Waigel, Theo

W. (Oberrohr, Krumbach 1939), dopo aver conseguito la maturità intraprende gli studi di diritto e scienze politiche, prima a Monaco e poi a Würzburg. Supera con successo gli esami di Stato e, nel 1967, consegue il dottorato di ricerca in diritto costituzionale ed ecclesiastico.

Dal 1967 al 1969 è aggiunto giudiziario presso il pubblico ministero del tribunale di Monaco. Successivamente e fino al 1970 è il referente personale di Anton Jaumann, allora sottosegretario di Stato al ministero delle Finanze al fianco del quale rimane anche quando questi assume l’incarico di ministro.

La carriera politica di W. comincia da studente tra le file della Junge Union (Unione giovanile) della quale resta membro fino al raggiungimento del limite massimo d’età nel 1975. Già dal 1960, però, è anche membro della Christlich-soziale Union (CSU). W. entra al Bundestag nel 1972, lavora nella commissione per la Scienza e la formazione e, in seguito, nella commissione per il Bilancio dove resterà fino al 1978 e in cui si distingue per la sua professionalità e competenza. Dal 1978 W. è capogruppo della sua fazione politica all’interno della commissione per l’economia che lascerà nel 1980, anno in cui diventa portavoce per la politica economica del gruppo parlamentare dell’Unione.

Nel 1982, dopo l’insediamento del governo di Helmut Josef Michael Kohl, Friedrich Zimmermann, fino ad allora capo della delegazione regionale della Baviera a Bonn, è nominato ministro degli Interni e W. è designato come suo successore. Mantiene l’incarico fino al 1988 quando, in seguito alla morte improvvisa del presidente della CSU Franz-Josef Strauß, è eletto con circa il 98% dei consensi alla presidenza del partito. Sotto la sua guida l’Unione cristiano-sociale comincia un percorso di grande cambiamento e apertura a metà strada, secondo gli osservatori dell’epoca, tra «tradizione e progresso». Qualche mese dopo, nel 1989, è nominato ministro delle Finanze, incarico che lascerà solo nel 1998. In questi anni W. lavora all’unificazione economica delle due Germanie (v. Germania) e nel maggio del 1990 sottoscrive con il ministro delle finanze della Deutsche demokratisce Republik (DDR) Romberg il Trattato per l’unificazione monetaria e sociale (in vigore dal 1°giugno 1990). Purtroppo il costo della Riunificazione è molto alto e costringe il governo ad adottare misure straordinarie. La pressione fiscale arriva nel 1993 al 44% e ha come conseguenza una significativa perdita di fiducia nel governo in carica e nell’operato di W.

Parallelamente il ministro tedesco lavora anche alla futura Unione economica e monetaria dell’Europa così come stabilito dal Trattato di Maastricht, in calce al quale nel 1992, insieme all’allora ministro degli Esteri Hans-Dietrich Genscher, appone la propria firma. Mentre all’interno dei confini nazionali la politica finanziaria di W. incontra spesso grande scetticismo e opposizione, dopo la riunificazione il suo lavoro trova nel mondo, e soprattutto in Europa, conferme e riconoscimenti. La sua politica fantasiosa nel 1997 riavvicina la Germania ai parametri di Maastricht: il deficit statale, infatti, nella primavera del 1998, si attesta al 2,7%. Nonostante il successo, però, W. subisce forti pressioni sia come ministro che come presidente della CSU. Nello stesso 1998 è confermato alla presidenza del partito, ma con un numero inferiore di consensi. Con la fine della legislatura, invece, lascia il suo mandato ministeriale. Gli succederà Oskar Lafontaine (Sozialdemokratische Partei Deutschlands, SPD). Nel 1999 W. lascia anche la presidenza della CSU scalzato dal rivale Edmund Stoiber.

Nel 2002 W. dà le dimissioni da tutti gli incarichi pubblici rifiutando anche la possibilità di un incarico all’interno della Commissione europea.

Agata Marchetti (2010)