Teitgen, Pierre-Henri

La vita di T. (Rennes 1908-Parigi 1997), figlio di un presidente del collegio forense, militante del Sillon di Marc Sangnier, giurista cattolico dalle convinzioni umaniste, è segnata innanzitutto dalla sua lotta per la difesa europea dei Diritti dell’uomo: è considerato a pieno titolo il vero padre della Convenzione e della Corte europea dei diritti dell’uomo. Fervente pioniere della causa europea, questo illustre docente universitario dedica gran parte del suo insegnamento alla conoscenza e alla diffusione del Diritto comunitario.

In un primo tempo insegna all’Università di Nancy, circondato da amici prestigiosi: Georges Vedel, André de Laubadère, Jean Rivero, Roger Pinto e Paul Reuter. Qui incontra il suo amico di sempre, François de Menthon, come lui fautore di una concezione spiritualista del diritto, come lui mobilitato e prigioniero durante la guerra. T. riesce a evadere grazie a un professore di diritto tedesco. Nel settembre 1940 si impegna nella Resistenza creando la rete Liberté, di cui diventa uno dei principali dirigenti. Il movimento, costituito da numerosi universitari, si fonde con Combat nel novembre 1941. Professore a Montpellier fino al luglio 1942, in seguito T. entra in clandestinità.

Dopo la Liberazione T. è una personalità di primo piano e durante la IV Repubblica è deputato, ministro (6 volte) e vicepresidente del Consiglio (3 volte). Gli vengono affidati portafogli delicati: il generale Charles de Gaulle lo sceglie come ministro dell’Informazione (settembre 1944-giugno 1945), incaricato di ristabilire la libertà di stampa e di creare anche nuovi quadri. Poi è ministro della Giustizia fino al dicembre 1946, nel pieno dell’epurazione. Infine è ministro delle Forze armate del governo presieduto da Paul Ramadier (novembre 1947-luglio 1948), poi della Francia di oltremare nel governo di Edgar Faure (febbraio 1955-febbraio 1956).

La sua avventura nella nascita del Mouvement républicain populaire (MRP) appare come il corollario del suo impegno europeo. Membro fondatore, assume la presidenza del partito democratico-cristiano dal 1952 al 1956. Fervente difensore della causa europea, la sua azione si iscrive soprattutto nel quadro del Consiglio d’Europa. Dopo aver partecipato al Congresso dell’Aia (7-10 maggio 1948) i dirigenti europei decidono – prima ancora della creazione del Consiglio d’Europa – di costituire una commissione giuridica di studi incaricata di elaborare un progetto preparatorio di convenzione a garanzia dei diritti dell’uomo. La presidenza è affidata a un socialista belga e T. è designato come relatore. Proprio in veste di relatore della commissione sulle questioni giuridiche e amministrative presenta all’Assemblea consultiva del Consiglio d’Europa, il 5 settembre 1949, un rapporto sull’“Organizzazione di una garanzia collettiva delle libertà essenziali e dei diritti fondamentali”, rapporto in base al quale viene stabilita la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Esso include l’enumerazione di tutta una serie di diritti civili e politici, ma soprattutto definisce un sistema idoneo a garantire il rispetto, da parte degli Stati contraenti, degli obblighi da essi assicurati. Questa Convenzione europea dei diritti dell’uomo, firmata nel novembre 1950, entra in vigore nel settembre 1953. La Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) è istituita a Strasburgo nel 1959 e T. ne è giudice, succedendo a René Cassin, dal 1976 al 1980. Partecipa all’approvazione di sentenze molto importanti, come per esempio quella emanata nella controversia fra Irlanda e Regno Unito sulla tortura.

Nel 1952, su proposta di Robert Schuman e Alcide de Gasperi i sei governi della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA) incaricano l’Assemblea di definire un progetto di comunità politica europea. T. è membro dell’assemblea ad hoc e uno dei suoi relatori. Il Consiglio dei ministri dei Sei non dà seguito al progetto, che viene insabbiato contemporaneamente alla Comunità europea di difesa (CED) il 30 agosto 1954.

Dopo il ritiro dalla vita politica T. dedica i suoi corsi universitari all’Europa e dal 1964 al 1978 è direttore del Centre universitaire d’études des communautés européennes (CUECE) a Parigi, incaricato di stimolare la ricerca e l’insegnamento sui temi europei. Alla fine della sua vita trovava confortante «constatare che la potenzialità della Convenzione abbia potuto esprimersi pienamente alla prova del tempo».

Christine Manigand (2012)