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Wigny, Pierre

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Costituzionalista e uomo politico belga, W. (Liegi 1905-Bruxelles 1986) è stato un esponente della corrente fiamminga del Partito cristiano-sociale e si è distinto sia nella politica nazionale, ricoprendo importanti incarichi istituzionali sia nella prima fase del processo d’integrazione europea in qualità di rappresentante del parlamento belga all’Assemblea comune della prima Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA).

Figlio di un avvocato, W. intraprese gli studi giuridici nella sua città e dopo la laurea in Scienze politiche e sociali si specializzò in diritto internazionale seguendo un master presso l’Università di Harvard negli Stati Uniti, dove ottenne un dottorato in scienze giuridiche. Per un certo periodo fu professore aggregato di diritto internazionale nella prestigiosa università statunitense e nel 1932, in seguito agli studi compiuti, pubblicò un saggio sul diritto internazionale americano (Essai sur le droit international privé american), studio che rimase a lungo un valido riferimento scientifico per i ricercatori del settore.

Rientrato in Belgio, W. fu nominato segretario generale del Centro studi per la riforma dello Stato (Centre d’Etudes pour la réforme de l’Etat, CERE), dove condusse attività di ricerca nell’ambito del diritto internazionale e del diritto interno dal 1935 al 1939. Durante gli anni Trenta si schierò contro il partito fascista belga di matrice cattolica, il Parti rexiste (REX) e contro la direzione del movimento Pro Juventute. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale e in seguito all’invasione e all’occupazione del Belgio da parte della Wehrmacht militò nella Resistenza antinazista, collaborando tra il 1944 e il 1945 con l’ex primo ministro belga Paul van Zeeland, il quale allora era a capo della Commissione per il rimpatrio dei rifugiati.

Dopo la guerra, W. ricoprì la carica di segretario generale dell’Istituto di relazioni internazionali, quella di presidente della Società per la politica economica e quella di presidente del Centro studi sul cattolicesimo del partito democristiano belga. Nel 1945 decise di impegnarsi in politica e prese parte alla nascita e all’organizzazione del Partito cristiano-sociale belga (Parti Social Chrétien, PSC) il quale, rifacendosi alla dottrina sociale della Chiesa cattolica, divenne uno dei principali partiti politici nel Belgio del dopoguerra. Nel 1949 venne eletto deputato alla Camera dei rappresentanti, dove rimase fino al 1971.

Nel corso della sua lunga carriera politica, W. ricoprì numerosi incarichi istituzionali, concentrando l’attenzione soprattutto sulle questioni di politica internazionale che riguardavano da vicino il futuro del Belgio, quali la gestione politica e l’amministrazione dei possedimenti coloniali e il processo d’integrazione europea, verso cui si mostrò sempre favorevole (v. Integrazione, teorie della; Integrazione, metodo della). Dal 1947 al 1950 detenne il ministero delle Colonie durante il gabinetto guidato da Paul-Henri Spaak. All’inizio del suo mandato, W. presentò un piano decennale per lo sviluppo del Congo belga che prevedeva ingenti investimenti nel settore delle infrastrutture, dell’industria e dell’agricoltura. Il progetto contemplava un investimento complessivo di circa un trilione di dollari da ottenersi mediante finanziamenti sia pubblici che privati. L’obiettivo principale del ministro belga era quello di incoraggiare lo sviluppo autoctono dell’agricoltura e dell’industria, promuovendo un ripopolamento delle terre; un altro obiettivo era quello di incentivare lo sfruttamento delle risorse minerarie del paese. Dal punto di vista politico, W. contrastò qualsiasi discriminazione razziale, ma fu anche un fermo oppositore del Movimento nazionale congolese guidato da Patrice Lumumba, il quale sosteneva la decolonizzazione e l’indipendenza del Congo dal Belgio. Dopo l’esperienza coloniale, ricordata nelle sue Mémoires du Congo, W. venne prima nominato ministro degli Affari esteri dal 1958 al 1961, poi ministro della Giustizia dal 1965 al 1966 e, infine, ministro della Cultura francese dal 1966 al 1968.

Nel corso della sua lunga carriera politica W. si impegnò anche a favore dell’unità europea, partecipando alla prima e più delicata fase del processo d’integrazione comunitaria (1945-155). L’europeismo di W. risaliva al periodo della guerra, durante il quale aveva lavorato a stretto contatto con l’ex primo ministro belga e membro dell’Unione europea dei federalisti (UEF), Paul van Zeeland, che, insieme a Paul-Henri Spaak, era stato uno dei principali animatori del Movimento europeo, nato nel secondo dopoguerra in seguito al Congresso dell’Aia del 1948. Nel 1946, W., oltre a militare nel Partito cristiano-sociale del proprio paese, era già attivo in uno dei primi movimenti federalisti presenti in Belgio subito dopo la fine della guerra, quello dell’Union fédérale, guidato dal barone Antoine Allard (v. Federalismo). Dopo una serie di scontri interni tra le correnti europeiste e federaliste, nei primi anni Cinquanta emerse il Mouvement pour la fédération européenne del Belgio (MFE), di cui W. fu subito eletto presidente del Comitato esecutivo.

