Alleanza libera europea – Partito democratico dei popoli d’Europa

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L’ALE (Alleanza libera europea) nasce il 1° luglio 1981 con la sottoscrizione della Dichiarazione della convenzione di Bruxelles da parte dei rappresentanti di alcuni partiti e movimenti nazionalitari e regionalisti di ispirazione democratica e di orientamento federalista (v. Federalismo) o autonomista.

Le origini di quella che nel suo atto costitutivo è definita «un’associazione di cooperazione che riunisce partiti politici che si distinguono dagli schemi del pensiero politico tradizionale in quanto pongono in primo piano un regionalismo integrale, cioè una concezione basata sull’interazione positiva tra identità individuale e identità di popolo, la quale trova la propria espressione strutturale nelle decisioni democratiche armonizzate secondo il modello federale, e che riconosce il valore della diversità e della giustizia sociale», risalgono al 1979.

In occasione delle prime Elezioni dirette del Parlamento europeo, la Volksunie, il partito democratico fiammingo, si presenta alle urne con un programma orientato verso un federalismo europeo democratico, basato su regioni e nazionalità (i popoli d’Europa), proponendo la costituzione di un’alleanza tra organizzazioni politiche di analoga ispirazione (l’Alleanza libera europea, appunto, alla quale si riferisce anche la denominazione della propria lista elettorale: Volksunie in de Vrije Europee Alliantie). Tra i fondatori dell’ALE figurano anche Plaid Cymru (Partito nazionale gallese), Fronte autonomista di liberazione di Alsazia e Lorena, Partito dei germanofoni del Belgio (PDB), Partito nazionale frisone (FNP), Convergencia democratica de Catalunya, Partito federalista europeo di Alsazia e Lorena (EFP), Unione di u populu corsu, Union valdôtaine (UV) e Movimento giovanile del Partito popolare sudtirolese (SVP).

Oltre a federalismo integrale e dimensione regionale, la piattaforma programmatica dell’ALE contempla la valorizzazione del pluralismo culturale e delle lingue minoritarie, lo sviluppo economico equilibrato e sostenibile e la concertazione sociale, la solidarietà interna (europea) e con i paesi in via di sviluppo. L’ALE riconosce nella creazione di un’Europa federale un fattore essenziale per instaurare la pace nel mondo e mostra anche un’attenzione speciale nei confronti di tutela dei diritti delle minoranze, accoglienza degli immigrati extraeuropei e riconoscimento delle loro identità culturali.

La condivisione di questi orientamenti è fondamentale per l’ammissione nell’ALE di nuove organizzazioni politiche. Su queste basi, inoltre, a livello sia locale che continentale i partiti che aderiscono all’Alleanza si trovano a condividere una parte significativa del proprio percorso con i movimenti ecologisti. Ciò accade anche nel Parlamento europeo, dove nel 1984 nazionalitari, regionalisti e Verdi costituiscono il gruppo Arcobaleno e dove nel 1999 danno poi vita al gruppo Verdi/Alleanza libera europea.

Nel corso degli anni altre forze politiche aderiscono all’ALE, che nel 1994 consolida il proprio profilo costituendosi ufficialmente in federazione di partiti politici, conformemente con le disposizioni dell’articolo 138A del Trattato di Maastricht, con la denominazione di ALE-PDPE (Partito democratico dei popoli d’Europa), e dandosi infine una profilo di vero e proprio partito europeo (v. Partiti politici europei), ufficialmente riconosciuto il 13 ottobre 2004. Le finalità espresse dal nuovo Statuto sono coerenti con gli orientamenti espressi nella Dichiarazione di Bruxelles di tredici anni prima. Particolare rilievo è attribuito a principi democratici, giustizia sociale, Lotta al razzismo e alla xenofobia, non violenza, sussidiarietà (v. anche Principio di sussidiarietà) e promozione della diversità linguistica e culturale, nonché alla funzione dell’ALE-PDPE di favorire la partecipazione alla politica europea di quei partiti che per la loro dimensione o per le dimensioni del territorio che rappresentano si troverebbero ad esserne perentoriamente esclusi.

Nel 2010 sono trentasei i partiti e movimenti nazionalitari o regionalisti, presenti in tredici dei ventisette stati membri dell’UE, che aderiscono all’ALE e sette i suoi rappresentanti al Parlamento europeo.

Marco Stolfo (2010)