal governo regionale di Castilla y León per la sua difesa dell’ambiente, il premio Nacional Lucas Mallada de economía y medio ambiente, conferitogli dal ministero dell’Ambiente nel 2003.

T. ha scritto inoltre saggi di storia, filosofia, politica e perfino romanzi, fra cui Historia de Helio (1976), finalista del Premio Planeta di quello stesso anno, ispirato alle sue esperienze personali nella lotta clandestina contro il franchismo. Gli è stato infine concesso dal re Juan Carlos I il titolo di Ingeniero de Montes de Honor por la Escuela superior de Ingenieros de Montes di Madrid.

Il 26 aprile 2001 riceveva anche una laurea honoris causa dall’Università di Buenos Aires. Il suo discorso di investitura affrontava il tema della globalizzazione, di cui è convinto sostenitore, sebbene privilegi un’interpretazione più solidaristica del termine, soprattutto in merito alle problematiche dell’ambiente e della distribuzione della ricchezza.

Attualmente T. partecipa a numerose iniziative accademiche e tiene conferenze nelle università di tutto il mondo, oltre a collaborare assiduamente a giornali e riviste e a intervenire in molte trasmissioni radiofoniche.

Angel Herrerín López (2008)