Il federalista belga fu anche tra i politici europei più attivi sul fronte delle riforme istituzionali relative alla trasformazione e all’Armonizzazione delle strutture delle prime comunità europee (Comunità europea del carbone e dell’acciaio, Euratom e Comunità economica europea). Nel febbraio del 1958 venne eletto presidente del Gruppo democratico-cristiano presente all’interno dell’Assemblea comune della CECA. In qualità di presidente di quel raggruppamento politico, il futuro ministro belga degli Affari esteri espose, durante i lavori dell’Assemblea, una relazione in cui si avanzava la proposta di una riforma istituzionale degli organi comunitari (v. Istituzioni comunitarie). La relazione esaminava il modo in cui l’Assemblea comune si era avvalsa dei suoi poteri fin dalla prima riunione nel settembre 1952 ed esprimeva l’auspicio di vedere una nuova Assemblea comune svolgere un ruolo chiave nell’Europa nata dai Trattati di Roma (1957). L’obiettivo di W. era quello di stimolare il dibattito sulla riforma istituzionale della comunità per costruire un’Europa più democratica e coerente da un punto di vista politico, mettendo in evidenza e rafforzando il ruolo dell’Assemblea parlamentare all’interno degli equilibri istituzionali. Infine, sempre nell’ottica di migliorare il funzionamento delle tre Comunità, nell’ottobre 1959, il ministro belga lanciò l’idea di fondere in un’unica istituzione l’Alta autorità della CECA e la Commissione della CEE e dell’Euratom (v. anche Commissione europea). Infatti, se i Trattati di Roma avevano costituito per le tre Comunità un’unica Corte di giustizia e una sola Assemblea parlamentare, l’esecutivo comunitario restava diviso in due istituzioni distinte (v. anche Corte di giustizia dell’Unione europea; Parlamento europeo). L’intervento di W. aprì il dibattito sulla necessità di una loro risistemazione, indicando la strada che avrebbe condotto al Trattato sulla fusione degli esecutivi del 1965, il quale unificava le due Commissioni (CE ed Euratom) e l’Alta autorità della CECA da un lato, e i tre Consigli dall’altro (v. Consiglio dei ministri).

Oltre ad aver esercitato l’attività politica per tutta la vita, W. approfondì i suoi studi nell’ambito del diritto internazionale e di quello comunitario, apportando spesso importanti e significativi contributi di cui sono testimonianza le sue numerose pubblicazioni. Va infine ricordato il suo interesse per il diritto costituzionale, specialmente in relazione al caso concreto del Belgio, interesse che lo spinse ad approfondire temi quali il bicameralismo e lo Stato federale, anticipando il dibattito sulla riforma federale del Belgio del 1993.

Filippo Maria Giordano (2012)

Bibliografia
 
Wigny P., Essai sur le droit international prive american, Recueil Sirey, Paris 1932.
 
Wigny P., Principes généraux du droit administratif belge, Emile Bruylant, Bruxelles 1947.
 
Wigny P., A ten year plan for the economic and social development of the Belgian Congo, Belgian Govt. Information Center, New York 1951.
 
Wigny P., Droit constitutionnel: principes et droit positif, Emile Bruylant, Bruxelles 1952.
 
Wigny P., Droit administratif: principes generaux, Emile Bruylant, Bruxelles 1953.
 
Wigny P., La Representation des Communes dans les Institutions Européennes, in Les Communes et l’Europe. Journée européenne 1955 de l’U.I.V., Union Internationale des Villes et Pouvoirs Locaux, La Haye 1956.
 
Wigny P., Una testimonianza sulla Comunità dei Sei, Servizi pubblicazioni della Comunità europea, Lussemburgo 1957.
 
Wigny P., L’experience belge et l’Europe, Centre de recherches europeennes: École des H.E.C., Universite de Lausanne, Lausanne 1962.
 
Wigny P., General report [to the Congress of the European Movement, European Movement, Brussels 1962. 
 
Wigny P., Propos constitutionnels, Emile Bruylant, Bruxelles 1963.
 
Wigny P., Comprendre le Belgique, Gerard, Verviers 1969.
 
Wigny P., La troisième révision de la constitution, Emile Bruylant, Bruxelles 1972.
 
Wigny P., Comprendre la Belgique après la révision constitutionnelle, Geerard, Verviers 1974.