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Agenda 2000

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Agenda 2000” è una comunicazione sul futuro delle politiche dell’Unione europea (UE) che la Commissione di Jacques Santer ha presentato al Parlamento europeo al termine della Conferenza intergovernativa (CIG) di Amsterdam, il 16 luglio 1997.

Essa nasce come risposta alle richieste formulate dal Consiglio europeo di Madrid del dicembre 1995, in relazione sia alla necessità di un approfondimento della strategia di preadesione elaborata in seguito alle domande d’ingresso nell’UE dei paesi dell’Europa centro orientale (PECO), sia all’evoluzione da imprimere alle politiche comunitarie di fronte alle sfide poste dalla prospettiva di un’Europa allargata (v. anche Allargamento).

Tuttavia, con “Agenda 2000” la Commissione europea va oltre tale mandato e propone una riflessione a tutto campo rivolta a due finalità: da un lato, compilare un primo bilancio della fase di rafforzamento del processo d’integrazione economica e politica dell’UE (v. Integrazione, teorie della; Integrazione, metodo della) e di riforma istituzionale dei Trattati avviata con l’Atto unico europeo (AUE) e, dall’altro, tracciare le prospettive future delle politiche comunitarie in un’Unione più grande.

Si tratta, dunque, di un documento di ampio respiro strategico, in cui si delinea lo scenario evolutivo dell’UE per l’inizio del nuovo millennio. In esso si individuano inoltre le linee di sviluppo delle politiche comunitarie in un contesto unico, in relazione alla loro compatibilità con i nuovi obiettivi e i nuovi principi di fondo dell’Unione e con il vincolo di bilancio imposto dal quadro finanziario definito per gli anni successivi al 2000 (v. Bilancio dell’Unione europea).

Nelle 1300 pagine del documento quadro, sono esaminate principalmente tre questioni: “il rafforzamento dell’Unione e il futuro delle principali politiche comunitarie”, “la sfida dell’ampliamento”, “il quadro finanziario per gli anni 2000-2006”.

In merito al rafforzamento dell’UE, riconoscendo l’insufficienza delle modifiche apportate dal Trattato di Amsterdam, “Agenda 2000” stabilisce che la messa a punto delle riforme istituzionali e il riesame dell’organizzazione e delle modalità di lavoro della Commissione, lo sviluppo delle politiche interne e il proseguimento della riforma della Politica agricola comune (PAC) sono indispensabili per far fronte all’allargamento, garantire una crescita sostenibile, un aumento dell’occupazione e un miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini europei (v. anche Cittadinanza europea); il documento afferma inoltre l’opportunità di convocare una conferenza intergovernativa per rivedere la composizione e il funzionamento delle istituzioni comunitarie almeno un anno prima che i membri superino il numero di 20. Di questo avrebbe cercato di occuparsi il Trattato di Nizza del dicembre 2000.

Riguardo alla sfida dell’ampliamento, la Commissione s’impegna a valutare l’impatto dell’allargamento sulle politiche dell’UE e proporre preparativi più incisivi, con l’introduzione – accanto agli accordi europei, alla partecipazione dei candidati ai programmi comunitari, al riavvicinamento delle legislazioni e ai gemellaggi – di nuovi strumenti, quali i partenariati per l’adesione (PA) e la conferenza europea, recepiti dal Vertice di Lussemburgo nel dicembre 1997. All’interno di questo secondo punto vengono inoltre presentati i pareri della Commissione sulle domande d’ingresso dei candidati: si raccomanda l’avvio dei negoziati di adesione con i PECO (a partire da Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Polonia e Slovenia) e Cipro, indicando il 2003 come data più probabile dei primi ingressi (v. anche Criteri di adesione).

Con riferimento al quadro finanziario 2000-2006, la Commissione propone un nuovo schema a partire dal 2000 costituito dal Programma di aiuto comunitario ai paesi dell’Europa centrale e orientale (Poland and Hungary aid for the reconstruction of the economy, PHARE), che viene integrato da due nuovi dispositivi finanziari: lo strumento strutturale di preadesione Instrument for structural policies for pre-accession (ISPA), per contribuire a migliorare le infrastrutture di trasporto e di salvaguardia dell’ambiente, e lo strumento agricolo di preadesione Special accession program for agriculture and rural development (SAPARD), per favorire l’adeguamento a lungo termine del settore agricolo e delle zone rurali nei paesi candidati, dagli aiuti strutturali e dal sostegno allo sviluppo agricolo, così da coprire un periodo di tempo sufficientemente lungo da finanziare i bisogni fondamentali e da garantire la sana gestione delle finanze pubbliche; questo permetterebbe di concentrare le finanze su pochi programmi di comprovata utilità, anziché disperdere le risorse comunitarie in troppi aiuti esigui.

A oggi, “Agenda 2000” è il documento che maggiormente si avvicina a un Libro blu sull’allargamento e a essa occorre riconoscere il merito di aver individuato un processo graduale quale unica possibile via per l’assorbimento contemporaneo nell’Unione di un numero consistente di nuovi membri.

Lara Piccardo (2007)

Bibliografia:

Fabiani G., Agenda 2000: una riforma da discutere, in “L’informatore agrario”, n. 34, settembre 1997.

Guerrieri S., Manzella A., Sdogati F. (a cura di), Dall’Europa a Quindici alla Grande Europa. La sfida istituzionale. Ricerca della Fondazione Istituto Gramsci, il Mulino, Bologna 2001.

MIPA-ISMEA, “Agenda 2000”. Spunti di riflessione sugli aspetti relativi al riorientamento della politica strutturale ed alla revisione della PAC, agosto 1997.

Piccardo L., L’Europa del nuovo millennio. Storia del quinto ampliamento (1989-2007), CLUEB, Bologna 2007.

http://europa.eu.int/comm/publications/booklets/move/26/index_it.htm.