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Vitorino, António

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V. (Lisbona 1957), laureatosi presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Lisbona, nel 1986 diventò professore ordinario.

La sua carriera politica iniziò come membro del Parlamento per il Partido socialista (PS) fra il 1980 e il 1983. Dopo la vittoria di quest’ultimo nelle elezioni di aprile del 1983, entrò a far parte della coalizione di governo con Partido socialdemocrata (PSD). Fu segretario di Stato per gli affari parlamentari fra il 1984 e il 1985. Nel 1985 e 1986 presiedette la Commissione parlamentare per gli Affari costituzionali e i diritti civili e ricoprì la carica di vicepresidente del gruppo parlamentare socialista.

Partecipò, come capodelegazione del Partito socialista, alle consultazioni con il governo socialdemocratico che condussero alla seconda revisione della Costituzione portoghese nel 1989. La seconda revisione della Costituzione portoghese fu studiata per modificare la maggior parte degli articoli in materia di economia al fine di rendere il Portogallo maggiormente in linea con le politiche del Mercato unico europeo e della legislazione europea.

Nel 1989 diventò giudice della Corte costituzionale, una posizione che ricoprì fino al 1993. Nel 1994 fu eletto membro del Parlamento europeo.

L’elezione di Antonio Guterres a nuovo leader del Partito socialista nel 1992 portò a un crescente impegno di V. nelle strategie per la campagna elettorale del partito in vista delle elezioni legislative del 1995. V. era un fedele sostenitore di Guterres e del suo programma di modernizzazione del partito. Per molti aspetti, V. e Guterres sono stati i predecessori della “terza via” presentata da Tony Blair nel partito laburista alcuni anni dopo.

V. ebbe un ruolo importante nel riorganizzare la società civile in quelli che sono stati definiti gli Stati generali (Estados gerais), in modo da sostenere il Partito socialista come alternativa al governo socialdemocratico.

La vittoria del Partito socialista nell’ottobre del 1995 portò alla formazione di un governo di minoranza socialista. V. divenne ministro della Difesa; si dimise nel novembre del 1997 in seguito a dichiarazioni di stampa relative a una sua presunta evasione fiscale sull’acquisto di una proprietà; scagionato l’anno successivo e invitato dal primo ministro Guterres a rientrare nel governo, V. declinò l’invito.

Diventò, invece, Commissario europeo per gli Affari interni e la Giustizia nella Commissione europea guidata da Romano Prodi dal 1999 al 2004. La sua indole calma e operosa portò a significativi progressi in materia di integrazione. A partire dal Consiglio europeo di Tampere in Finlandia del 1999, gli Stati membri decisero di procedere a ritmo veloce nell’ambito del settore della Giustizia e affari interni. La maggior parte delle misure riguardavano l’istituzionalizzazione degli accordi di cooperazione fra Stati membri, come Eurojust o l’Ufficio europeo di polizia, per facilitare la cooperazione giudiziaria e di polizia su questioni transeuropee, come la criminalità organizzata.

V. ha svolto un ruolo importante nella formulazione della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea approvata dalla Convenzione del 2000 e nella Convenzione europea che ha condotto al Trattato costituzionale stilato fra il 2002 e 2003, deciso dal Consiglio europeo di Laeken del dicembre 2001, contribuendo al rafforzamento della posizione dei cittadini europei nei Trattati.

Alla fine del mandato di Romano Prodi come presidente della Commissione europea, il nome di V. fu avanzato, insieme a quello di altri, come suo possibile successore, in considerazione della solida reputazione nell’Unione europea acquistata grazie al suo modo serio e competente di trattare complesse questioni legali di integrazione europea (v. Integrazione, teorie della; Integrazione, metodo della), come la costruzione di uno Spazio giuridico europeo e la Carta dei diritti fondamentali dei cittadini europei.

Dopo il rientro da Bruxelles, V. fu il principale artefice della campagna elettorale del Partito socialista per le elezioni legislative anticipate del 18 febbraio 2005. Come era accaduto nella campagna del 1995, mobilitò la popolazione per sostenere le politiche del Partito socialista. La sua campagna fu chiamata Nuove frontiere (“Novas fronteiras”) ed egli ricorse a internet per raggiungere potenziali elettori. In questa occasione sostenne il popolarissimo candidato José Socrates. A causa delle impopolari politiche di austerità della precedente coalizione governativa di centrodestra, la campagna elettorale fu un grande successo e il Partito socialista vinse con una maggioranza assoluta. Nonostante la vittoria, V. rifiutò di entrare a far parte del governo e decise, invece, di diventare presidente della Commissione degli Affari europei nel Parlamento portoghese. Il suo obiettivo principale era di esaminare la legislazione europea che doveva essere trasposta nell’ordinamento portoghese.

Parallelamente alla carriera politica, V. ha portato avanti una meno nota carriera accademica, pubblicando numerosi lavori sul diritto costituzionale, sul sistema giuridico in una prospettiva comparativa e sulla democrazia e la partecipazione in Portogallo.

José M. Magone (2010)