Zeman, Miloš

Z. (Kolin 1944) descrive la sua prima giovinezza come solitaria e afferma di aver trascorso in quegli anni più tempo sui libri che in compagnia di amici. Dopo essersi diplomato in una scuola secondaria superiore a indirizzo economico, gli fu negato l’accesso a qualsiasi corso di istruzione universitaria, per ragioni politiche relative al retroterra “borghese” della sua famiglia. Trascorsero quattro anni prima che potesse iscriversi alla facoltà di Economia di Praga, presso la quale si laureò nel 1969.

Durante la Primavera di Praga, nel 1968, Z. si iscrisse al Partito comunista guidato dal riformista Alexander Dubcek, ma dopo l’occupazione sovietica della Cecoslovacchia venne espulso dal partito per le sue critiche nei confronti della nuova linea dura del regime. Nel luglio 1968 chiese di diventare membro del riemergente Partito socialdemocratico, ma non trascorse molto tempo prima che i comunisti riducessero il partito al silenzio. Da quel momento Z. ebbe difficoltà a trovare un’occupazione. Riuscì successivamente a entrare in un’organizzazione sportiva al cui interno sviluppò un centro di pronostici sulle attività sportive. Il centro venne chiuso nel 1984 a causa degli studi critici sugli sviluppi sociali del paese che si svolgevano al suo interno. Allora Z. si impiegò in un’organizzazione agricola dove, tuttavia, si ripropose la stessa situazione e nel 1989 venne licenziato.

Nel novembre 1989, la “Rivoluzione di velluto” fece cadere il regime comunista in Cecoslovacchia e iniziarono a emergere nuovi gruppi politici. Il più eminente fu il Forum civico guidato dall’allora dissidente Václav Havel. Z. entrò a farne parte diventando deputato dell’Assemblea federale cecoslovacca nel 1990. Nel 1992 divenne membro del risorto Partito socialdemocratico cecoslovacco (Česká Strana Sociálne Demokratická, ČSSD) e venne rieletto all’Assemblea federale nelle prime elezioni libere tenutesi nello stesso anno.

Dopo la divisione della Cecoslovacchia, nel 1993 il Partito socialdemocratico cecoslovacco cambiò il proprio nome in quello di Partito socialdemocratico ceco. Z. venne eletto presidente del partito e successivamente confermato in tale carica in tre successivi congressi del partito. Nel 1998, dopo cinque anni con Z. alla presidenza del partito, il ČSSD, viste le difficoltà attraversate dal governo di minoranza di Václav Klaus in merito a segnalati casi di corruzione e alla crisi economica, emerse come la forza maggiore nella politica ceca, con il 32% dei voti.

Dal 1996 al 1998 Z. fu presidente della Camera dei deputati della Repubblica Ceca, mentre il leader del Partito democratico civico di centrodestra (Občanská demokratická strana, ODS), Václav Klaus, divenne primo ministro. Questa soluzione mostrò l’indebolimento dell’influenza di Klaus sulla politica ceca e sulla gestione politica dell’esecutivo nelle camere parlamentari.

Nel luglio 1998 Z. fu nominato primo ministro, ma non riuscì a formare una coalizione di governo. Decise allora di procedere con un governo di minoranza, dopo che l’Unione democratica cristiana/Partito popolare cecoslovacco (Křesťanská a demokratická unie/Československá strana lidová, KDU/ČSL) uscì dalle trattative per la coalizione. Questo governo durò per quattro anni e Z. raggiunse alcuni importanti risultati. Egli reinserì la partecipazione all’Unione europea (UE) tra le priorità dell’agenda di governo e della politica. Z. riuscì a riorientare la politica di adesione all’UE da questione esclusiva di politica estera a questione di politica interna e di riforme. La sua amministrazione coincise, infatti, con una forte spinta verso l’armonizzazione politica e legislativa all’interno dell’Acquis comunitario. Ciò rese possibili riforme cruciali che non erano state attuate dal governo precedente, come quelle nell’amministrazione pubblica e territoriale e lo sviluppo della politica industriale. In questo senso, Z. fornì quella spinta di cui la Repubblica Ceca era carente, per avviare il processo di adeguamento ai requisiti di adesione all’Unione. Quando ottenne l’incarico, la Repubblica Ceca era descritta dalla Comunità europea come paese “in ritardo”.

Z. come politico non sembrò dare molta importanza alla propria immagine mediatica e non cercò mai di nascondere il proprio disprezzo verso i giornalisti. «Sporcizia, feccia, dilettanti, bugiardi, idioti, prostitute» erano i termini usati sovente da Z. per descrivere i giornalisti (v. Spritzer, 2003). Sebbene Z. godesse della stima di alcuni partiti della sinistra europea, le sue esternazioni non si rivelarono positive per la sua immagine in altre parti del mondo. Durante una visita in Israele paragonò il leader palestinese Yasser Arafat ad Adolf Hitler. Allorché un giornalista della TV israeliana chiese a Z. se avesse voluto affermare che vi erano somiglianze tra il Terzo reich di Hitler e l’Autorità palestinese di Arafat, il primo ministro ceco rispose quanto segue: «Se somiglia a un’anatra, se razzola come un’anatra, se starnazza come un’anatra, se ha il sapore di anatra, è un’anatra» (v. Spritzer, 2003).

Nel 2001 Z. passò di propria volontà le consegne della direzione del ČSSD a Vladimir Spidla. Questa rinuncia gli permise di concentrarsi meglio sul proprio incarico di primo ministro e di ricomporre le divisioni interne al ČSSD. Tuttavia, l’armonia tra i due uomini non durò. Z. mantenne un atteggiamento astioso verso il suo successore, specialmente su temi quali la politica economica e la presidenza. Nel 2003 fece un tentativo fallimentare per ottenere la presidenza. Il primo ministro Spidla non aveva altra scelta che opporsi alla candidatura di Z., poiché quest’ultima avrebbe inevitabilmente diviso il partito, considerato il deterioramento delle relazioni tra la propria fazione e quella di Z. Per la verità, i sostenitori di Z. all’interno della fazione parlamentare del ČSSD rinunciarono a votare per il candidato ufficiale del partito nelle prime elezioni presidenziali del gennaio 2003, spianando così la strada a Z. per partecipare alle seconde elezioni dell’inizio di febbraio, nonostante la sua promessa di ritirarsi dalla politica. Come nelle prime elezioni, la fazione del ČSSD divise i suoi voti e Z. patì una sconfitta imbarazzante al primo turno, per la quale accusò Vladimir Spidla. La divisione interna al ČSSD spianò la strada a Václav Klaus. Tuttavia, le divisioni interne nel ČSSD persistettero. Spidla diede le dimissioni nel maggio del 2004.

Christian C. van Stolk (2006)